SANTO STEFANO DI CAMASTRA – I volontari della protezione civile chiedono aggiornamento Piano Comunale di Protezione
Cronaca Provinciale

SANTO STEFANO DI CAMASTRA – I volontari della protezione civile chiedono aggiornamento Piano Comunale di Protezione

Il Piano di Emergenza è il supporto operativo al quale il Sindaco si riferisce per gestire l’emergenza col massimo livello di efficacia. Posto che solo attraverso una precisa distribuzione di sforzi volti:
-a conoscere le vulnerabilità territoriali ed antropiche,
-ad organizzare una catena operativa finalizzata al superamento dell’evento,
il Sindaco disporrà quindi di un valido riferimento che determinerà un percorso organizzato in grado di sopperire alla confusione conseguente ad ogni evento calamitoso.
Il Piano deve rispondere alle domande:
a. quale eventi calamitosi possono ragionevolmente interessare il territorio comunale?
b. quali persone, strutture e servizi ne saranno coinvolti o danneggiati?
c. quale organizzazione operativa è necessaria per ridurre al minimo gli effetti dell’evento con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana?
d. a chi vengono assegnate le diverse responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze?
Per poter soddisfare queste necessità occorre innanzitutto definire gli scenari di rischio sulla base della vulnerabilità della porzione di territorio interessata (aree, popolazione coinvolta, strutture danneggiabili, etc.) al fine di poter disporre di un quadro globale ed attendibile relativo all’ evento atteso e quindi poter dimensionare preventivamente la risposta operativa necessaria al superamento della calamità con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana (quanti vigili del fuoco, quanti volontari, quali strutture di comando e controllo, quali strade o itinerari di fuga, quali strutture di ricovero, aree sanitarie, etc. ) Il Piano è dunque uno strumento di lavoro tarato su una situazione verosimile sulla base delle conoscenze scientifiche dello stato di rischio del territorio, aggiornabile e integrabile non solo in riferimento all’elenco di uomini e mezzi, ma soprattutto quando si acquisiscano nuove conoscenze sulle condizioni di rischio che comportino diverse valutazioni degli scenari, o ancora quando si disponga di nuovi o ulteriori sistemi di monitoraggio e allerta alla popolazione. A livello comunale, si rende necessario arrivare ad un maggiore dettaglio che consenta agli operatori delle varie componenti della Protezione Civile di avere un quadro di riferimento corrispondente alla dimensione dell’evento atteso, della popolazione coinvolta, della viabilità alternativa, delle possibili vie di fuga, delle aree di attesa, di ricovero, di ammassamento e così via. Considerato che il rischio presente in un territorio può fare riferimento a diverse tipologie di evento (alluvioni, terremoti, frane…) il Piano deve prevedere uno o più “scenari di rischio”, a cui debbono o possono corrispondere diverse tipologie di intervento. È opportuno a questo proposito sottolineare un punto essenziale e cioè che il Piano deve essere redatto comunque sulla base delle conoscenze scientifiche possedute al momento, senza attendere studi in corso o futuri incarichi o perfezionamenti. Un piano “speditivo”, sia pure impreciso e cautelativo, è meglio che nessun piano. Appena possibile, si farà una revisione del Piano, lo si migliorerà, lo si completerà con più dati e più basi scientifiche. Il concetto-chiave della pianificazione di emergenza è comunque cercare di prevedere tutto, ma tuttavia occorre essere consapevoli che sarà sempre possibile in ogni emergenza, dover affrontare qualcosa di non previsto, pertanto occorre la massima flessibilità e contemporaneamente la capacità di creare i presupposti (ad es. attraverso le esercitazioni) affinché anche in questi casi vi siano le migliori condizioni di successo. Tali piani devono riguardare gli aspetti connessi alla previsione dei rischi e alla mobilitazione delle risorse esistenti, in fase d’emergenza. La predisposizione dei piani in questione, deve pertanto tenere conto di vari aspetti amministrativi e programmatici,articolandone la costruzione in diverse fasi. La prima fase. Riguarda la valutazione dei rischi del territorio, dividendoli per tipologia e livello di pericolosità. La seconda fase, riguarda lo studio del territorio la sua storia e le sue peculiarità.
La terza fase, riguarda le tipologie d’intervento, l’organizzazione e il coordinamento in caso di gravi calamità.
La quarta fase, riguarda l’organizzazione e la preparazione dei mezzi e delle risorse disponibili sul territorio.
Infine, la quinta fase, prende in esame la dislocazione delle forze di soccorso, e l’alloggiamento d’eventuali sfollati.
Il piano Comunale di Protezione Civile vuol essere valido strumento di conoscenza e di guida da utilizzare quando si rende necessario, in modo da favorire l’organicità degli interventi, per raggiungere lo scopo di collegare in maniera ottima le funzioni di prevenzione, previsione e mobilitazione delle risorse in caso d’eventi eccezionali.
Naturalmente anche Santo Stefano di Camastra ha il suo, per tale motivo chiediamo l’aggiornamento ed il coinvolgimento dell’odv di Protezione Civile presenti sul territorio comunale nella redazione di un nuovo piano aggiornato.
Sicuri di una vostra benevole accoglienza della presente, le porgo i miei più cordiali saluti.

Il Presidente
rag. Soccorso Salamone

15 Settembre 2012

Autore:

admin


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