Il prossimo 17 agosto 2016, alle ore 21.30, presso il Castello Gallego di Sant’Agata di Militello, nuovo appuntamento con la Rassegna Nebrodi Cinema Doc 2016, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del comune di Sant’Agata di Militello.
La serata prevede la proiezione del film documentario “Il sale della terra” di Wim Wenders, nel quale la storia di Sebastiao Salgado viene narrata attraverso la stessa voce del fotografo brasiliano. Wenders ricostruisce la carriera di Salgado e il processo di maturazione del fotografo, divenuto oggi punto di riferimento per quanti, non solo fotografi, credono nella possibilità di un pianeta in armonia tra natura e attività umane.
Per 40 anni, il fotografo Sebastião Salgado ha attraversato i continenti sulle tracce di natura e umanità in piena mutazione. Ha testimoniato i grandi eventi della nostra storia recente: conflitti internazionali, carestie, migrazioni. In questo documentario, che ricostruisce la sua carriera, si rappresenta il territorio con paesaggi mozzafiato, con la diversità che li caratterizza. Un omaggio alla bellezza del pianeta. attraverso la sua vita e il suo lavoro raccontati dai punti di vista del figlio Juliano, che lo ha accompagnato nei suoi ultimi viaggi e di Wim Wenders, regista e fotografo lui stesso.
All’evento sarà presente il Prof. Aurelio Angelini – Direttore della Fondazione UNESCO Sicilia, professore all’Università di Palermo di Sociologia dell’Ambiente ed Ecologia, e allo IULM di Milano di Ambiente e sviluppo sostenibile. Sarà inoltre presente l’Ing. Francesco Cancellieri Presidente Centro Educazione Ambientale Messina onlus. Dopo la proiezione si dibatterà sui temi proposti, sulla tutela dell’ambiente, sulle sorti del pianeta, sulla biodiversità in compagnia degli ospiti.
Wim Wenders (Dusseldorf, 14/8/1945), studia Medicina e si trasferisce a Parigi all’età di 21 anni per frequentare l’Institut des Hautes Etudes Cinéma tographiques, e successivamente a Monaco dove seguirà le lezioni dell’Academy of Film and Television. Nel 1967-68 i suoi primi lavori: Scenari, Lo stesso Giocatore spara di nuovo (Same Player Shoots Again), Ciak Film (Klappenfilm) e Victor. Nello stesso periodo collabora con svariate riviste di critica cinematografica. Per il primo lungometraggio si dovrà attendere il 1970, quando vede la luce Estate in città, girato in bianco e nero dedica to al tema della prigionia, a cui farnno seguito La paura del portiere prima del calcio di rigore e La lettera scarlatta. Della prima metà degli anni ’70 è anche la “trilogia della strada”, di cui fanno parte Alice nella città, Falso movimento e Nel corso del tempo, l’ultimo dei quali gli varrà importanti riconoscimenti al Chicago Film Festival e al Festival di Cannes, per la sua capacità acuta e disincantata di descrivere la Germania post bellica, ancora combattuta tra sogni di grandezza e mito del miracolo americano. E’ però L’amico americano, del 1977, a garantirgli una visibilità ormai internazionale, attira l’attenzione anche di Francis Ford Coppola. Lo stato delle cose, gli varrà il Leone d’Oro a Cannes. A Cannes sarà premiato ancora nel 1985 per Paris, Texas, con cui viene lanciata Nastassja Kinski, e nel 1987 come Miglior Regista per Il cielo sopra Berlino. A Cannes, è anche presidente
della giuria nell’edizione del 1989, dove deciderà di servirsi di una diversa forma espressiva, quella del documentario, firmando Appunti di viaggio su moda e città (1989) e Lumière et Compagnie (1995). Nel 1991 porta a termine Fino alla fine del mondo, collabora con Michelangelo Antonioni in Al di là delle nuvole. Dal 1993 insegna alla Academy of Film and Television. Tra le opere degli anni ‘90 spiccano Buena Vista Social Club, un documentario sulla musica cubana (Ry Cooder e Compay Segundo), The Million Dollar Hotel (per il quale vincerà l’Orso d’Argento a Berlino), con Milla Jovovich e Mel Gibson, La terra dell’abbondanza e Non bussare alla mia porta, con Jessica Lange e Tim Roth. Il suo lavoro, The Palermo Shooting, è Stato in concorso alla 61esima edizione del Festival di Cannes. I suoi film non ci offrono scappatoie, ruoli prestabiliti, risoluzioni self service. L’amore può salvare come distruggere, farci perdere o ritrovarci, la guerra non è quella dei cattivi contro i buoni, la vita non è un bene prezioso in assoluto, l’immortalità può essere una prigione come e più di quanto lo sia un carcere. Wenders chiede ai suoi spettatori e ai suoi protagonisti di scegliere la strada più difficile, lontana dalle utopie, lontana dalle illusioni.
“Un film non può cambiare il mondo, ma può contribuire a capirlo e quindi… a cambiarlo!”
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