SANTI TROVATO – Che fine hanno fatto i Radar Metereologici?
Cronaca Regionale

SANTI TROVATO – Che fine hanno fatto i Radar Metereologici?

L’idea però sembra davvero esser caduta nel dimenticatoio, ed il Presidente dell’Ordine Santi Trovato deve prendere atto che la proposta, a distanza di 365 giorni, non ha avuto nessuna risposta “ad oggi-spiega Trovato-non abbiamo notizia se tali attrezzature, tra l’altro già in possesso della Protezione Civile Regionale, siano effettivamente entrate in funzione o ancora siano da collocare». 

Trovato però non demorde sulla questione, anzi, rilancia con un’altra proposta “sarebbe importante-dichiara Trovato-utilizzare la proroga dello stato di emergenza a Giampilieri e a San Fratello per intercettare i fondi necessari alla elaborazione di un “Progetto conoscenza delle criticità idrauliche e geologico – alluvionali nel territorio messinese ”, concluso il quale si potrebbe finalmente invertire la costosissima consuetudine ad intervenire solo ad evento calamitoso avvenuto”. 

Queste proposte sono già state inviate tramite una nota, al Governatore della Regione Sicilia e Commissario dell’emergenza alluvione Raffaele Lombardo, al Sindaco Giuseppe Buzzanca, al dirigente generale della Protezione Civile Pietro Lo Monaco e a tutti i deputati messinesi sia nazionali che regionali.

Il Presidente dell’Ordine si auspica un intervento dei rappresentanti politici cittadini, affinchè si possa attuare la sua proposta «Occorre con urgenza che la deputazione nazionale e regionale si attivi per repererire adeguate risorse per la redazione di un Progetto Conoscenza sulle principali criticità idrauliche e geologico-alluvionali nel territorio messinese, che dovrà prevedere anche una scala di priorità degli interventi da avviare, annualmente, nelle zone più a rischio».

Trovato inoltre conferma la totale disponibilità dei professionisti dell’Ordine, affinchè si facciano tutti i controlli tecnici del caso, senza impegnare altri uffici pubblici, già notevolmente impegnati su altri fronti “non c’è la necessità di affidarsi ad uffici pubblici regionali già “oberati” dai compiti d’istituto  o di commissionare costose consulenze a soggetti con prestigiosi curricula “scientifici e similari” che da un paio d’anni percorrono in lungo e largo la nostra provincia. Vogliamo ancora credere che la “nebbia” degli interessi di parte non avvolga completamente la volontà e la capacità dei soggetti che possono dare un contributo concreto di attenzione alla nostra area».

Infine Trovato traccia un bilancio di quanto è stato fatto in questi due anni per la messa in sicurezza del territorio, un lasso di tempo dove sicuramente qualcosa è stato fatto ma la strada sembra davvero molto lunga, soprattutto per quanto riguarda le opere di prevenzione “se molto è stato fatto nelle aree colpite dall’alluvione, nulla invece è stato programmato in prevenzione nelle zone del messinese soggette a rischio.

Non è per caso se a causa di una gestione dissennata dei suoli (ad opera di amministrazioni locali, professionisti, uffici tecnici sia comunali che regionali) la provincia di Messina venga riconosciuta a rischio frana ed esondazione idraulica per l’80 per cento della sua estensione. Non ci stanchiamo di ripeterlo: occorre agire con adeguato tempismo prima del verificarsi dei disastri per salvare non solo vite umane, ma anche per non gravare di costi esorbitanti le casse pubbliche. Non è solo un problema di risorse, come spesso viene affermato in queste occasioni, ma di adeguata programmazione degli interventi di messa in sicurezza in fase di pre-emergenza”.

Antonio Macauda

13 Ottobre 2011

Autore:

admin


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