Scoperta archeologica di grande importanza, quella avvenuta a Sant’Angelo di Brolo. Il ritrovamento, che si è verificato in un terreno dove, in tempo arcaico, esisteva una colonia greca chiamata Lisycon, è stato fatto dalla funzionaria della Soprintendenza alle Belle Arti di Messina, dott.ssa A.Ollà, dall’arch. Giuseppe Natoli e dall’assessore alla Cultura di Sant’Angelo di Brolo, Gianni Giuffrè. Un idolo a forma di pagnotta, chiamato dagli archeologi tedeschi “Brotlaibidole”, tutto in terracotta, dalla lunghezza di circa otto centimetri di forma ovale con dei segni incisi, diffuso, fino ad oggi solo nell’Italia centro-nord, Germania, Austria e nell’Europa centro-est. Il periodo della sua diffusione è calcolato dagli esperti dal 2100 a.C. al 1400 a.C.( età del Bronzo antica e media). Molto più antico, quindi, del luogo in cui esisteva l’ellenica comunità di Lisycon, datata intorno al secondo secolo a.C., questo misterioso manufatto sconvolge quanto già gli studiosi di archeologia hanno stabilito, cioè che la maggior parte dei ritrovamenti, fino ad oggi, sia avvenuta in territorio italiano, soltanto a sud del lago di Garda, al centro di un triangolo formato da Brescia, Mantova e Verona ma anche in altre nazioni quali l’Ungheria, Slovacchia, Germania, Croazia e Austria. A tale proposito è stato avviato un progetto internazionale per lo studio di questi oggetti emblematici, che investe molte università italiane ed estere. Lo studio voluto dal direttore del Museo Archeologico dell’Alto Mantovano, dott. Adalberto Piccoli si è concluso recentemente con un convegno di grande importanza scientifica. Una banca dati multimediale, messa a disposizione on line, per il pubblico di scienziati di tutto il mondo, raccoglie tutti i 300 e più reperti di questo genere fino a oggi ritrovati. Il mistero di queste tavolette resta ma, ora, si aggiunge un altro tassello che attende ulteriori studi dopo il recente ritrovamento in Sicilia di questo misterioso oggetto vecchio di 4000 anni.