Nel Consiglio comunale di ieri, la maggioranza ha deciso di rinviare l’approvazione del Bilancio previsionale 2018/2020 e del Piano di riequilibrio. Cosi, l’ex sindaco Carmelo Sottile:
“Dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale dei punti all’ordine del giorno tra cui quello della mozione della minoranza per la protezione ed il ripascimento del litorale santagatese, della proposta di delibera del PAES ,del Piano triennale delle opere pubbliche e di quella dell’interpretazione del regolamento comunale con cui materialmente la maggioranza ha determinato l’eliminazione di un gruppo consiliare con unico componente che per prassi pluridecennale era sempre stato consentito, l’Amministrazione comunale al momento della discussione del bilancio previsionale 2018/2020 ha proposto il rinvio del punto all’ordine del giorno per dare più tempo agli uffici per effettuare una ricognizione dettagliata dei debiti fuori bilancio necessaria ai fini della comunicazione della piano di riequilibrio pluriennale agli organi competenti.
A questo ultimo proposito sembra quantomai approssimativo l’iter procedurale condotto nella stesura di un bilancio previsionale che con toni trionfalistici l’amministrazione era riuscita a chiudere“ in tempi record” con l’approvazione in Giunta e la proposizione al Consiglio comunale garantendo servizi, investimenti e pure la sovvenzione alla Proloco senza minimamente tenere conto che i debiti si dovrebbero ripianare a cominciare dall’esercizio finanziario in corso e non solo da quelli successivi.
Ma i nodi arrivano al pettine con la spada di damocle del commissario ad acta a cui compete vigilare sull’iter del procedimento da approvare entro 30 giorni . Secondo la logica e la Corte dei Conti sarebbe stato giusto portare i debiti fuori bilancio per il riconoscimento in Consiglio Comunale e quindi prendere atto della mancanza di copertura e subito dopo procedere con il piano di riequilibrio.
È proprio a questo proposito i consiglieri comunali di opposizione, relativamente all’approvazione del bilancio previsionale 2018/2020 ed al ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ai sensi dell’ art 243/bis dl 267/2000 hanno presentato un documento allegato di seguito e subito dopo si sono allontanati dall’Aula Consiliare con la dichiarazione della più completa estraneità alla costruzione di una proposta di bilancio previsionale 2018/2020, che si ritiene del tutto irricevibile, al pari della proposta relativa al ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale e dalle quali vengono prese le distanze attraverso la non partecipazione al voto e l’abbandono dell’aula
Sostenendo che:
– ‘quando si ricorre alla procedura di riequilibrio, qualora non dovessero prefigurarsi i margini per il recupero dell’equilibrio finanziario nei tre anni del bilancio previsionale, nelle more della definizione istruttoria del piano di riequilibrio, non può essere consentito all’Ente di sottostimare o differire l’approvazione dei debiti fuori bilancio già maturati e già emersi, nè di quelli che sopravverrebbero al piano di riequilibrio’.
-‘il piano di riequilibrio deve essere inteso come uno strumento atto a consentire una traiettoria di copertura e di rientro più agevolata (in un decennio o oltre) dall’esposizione debitoria, sempre a condizione di acquisire il consenso dei creditori rispetto all’arco di rateizzazione massima in tre anni (compreso l’anno in corso), ordinariamente previsto dal TUEL.’
– ‘il ricorso al piano di risanamento non può costituire il pretesto per omettere di dare piena evidenza in bilancio alla contabilizzazione delle poste passive, desistendo dal loro formale riconoscimento, e quindi via via dal pagamento dei debiti, per il solo fatto che tali poste, ove correttamente e regolarmente registrate in bilancio, andrebbero a ridimensionare gli avanzi di amministrazione, o ad appesantire considerevolmente i disavanzi pregressi, con conseguente forzosa e doverosa contrazione della capacità di spesa’”.
Carmelo Sottile
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