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SANT’AGATA BASKET – Santagatesi sfiorano quota cento

di Claudia Lentini

Bella gara quella disputata domenica al Palauxilium tra Sant’Agata Basket ed Ecol Sea Palermo, i padroni di casa si impongono per 99 a 74 nonostante gli infortuni, i cali di tensione delle partite casalinghe passate, ed i centimetri di differenza tra le formazioni in campo. Non è stata una passeggiata come suggerirebbe il punteggio, coach Massimiliano Fiasconaro è riuscito ad imbrigliare la gara sin dal primo quarto, con soluzioni tattiche efficaci e vincenti soprattutto nell’applicazione di gioco dei determinatissimi Carlos Gallo, Marcelo Allende e Giuseppe Sindoni.

Nelle restanti porzioni di gara, il Sant’Agata Basket è riuscito a mantenere ed incrementare il vantaggio, contro una formazione certamente esperta, più alta, per nulla remissiva, che ha provato, specie nell’azione dell’esperto Antonino Dicaro, ha far suo il punteggio. Qualche ingenuità nella difesa ospite ha offerto varchi di penetrazione a canestro ed ritmo di gara imposto dall’esperto Allende, ha poi fiaccato le aspettative palermitane in un match piacevole, duro al contatto, per nulla scontato come la posizione in classifica degli ospiti poteva suggerire. Come sempre, lasciamo la parola a Massimiliano Fiasconaro.

Coach, racconta la partita

Mi è piaciuta sotto tutti i punti di vista, abbiamo vissuto un paio di settimane drammatiche soprattutto relativamente agli eventi successivi all’infortunio di Antonino Urso nell’amichevole a San Filippo del Mela, che ci ha devastato per lo meno in quanto a numeri di giocatori da impiegare nelle partite ma anche per gli allenamenti, fra l’altro, Francesco Strati è stato assente per molti allenamenti a causa di impegni di lavoro, Carlos Gallo martedì, subito dopo la partitella con i ragazzi della promozione, ha avuto febbre altissima, è riuscito a sfebbrare solo sabato, quindi ero sinceramente preoccupato. Ho molto lavorato sugli alti nel senso che, come hai potuto vedere, ormai è una squadra che gioca con piccoli di ruolo, metto in campo praticamente cinque playmaker, quattro certamente, quindi ho dedicato attenzione all’intensità, soprattutto psicologica, all’atteggiamento mentale dei ragazzi in relazione alla partita, rappresentando loro, tentando di far capire loro, che questa era la partita, la più importante, perché essendo l’Ecol Sea Palermo a zero punti in classifica, conoscevo molto bene le loro caratteristiche di squadra aggressiva, con talento, che ha giocato bene ovunque, non ha mai preso imbarcate, quindi ero, ripeto, sinceramente preoccupato. Oltre all’atteggiamento psicologico abbiamo preparato anche situazioni tattiche che hanno poi fatto, determinato, la partita stessa.

Difesa a uomo per entrambe le formazioni, Palermo aggressiva dalla rimessa sul portatore di palla, zona 2/3 per Sant’Agata a metà del secondo quarto che ha concesso qualche tiro da tre punti.

Non è precisamente così, nel senso che se ho fatto per qualche minuto iniziale, diciamo più di un terzo della partita, difesa a uomo, era un uomo molto matchato, tenevo l’anticipo ad un solo passaggio sul giocatore che reputo con maggiore talento, Antonino Dicaro, gli altri piccoli avevano disposizione di aiutare, anche ad un passaggio, ma soprattutto di raddoppiare, con difensore e passatore, i due lunghi, Giuseppe Dicaro e soprattutto Altadonna, che ha veramente un fisico pazzesco ed è un giocatore di buona tecnica. Questo però non pagava, perché quando riuscivano a ribaltare la palla, subivamo uno contro uno abbastanza rapido, nonostante fossimo piccoli, ed era diventato problematico, quindi a zona 2-3, 2-1-2, solamente qualche minuto, ma poi abbiamo fatto quasi tutta la partita con Box and One, organizzata anche stranamente perché, per alcune azioni ho tenuto l’esterno su Antonio Dicaro, su tante altre azioni ho tenuto Box and One sul lungo, proprio per sopperire alle mancanze di centimetri e soprattutto di giocatori di ruolo tra gli interni. Siamo costretti a preparare delle situazioni tattiche a volte anche strane, difficili da organizzare, però è necessario che loro applichino con grande intensità, grande determinazione e voglia, con grande convincimento, tutto quello che prepariamo, altrimenti le partite diventeranno veramente difficili. Palermo ha difeso prevalentemente a uomo, qualche volta anche a zona, però devo dire che siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi dei nostri sistemi offensivi, siamo riusciti, nella maggior parte dei casi, a dare palla a chi volevamo per costruire le situazioni tattiche offensive preparate ed è andata bene.

Rimbalzi difensivi 30, (10 Allende, 8 Gallo e 5 Sindoni) fatta eccezione per Gallo che conosciamo benissimo, play reattivi, guardie immobili. Il dato migliora leggermente dal terzo tempo in poi a partita praticamente chiusa. 11 rimbalzi offensivi, (6 Gallo) migliora il computo in difesa, decisamente negativo il dato in attacco e non grazie ad una difesa palermitana irresistibile. E’ un fondamentale da studiare meglio.

Precisiamo bene, i playmaker prendono rimbalzo perché costruiamo situazioni difensive di taglia fuori solo con i lunghi finti, Giuseppe Florio, Gino Machì e Francesco Strati, che impiego a tutto campo, hanno delle chiare responsabilità di taglia fuori fino a quando la palla non tocca terra, perché non posso costruire situazioni di rimbalzo, difensivo naturalmente, senza delle prescrizioni ben precise, per questo i rimbalzi li prendono i playmaker, perché facciamo in modo che ci sia spazio in mezzo alla lunetta, da taglia fuori creati da chi non li prende perché sta lavorando, appunto, da taglia fuori. Questo permette ai playmaker di prendere più rimbalzi proprio perché predisponiamo così, perché vogliamo che ad andare a rimbalzo difensivo siano i piccoli, quelli incaricati di difesa sui piccoli, sugli esterni, perché hanno meno responsabilità di taglia fuori, mentre i “tagliafuoristi” nel frattempo difendono sui lunghi molto più grossi di loro quindi devono “tenere” l’uno contro uno difensivo, relativamente al taglia fuori, per più secondi. Non ne prendono nemmeno, ma sono loro i fautori del rimbalzo difensivo. Questo ci ha permesso di fare tantissimo i primari, non è un caso che questa volta siamo riusciti a correre, proprio perché non solo abbiamo difeso benino, abbiamo intercettato tanto, ma soprattutto, abbiamo preso rimbalzo con facilità nonostante fossero alti. Poi, parlando di rimbalzi offensivi, la predisposizione di alcuni esterni, perché di questo si tratta, non abbiamo giocatori interni, dicevo, la predisposizione di andare a rimbalzo in attacco, questo è talento personale, ce l’ha Carlos Gallo anche perché lo aiuta il suo fisico di quasi due metri, ce l’ha Giuseppe Sindoni, anche se non è una situazione tattica che mi piace, perché lui ha responsabilità di copertura, abbiamo concesso qualcosa proprio perché lui va a rimbalzo in attacco, se ne prende un paio a partita mi fa subire tre o quattro transizioni offensive della squadra avversaria e questa è una cosa da sistemare. Poi, relativamente alla problematica d’attacco che mi rappresenti, credo che invece ieri siamo stati molto bravi, non solo perché abbiamo segnato 99 punti, abbiamo anche regalato tiri sbagliati con piedi a terra, ma perché finalmente ho visto l’esecuzione di sistemi offensivi raggiungere gli obiettivi e la determinazione di qualcuno che non aveva segnato con facilità, ieri mi sembrava più sciolto, libero da tensioni mentali. Abbiamo fatto una bella partita anche in attacco.

Buoni gli scambi in attacco della coppia argentina, si inserisce bene Sindoni che segue con attenzione il gioco dei compagni esperti, manca ancora il feeling con gli altri giocatori in campo, poco reattivi, qualche difficoltà anche nel raccogliere gli spunti veloci a canestro di Allende. Ancora due velocità d’azione e reazione all’interno del quintetto.

Questa intervista è, un tantino, polemica, però le provocazioni sono perfettamente utili a rispondere con precisione alle situazioni che accadono in una partita. Se è vero che Carlos Gallo e Marcelo Allende sono giocatori di gran talento, ritengo possano giocare tranquillamente in altre categorie rispetto alla C2, gli altri sono giocatori, praticamente, a primo campionato di questa importanza, tranne Giuseppe Florio, che ha fatto qualcosa con me in passato quand’era più giovane, la squadra è, fondamentalmente, poco abituata alla categoria. Partendo da dietro, per esempio, Giuseppe Sindoni si districa meglio nelle situazioni di partita a questo livello perché è un giocatore vergine, quindi è più facile condizionarlo al miglioramento, mentre, giocatori quasi trentenni come Gino Machì, grandioso pivot di 1,75 per 73 kg, praticamente un fuscello, giocatori come Francesco Strati, che ha buon talento soprattutto con la palla in mano ma non abituato a grande organizzazione di gioco, soprattutto offensiva, Antonio Santoro, playmakerino di 1,70 con poca esperienza a questo livello, è chiaro che si veda la differenza, soprattutto in merito alla gestione della tecnica e della tattica a questa velocità, cioè alla velocità che impone un giocatore di talento come Allende o come Gallo. Tutto questo va considerato in un contesto che ha particolari caratteristiche, problematiche soprattutto nella gestione degli uomini stessi, stiamo giocando con sette piccoli e per piccoli intendo di statura, di peso, di fisico, sono atleti cui non si possono imputare defaiances di concentrazione, non voglio giustificarli sulla determinazione, ma sulla concentrazione sì, perché fanno lavori che non gli competono per ruolo, ribadisco, ieri è stata la partita perfetta in relazione a ciò che si è potuto fare.

Nervosismi in campo, diversi falli tecnici e gioco durissimo, talvolta vere e proprie mazzate, a mio giudizio, causato anche e soprattutto, da uno scadente livello arbitrale

No, è stata una partita maschia, una partita in cui gli arbitri hanno tenuto un metro, ci siamo picchiati, agonisticamente parlando, difese ed attacchi duri, mani addosso, credo invece che i direttori di gara abbiano arbitrato bene perché hanno concesso lo stesso metro anche quando la partita è diventata nervosa, hanno fermato la tensione con decisioni arbitrali, anche a nostro discapito, sanzionando con falli tecnici alcuni atteggiamenti plateali relativi al contatto fisico. – sono dell’idea che quando si tira fuori il cartellino, prendendo in prestito un’espressione calcistica, vuol dire che si è perso il controllo, l’autorevolezza della direzione di gara – Non hanno arbitrato male, in questa categoria la difficoltà è tenere un metro, ci hanno fatto giocare agonisticamente dall’inizio alla fine, questo per me è un arbitraggio più che accettabile, d’altronde ieri dirigevano Gianluca Centorrino ed Antonio Rocca, due esperti della categoria, magari ci fossero partite arbitrate sempre così, sono uomini, non “dei” del fischio, è chiaro che ci può essere qualche errore, a mio parere, hanno certamente concesso di più le mani addosso, tenendo però lo stesso metro di giudizio e questo ci ha reso tranquilli nella gestione della partita stessa.

Marcelo Allende “Speedy Gonzales”, da oggi si chiamerà così, gestisce meglio sotto il profilo emotivo l’aggressività di gioco, determinato nel sollecitare l’attenzione in campo dei compagni, aperture veloci per il contropiede, uno contro uno senza timori su tanti centimetri di differenza, manca ancora la continuità al tiro ma c’era tanta fatica sulle sue gambe. No me gusta il suo passaggio laterale accompagnato o schiacciato a terra.

Marcelo Allende è un giocatore eccezionale sotto molti punti di vista, parlo di Allende vero playmaker, come gestione del tempo, della corsa, sta cominciando a capire le cose di questo campionato che non sono sicuramente facili, sta cominciando ad essere adatto al campionato stesso, Marcelo sarebbe perfetto in una squadra con compagni più forti, non c’è dubbio, se ha delle difficoltà a finalizzare il suo tiro è perché preferisce far giocare piuttosto che scegliere prioritariamente una soluzione offensiva – come fa un vero playmaker – a me piace molto – anche a me – un playmaker, per avere buone percentuali di tiro, soprattutto da tre punti, deve saper costruire, distribuire, ma anche avere una squadra che lo mette in condizione di ricevere, un passaggio di ritorno, magari dall’interno, che gli permetta di fare dei tiri lontano dal suo difensore almeno un paio di metri. In questa squadra ancora non siamo arrivati alle terze e quarte opzioni offensive, questo ai suoi compagni viene ancora un po’ difficile. Dobbiamo quindi recuperare per lui delle soluzioni offensive, prima di tutto in velocità, poi situazioni di collaborazione sulla palla, i Pick and Roll, e questo lo fa molto bene soprattutto in penetrazione, quando riusciremo ad essere più completi, magari con dei giocatori di ruolo in mezzo alla lunetta, quando tornerà tra le sue mani quello che costruisce per crearsi un tiro, avrà anche più alte percentuali al tiro da tre punti. Poi è chiaro, in questa situazione ci stiamo sacrificando tutti, ieri è andato più volte in Box and One su un giocatore come Dicaro, un giocatore più pesante e più alto di lui, questo ha creato non solo sforzo mentale, di concentrazione, ma anche sforzo fisico, immagina tu, in una partita del genere quanta fatica si fa nel fare due, tre, quattro e più cose oltre allo standard di responsabilizzazione di un’atleta.

Carlos Gallo, che dire, fa così tanto che gli si perdonano facilmente i piccoli errori, segna da tutte le parti, pulito il tiro a bordo campana, sotto le plance se le sono date di brutto da qui un po’ di nervosismo per un atleta sempre estremamente corretto ma che non ci sta a subire.

Carlos Gallo è un giocatore totale, sa fare tutto in campo, da impostazione, sa giocare playmaker, guardia, ha anche buon tiro da tre punti piedi a terra, due metri d’altezza, ala piccola con grande attitudine per la penetrazione e, come hai potuto vedere, gioca benissimo spalle a canestro, difende sui lunghi, sui piccoli, è tattico, non posso fare a meno di lui, proprio non posso fare a meno di lui per tutte le caratteristiche che ho appena descritto. Ieri era certamente un po’ nervoso, ma immagina chi si è allenato per una partita molto importante come questa, perché questa era una partita svolta per il nostro campionato visto tutto quello che ci sta succedendo, immagina con quale tensione può giocare un atleta così importante e soprattutto, così tanto responsabilizzato da me, immagina infine, come può giocare una partita maschia, non è nervosismo, è piuttosto giusta tensione, non è violenza, è determinazione, applicazione, è imporre la propria presenza in una partita fondamentale, in cui necessita essere, prima di tutto, un faro, il punto di riferimento di una squadra molto giovane come la nostra, molto bassa, che non ha dimostrato prima tanta aggressività. A Carlos quindi non solo si devono concedere certi errori, ma gli si deve proporre ancora più aggressività nella gestione della gara, certamente aggressività lucida, quando ho visto che stava perdendo lucidità nella rappresentazione della sua determinazione nei confronti degli avversari, l’ho richiamato in panchina, le sue dotazioni di riposo sono state più numerose rispetto ai compagni, gli ho dato due, tre minuti a quarto, perché sapevo che non aveva tutti i minuti per giocare. A lui, ma anche a tutti gli altri, va il voto massimo di giudizio in questa gara.

Piacevolmente stupita dai progressi di Giuseppe Sindoni, un giovane che cresce a vista d’occhio, manca ancora la continuità, qualche difetto anche serio da curare, ma ha dimostrato di meritare le tue attenzioni. Segue Allende e Gallo, va a rimbalzo, penetra senza timori, tira, difende, determinato, presente, vincente

Giuseppe Sindoni è uno dei motivi per cui il Sant’Agata Basket ha chiesto ed ottenuto di fare la C2. Deve migliorare perché in queste categorie può diventare un giocatore importante. Ha grandi margini di miglioramento, ha certamente dei difetti che stanno ormai diventando cronici proprio perché non abbiamo potuto lavorare su di lui in età precedente, è già giocatore d’esperienza anche perché l’altro ieri ha fatto ben diciassette anni. Ben diciassette anni.. beata gioventù!
Sono tutti errori dovuti alla grande applicazione, alla forza, mi piace perché è un ragazzo sfacciato, “irriverente” nei confronti di atleti più grossi, più alti ed esperti di lui, un ragazzo a cui puoi dire di tutto, gli puoi sottoporre tutto il lavoro d’allenamento possibile, è uno che migliora con un solo tentativo, un ragazzo su cui vale veramente la pena lavorare, che è veramente piacevole allenare. Se continua così, soprattutto se rimane con la concentrazione dell’umile, può fare veramente grandi passi avanti e diventare determinante, così come lo è già, in questa squadra.

In campo avversario, buon gioco di Antonino Dicaro, nervoso, ma tantissima esperienza

E’ una squadra che mi è piaciuta molto e non perché l’ho battuta. Mi è piaciuta molto perché ha playmakers rapidi, che giocano bene, hanno tiro da tre punti, sono organizzati bene sia in attacco che in difesa. Hanno anche delle grandi individualità che cercano con continuità, questo vuol dire che hanno programmato ed eseguono un lavoro organizzato in palestra. Sapevo che erano così, poi Antonio Dicaro non è un giocatore nervoso, piuttosto uno determinato, non è aggressivo o violento, lui vuole, giustamente, vincere la partita, anche perché la posta in palio era alta, loro sono a zero punti in classifica, noi per tutte le vicende note eravamo molto vicino allo zero, quindi era chiaramente una gara molto importante. Ieri, non dico che si è deciso, ma abbiamo dato una bella scrollata alla classifica, si comincia a capire chi deve retrocedere chi no, chi ha più possibilità o meno, di raggiungere la salvezza con tranquillità, era una partita molto importante che non definirei per niente nervosa, siamo usciti dal campo abbracciandoci, con una simile posta in palio può capitare qualche episodio di nervosismo. La squadra palermitana mi è piaciuta tanto, è stata una vittoria importante.


Calo difensivo nel Palermo sin dal secondo quarto, palla che penetra più volte l’area dei tre secondi senza essere intercettata dalla difesa, centimetri in campo forse non sfruttati come si poteva e doveva contro una squadra decisamente più bassa

Magari si potesse fare tutto ciò che si programma, per fortuna c’è anche l’avversario, in questo caso noi, loro hanno cercato con continuità la palla sotto, soprattutto in attacco, perché sapevano di essere più alti. Noi programmiamo di demolire le determinazioni dei difensori avversari, nel senso che lavoriamo parecchio, soprattutto passandoci tanto la palla, per capire subito, presto per quanto è possibile, quali sono i punti di debolezza dell’avversario, quando giochi così per una, due, dieci volte, lavorando la palla, come ieri, in azioni di passaggio, è chiaro che dopo riesci; nonostante giocassero discretamente bene in attacco, non riuscivano a colmare il gap di differenza, quei 10, 12 punti di vantaggio del primo quarto, questo ad un certo punto della partita li ha demoralizzati un po’. Hanno sbagliato qualche tiro di troppo, ci hanno concesso qualche corsa in contropiede primario, è chiaro che le determinazioni vengono meno anche perché è una squadra che ha pur sempre zero punti in classifica, quindi a poco a poco, le determinazioni si affievoliscono, abbiamo, sinceramente puntato anche su questo, sapevamo che dovevamo tenere botta almeno 20, 23 minuti con grande intensità, per fiaccare la loro determinazione. Alla fine il punteggio è stato anche troppo ampio tra le due squadre, esagerato rispetto all’impegno.

Tra pochi giorni si vota il nuovo presidente del Comitato Regionale, questo vuol dire tanto alla luce di quanto accaduto in Sicilia e di quanto potrebbe accadere in futuro al  basket isolano. Da uomo di sport cosa ti auguri per questa terra, per questo sport e cosa suggeriresti al nuovo Consiglio Regionale?

Faccio il tecnico di pallacanestro, studio tanto per svolgere al meglio questo ruolo, quello di allenatore, partecipo a tutto ciò che la federazione, il comitato nazionale allenatori, organizza, e sono disponibilissimo a qualsiasi collaborazione con chiunque me lo chieda, ma delle nuove elezioni non me ne frega niente. Spero che chiunque venga eletto lavori per il bene della pallacanestro, in questo momento, sinceramente, è necessario, che costui riesca ad addivenire al consenso degli altri consiglieri e che possa fare il Presidente, prima che per il bene di se stesso, per il bene di questo sport, del “movimento” che, al momento e soprattutto a questo livello, è in seria difficoltà.

Tabellini

S. Agata Basket: Florio 12, Spina 0, Machì 4, Strati 27, Allende 18, Buscemi 0, Sindoni 7, Galipò 0, Santoro 2, Gallo 29

All. Fiasconaro

 

Ecol Sea Palermo: Mancino 0, Gagliano 4, Averna 9, Di Caro 17, Infurna 11, Marsala 5, Altadonna 14, Alessandra 6, Iannini 1, Di Caro G. 7

All. Pischedda

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