Nell’ottobre 2010 l’Ordine degli ingegneri, nellintento di commemorare il triste primo anniversario dell’alluvione del 2009, ha invitato a Giampilieri autorevoli studiosi del Politecnico di Torino, presenti anche il presidente del Consiglio nazionale ingegneri ed il presidente della Provincia. In quelloccasione fu concretamente proposta linstallazione dinnovativi radar meteorologici, dal costo molto contenuto se rapportati agli onerosi interventi di messa in sicurezza avviati dopo il disastro del 2009.
Tutto è poi passato sotto silenzio, forse perché si era già messa in moto la «macchina bellica» dei soggetti amministrativi nominati commissari e soggetti attuatori dalla O.P.C.M.
Ricordiamo che con lutilizzo di detti radar è possibile monitorare le precipitazioni atmosferiche su vaste aree del territorio e, quindi, segnalare l’arrivo di «bombe d’acqua» prevedendone di conseguenza gli scenari di danni: in pochi, ad oggi, hanno dato risalto e seguito all’iniziativa. In alternativa è stata installata qualche sirena e qualche cartello monitore, del tipo «divieto di sosta in caso di pioggia» (…sic!!).
Ebbene, lungi dall’innescare sterili polemiche che non alimenterebbero altro che dichiarazioni strumentali e spesso personalistiche, con la presente rinnoviamo la proposta, lanciata lo scorso ottobre, di avviare da subito l’installazione dei radar che, peraltro, sono già in dotazione da circa un anno alla Protezione civile regionale e, ci risulta, ancora non tutti messi in funzione: a miglior memoria si allega la lettera prot. N. 1456 del 2010 inviata al presidente della Regione ed alla Protezione civile regionale per richiedere linstallazione, sul territorio messinese, di due prototipi radar messi a punto dal Politecnico di Torino.
Non è solo un problema di risorse, come spesso viene affermato in queste occasioni, ma di adeguata programmazione degli interventi di messa in sicurezza in fase di pre-emergenza.
ùNon ci stanchiamo di ripeterlo: occorre agire con adeguato tempismo prima del verificarsi dei disastri per salvare non solo vite umane, ma anche per non gravare di costi esorbitanti le casse pubbliche.
Ricordiamo che, ad oggi, sono stati impegnati tra Giampilieri e Scaletta Zanclea oltre 140 milioni di euro con fondi gravanti sul Ministero dellAmbiente, sulla Protezione civile regionale e nazionale e sulla Regione Sicilia ed i risultati non sono stati certo incoraggianti. Dopo un anno non piangiamo vite umane ma lorigine dei danni lamentati è sempre uguale: lassenza di una seria e preventiva programmazione e pianificazione degli interventi di messa in sicurezza delle aree più vulnerabili.
QuestOrdine, consapevole delle innumerevoli criticità ambientali ed idrogeologiche del territorio cittadino, ha avviato da qualche mese una collaborazione con le Circoscrizioni messinesi per procedere ad un preventivo esame dei più gravi fenomeni di criticità presenti in ciascun quartiere.
Tale attività potrebbe consentire al sindaco di invertire la logica della invocazione di fondi ad evento calamitoso avvenuto inserendo, invece, nella richiesta di stato di calamità naturale anche listanza per ottenere adeguate risorse finalizzate alla redazione di un documento programmatico in pre-emergenza sulle principali criticità territoriali segnalate.
Ci auguriamo che tutto questo lavoro svolto da diverse decine di ingegneri messinesi, volontariamente e con grande senso civico, non vada perso tra le «nebbie» degli interessi politici dei soggetti che, a vario titolo, verranno successivamente coinvolti e ribadiamo ancora una volta che un territorio sicuro è un territorio che attrae investitori e capitali, un territorio fragile e non adeguatamente messo in sicurezza non riuscirà a prevenire neanche le emergenze, come fino ad oggi, purtroppo, è stato evidente.
Il presidente dell’Ordine degli ingegneri Santi Trovato
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