l’editoriale fotografico come forma di racconto
Le immagini hanno sempre accompagnato le parole, arricchendole e amplificandone il significato. Tuttavia, nel nostro percorso editoriale, vogliamo spingerci oltre: le fotografie non sono più semplici supporti al testo, ma diventano protagoniste indipendenti, capaci di raccontare storie senza bisogno di essere spiegate con tante parole.
Le copertine pubblicate sulla pagina social del nostro giornale nel mese di gennaio rappresentano proprio questa idea: un flusso visivo che suggerisce una narrazione, che racchiude concetti, notizie, opinioni e visioni in totale libertà espressiva. L’obiettivo non è solo quello di documentare, ma di evocare.
La fotografia, in questo senso, diventa un editoriale visivo. Una singola immagine può sintetizzare un’idea, trasmettere un’emozione, accendere un dibattito. Ogni immagine si fa portatrice di un messaggio, lasciando spazio all’interpretazione del pubblico, che a sua volta partecipa alla costruzione del significato.
“Si tratta di catturare l’attimo e includere tutto ciò che ha intorno”, e poi il resto lo fa il lettore.
In questo gioco di sguardi e prospettive, la narrazione visiva diventa un dialogo aperto, un invito a guardare oltre, a immaginare storie e a scoprire nuovi punti di vista.
Attraverso le nostre copertine, vogliamo dare spazio a questa libertà narrativa, trasformando ogni immagine in un’idea che prende vita, in un pensiero che si fa visibile in un quotidiano vissuto tra storia cultura, politica, emozioni.
Max Scaffidi
