Molto più che una casa religiosa
Nei giorni scorsi Officina Democratica, movimento politico-culturale, ha promosso un incontro con l’Amministrazione Comunale a cui hanno partecipato anche tante altre realtà associative, sportive e del mondo del volontariato. Una necessità scaturita dalla notizia dell’abbandono delle suore salesiane, Figlie di Maria Ausiliatrice, dell’opera Istituto Salesiano Vincenzo e Francesca Zito, dopo 105 anni di presenza, sia un fatto importante che coinvolge tutta la comunità cittadina, destinataria dell’opera intrapresa dalle care concittadine, in favore della gioventù.
Officina Democratica in vari incontri ha approfondito la portata del problema, raccogliendo anche gli umori e le sollecitazioni della gente, colpita dalla notizia che ha causato stupore, dispiacere, disappunto, nonché ha riaperto una profonda ferita causata dalla chiusura , negli anni ’70, della casa dei Padri Salesiani, che ancora oggi rappresenta un vuoto non colmato nel tessuto sociale del nostro paese.
Per capire bene la portata del problema è necessario riferirsi alle origini, alle motivazioni che hanno indotto Giulia e Caterina Zito a fondare quest’opera nella nostra cittadina.
Si viveva il dramma della prima guerra mondiale e proprio i giovani e le giovani ne pagavano le conseguenze e soprattutto le fasce più povere,le cui famiglie, non avendo mezzi e possibilità, non potevano provvedere al sostentamento e alla formazione dei figli.
Le sorelle Zito, appartenenti ad una agiata famiglia, decisero di fare qualcosa per aiutare le giovani ragazze e, tante soluzioni si presentarono ai loro occhi, ma nessuna di esse era idonea a soddisfare le loro preoccupazioni.
Consigliate allora, dalla sapiente persona dell’arciprete Giuseppe Zappalà, partirono in carrozza alla volta di Catania, dove da poco, per volontà diretta di San Giovanni Bosco, da qualche anno erano approdati Salesiani e Salesiane.
Rimasero colpite favorevolmente dal modo familiare con cui le salesiane trattavano le ragazze e le assistevano , prendendosi cura di esse. Pensarono quindi di aver trovato i religiosi idonei che potevano realizzare il loro sogno per un opera educativa e formativa, dal punto di vista spirituale e materiale.
Tornado decisero di destinare il loro patrimonio alla causa intrapresa a favore dei giovani, e così, nel 1915 arrivarono le prime suore salesiane.
Non si trattava di aprire solo una casa religiosa, ma di realizzare un aiuto concreto ai giovani, sbandati e trascurati. Fecero di tutto perché i giovani non mancassero di nulla e le suore potessero realizzare quanto necessario.
Loro stesse condussero una vita grama, insieme alle suore, votandosi ad una vita improntata alla preghiera e all’essenzialità.
L’opera crebbe e si sviluppò, si aprirono le scuole e si rese necessaria la presenza dei padri salesiani per la cura e la formazione della fascia maschile. Così, nel 1935, 20 anni dopo, arrivarono nel nuovo istituto, costruito appositamente, i primi salesiani.
La cittadina cambiò volto e generazioni di ragazzi e ragazze ricevettero un’adeguata formazione ed educazione secondo i valori cristiani e morali, assunti poi dalla nascente Repubblica.
Oltre le scuole, nacque l’Oratorio, luogo privilegiato e tanto caro a don Bosco, dove ragazzi di ogni ceto sociale, si incontravano, si confrontavano, crescevano in un luogo sano, orientati al bene e ad un sano utilizzo del tempo libero.
Sant’Agata, possiamo dire, è cresciuta in simbiosi con la realtà salesiana che contribuì, senza dubbio, allo sviluppo sociale ed intellettuale delle nuove generazioni.
Purtroppo la chiusura dell’Istituto Sacro Cuore dei pp. Salesiani ha lasciato un vuoto enorme, anche perché, nulla è sorto in continuità che potesse proseguire l’opera intrapresa .
Le Zito, con lungimiranza, previdero che in caso i salesiani, lasciassero l’opera, tutto passasse alla Chiesa Madre, intravedendo in essa, l’unica realtà capace di proseguire la finalità della loro fondazione.
Non si trattò, nel loro intento, di un fatto economico e materiale, ma di un eredità spirituale che doveva essere perseguita dalla Chiesa.
Così, oggi, la Chiesa eredita questo importante patrimonio morale e spirituale che ci auguriamo, voglia proseguire e continuare, condividendo con la cittadinanza quanto emergerà da un esame e un libero e costruttivo dialogo.
Siamo qui, perché, come Officina Democratica, insieme ad Associazioni, Movimenti, Gruppi, da sempre impegnati nel sociale, vuole contribuire a realizzare quanto di meglio si possa fare perché questo meraviglioso patrimonio non vada perduto.