“La nostra missione è promuovere la dignità della persona attraverso la cooperazione allo sviluppo nel solco dell’insegnamento della dottrina sociale cattolica”. Si presenta così una delle maggiori organizzazioni non governative italiane, la Fondazione AVSI (Associazione Volontari per il Servizio Internazionale), 29 milioni di euro nel bilancio 2009 e oltre 100 progetti di sviluppo in 38 Paesi di Africa, America Latina, Asia ed Est Europa.
Dicembre ha regalato all’AVSI una invidiabile visibilità mediatica. Diversi i servizi dedicatele da Rai e Mediaset, decine gli articoli nei maggiori quotidiani nazionali. A catturare consensi ed attenzione l’operazione “Quattro stelle per l’Uganda” che, a fianco della Ong, ha visto operare “per la prima volta insieme”, medici ed infermieri di Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare ed Arma dei Carabinieri.
Fiore all’occhiello della missione, la consegna al presidio di Kitgum di “un elettro-bisturi per la chirurgia, un apparecchio completo per endoscopia, una bilancia elettronica per la pesatura del plasma e un ingente quantitativo di medicinali e materiale sanitario donato da ospedali militari e industrie farmaceutiche private”. A trasportare in Africa attrezzature e medicinali ci ha pensato un velivolo messo a disposizione da “Alenia Aeronautica”, società nella titolarità della holding Finmeccanica. Una collaborazione con “Quattro stelle per l’Uganda” non del tutto disinteressata, dati gli affari multimilionari del complesso militare-industriale nazionale nel martoriato paese africano. Nell’estate del 2008, Finmeccanica ha consegnato alla polizia ugandese un elicottero “Koala Agusta Westland”, costo 5 milioni di dollari, utilizzato per “operazioni legate alla sicurezza e al trasporto VIP”. Selex Communications, altra società del gruppo Finmeccanica, ha invece consegnato 4 motoscafi intercettori superveloci e il sistema di comunicazioni “Tetra” per il pattugliamento del lago Vittoria (6 milioni di euro).
Sottoposta per lungo tempo alle incursioni delle forze irregolari dell’LRA, Kitgum è oggi l’epicentro delle operazioni d’intelligence ed “anti-terrorismo” delle forze armate Usa in Uganda. I primi reparti d’élite in forza all’US Army Corps of Engineers e all’US Air Force di stanza a Ramstein, Germania ed Aviano si sono insediati nella regione settentrionale dell’Uganda sin dal gennaio del 2007, per operare congiuntamente ai militari locali contro le milizie ribelli. Nel distretto di Gulu è stato pure installato un accampamento-presidio della Combined Joint Task Force-Horn of Africa, la speciale task force attivata dal Pentagono a Gibuti. Un anno fa, invece, proprio la regione di Kitgum è stata sede di una delle maggiori esercitazioni militari multinazionali mai realizzate nel continente africano, la “Natural Fire 10”.
Ad essa hanno partecipato 550 uomini di US Army Africa (il Comando delle forze terrestri degli Stati Uniti per il continente con sede a Vicenza) e 520 militari di Kenya, Tanzania, Uganda, Rwanda e Burundi. Spacciata come “operazione umanitaria” grazie alla copertura degli d’interventi “di tipo medico, dentistico e ingegneristico” realizzati tra le comunità locali, la forza multinazionale ha tuttavia movimentato attrezzature e armamenti pesanti, tra cui tre elicotteri CH-47 “Chinook” dotati di un nuovo sofisticato sistema di “riconoscimento” che ha consentito ai quartieri generali AFRICOM di Stoccarda e US Army Africa di Vicenza di ottenere informazioni chiave sugli insediamenti dell’LRA nella regione.
“Grazie al “Nature Fire 10” a Kitgum, Washington ha inteso rinnovare il proprio supporto al governo di Kampala nella guerra contro il Lord’s Resistance Army e il suo leader Joseph Kony, responsabile di gravi crimini contro l’umanità”, hanno rilevato gli analisti. Nella primavera del 2009, il Congresso, con voto di repubblicani e democratici, aveva approvato l’“LRA Disarmament and Northern Uganda Recovery Act”, che chiedeva all’amministrazione Usa d’intervenire nel nord Uganda, nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sudan meridionale per “rafforzare le capacità di protezione ed assistenza della popolazione”, “consegnare alla giustizia i leader ribelli” e “disarmare e smobilizzare l’LRA”.
L’Atto è stato ratificato nel maggio 2010 dal Presidente Obama. Lo scorso 18 novembre, deponendo di fronte al Comitato per le forze armate del Senato, il generale Carter Ham, nuovo comandante Africom, ha confermato il “ruolo centrale” della struttura nel “supporto agli sforzi del Dipartimento di Stato in Uganda”. “US Africom sta attualmente conducendo l’addestramento dei militari ugandesi”, ha dichiarato Ham. “Ciò è parte della strategia finalizzata ad arrestare o rimuovere dal campo di battaglia il leader LRA Joseph Kony”.
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