Pertanto, la combustione sul campo dei residui vegetali, configura illecito smaltimento di rifiuti, sanzionato penalmente dall’art. 256 comma 1, del Decreto legislativo 152/2006, che prevede “.la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o l’ammenda da 2.600 a 26.000 euro”.
Ovviamente si tratta di una grande assurdità, che scoraggia quanti, nonostante svolgano l’attività in perdita, perseverano coltivando i propri terreni. L’erba secca lasciata nei terreni, può diventare un potente combustibile per alimentare gli incendi.
L’Amministrazione del Comune di Sant’Angelo di Brolo, però, ha dato una soluzione. “L’unico modo per ovviare a questo problema – ha detto il Sindaco – è quello di costruire piccole centrali a biomasse che, dalla trasformazione di tali rifiuti, produrranno energia elettrica. Poi ci sono le acque di vegetazione e altri residui prodotti dalla molitura delle olive, che da problema per i gestori dei frantoi, potranno trasformarsi in ricchezza. Inoltre – ha proseguito il Sindaco – è possibile incentivare la piantumazione di alberi da parte dei privati, da destinare al taglio e quindi utilizzati per produrre energia quasi pulita. Così facendo, si riducono i danni ambientali prodotti dai combustibili fossili, si risolve un grosso problema per i proprietari terrieri, che non sanno più come smaltire questi rifiuti, e si riducono i rischi di incendi, perché i privati sarebbero incentivati mantenere puliti i loro poderi.
Se riusciremo a portare a compimento questa idea progettuale, per la quale sono già allo studio alcune soluzioni – ha concluso il Sindaco – quello che per gli agricoltori della nostra zona sembrava un problema insormontabile, potrà diventare un’occasione di sviluppo economico non indifferente”.
Intanto il Governo nazionale – crisi permettendo – ha in programma finanziamenti per incentivare la produzione di calore e di energia, proprio ricorrendo alle biomasse.