SANT’AGATA – Che fine ha fatto la “Squadra”? Lo chiede ad alta voce dal palco di “Diventerò un Stella” Lorena Ricciardello
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SANT’AGATA – Che fine ha fatto la “Squadra”? Lo chiede ad alta voce dal palco di “Diventerò un Stella” Lorena Ricciardello

Una serata tra moda e ricordi, quello di Lorena Mangano, una vetrina per giovani talenti e tanti ospiti e targhe ricordo. Sul palco di “diventerò una stella”, splendido format ideato dall’Associazione “Friend Music Accademy” di Rocca di Capri Leone, e fortemente voluto dalla giornalista Maria Vitale, si alza forte la denuncia di Lorena Ricciardello

Lei, compagna di vita di Tiziano Granata, l’agente di polizia, recentemente scomparso, era sul palco della manifestazione insieme al padre di Rino Todaro, l’altro assistente capo della Polizia di Stato deceduto dopo 24 ore dopo la morte dello stesso Tiziano, entrambi in servizio presso il Commissariato di Sant’Agata Militello, per ricevere una targa-attestato in memoria.

L’ennesima.

Così Lorena, di fronte a politici, amministratori e tanti ospiti, e tra questi anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Giulio Francese,  si è interrogata ad alta voce su quello che stava succedendo intorno al caso dei due agenti uccisi, sulle reazioni, a catena, che avrebbero, per lei, innescato quelle morti.

Lei è stata diretta, chiedendo a tutti di dare risposte anche su che fine aveva fatto “la Squadra”.

Quella intesa dei “poliziotti vegetariani“, dove militavano appunto Tiziano e Rino sotto le direttive del vicequestore Daniele Manganaro e le indagini che stavano conducendo.

“C’è silenzio, nessuno parla della Squadra”- dice Lorena Ricciardello, che allarga il suo dire sul ruolo dell’informazione rammentando anche il caso recentissimo di Magda Scalisi e prima la vicenda di Giuseppe Antoci.

“Sembra costruirsi un teorema ad arte, quello dell’essere perdenti e che non conviene stare con questi” – ma aggiunge – “non bisogna mai fermarsi davanti ai muri di gomma” e la stampa, per lei, ha un ruolo determinante.

Francese, la conforta, dice che i media spesso pagano a caro prezzo la voglia di informare e che ci sono, e cita i giornalisti sotto scorta, quelli ammazzati, rivendica il ruolo di informazione.

Difficile fermare Lorena Ricciardello, anche a microfoni spenti è un fiume in piena.

Per lei oggi è importante dare ai cittadini, alla gente, all’opinione pubblica, l’informazione giusta, non quella edulcorata che piace al potere.

Si chiede perchè nessuno oggi si interroga,  si chiede dove sta la Politica, chiede informazione, verità e giustizia, e alza il velo su equilibri tra politica e istituzioni.

Non ha remore nel dire che ha “paura” nei paventati spostamenti o trasferimenti di comodo, delle mezze verità, dei caffè compiacenti, ed alla fine sbotta.. “sarebbe bello che la commissione antimafia mi ascoltasse, e  che Mario Michele Giarrussso parlasse un poco con me”.

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19 Agosto 2018

Autore:

redazione


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