La scorsa settimana, nell’arco di quattro giorni, l’esercito israeliano ha ucciso due giornalisti e ne ha feriti gravemente almeno altri tre.
giusto per dire
Mercoledì 9 ottobre, mentre gli attacchi si intensificavano nel nord di Gaza, l’esercito ha preso di mira il campo profughi di Jabaliya, uccidendo il cameraman di Al-Aqsa TV Mohamed al-Tanani e ferendo il suo collega Tamer Labad.
Il cameraman di Al-Jazeera Fadi al-Wahidi è stato colpito al collo e ora, a quanto si dice, è permanentemente paralizzato.
Israele ha ucciso almeno 175 giornalisti, il bilancio più alto registrato dal Comitato per la protezione dei giornalisti da quando ha iniziato a monitorare i decessi nel 1992; a titolo di paragone, nel 2006 in Iraq, il secondo anno più mortale, erano stati uccisi 56 giornalisti.
Inoltre, almeno 69 giornalisti sono stati arrestati, con 43 attualmente detenuti. Per esempio, una decina di giorni fa è stato incarcerato Geremy Loffredo della redazione di The Grayzone, colpevole di aver documentato i danni inflitti alla sede del Mossad da parte di un missile iraniano. Fortunatamente è stato rilasciato anche se trattenuto per almeno sette giorni.
Le autorità israeliane detengono ora il numero più alto di giornalisti detenuti a livello mondiale e almeno cinque uffici stampa sono stati chiusi, con circa 70 strutture stampa distrutte.
(Middle_East_Spectator)
dal blog di Enrico Tomaselli