Italia: poveri ed emarginati in aumento. La letteratura non è erudizione nel chiuso di una biblioteca
Passando tra le vie e i sobborghi delle città, tra i cartoni consumati, in angoli nascosti giacciono uomini senza più nessuna identità: ad una fontanella vicino la stazione un barbone tenta di rasarsi specchiandosi nello specchietto di un’automobile parcheggiata; dentro la stazione, mentre aspetti il treno costantemente in ritardo, l’occhio si posa su una zingara coricata sulla panchina che allatta il suo figlioletto affamato; alle fermate dei tram, ecco scarpe e vestiti sistemati in ordine come fossero in un armadio mentre i proprietari sono in giro a chiedere l’elemosina o una sigaretta, ormai loro unica consolazione.
Nel nostro Paese i senzatetto e i poveri sono in aumento e, in un periodo di crisi, la risposta della politica italiana non sembra efficace.
Quante volte, guardiamo con sdegno zingari, barboni e senzatetto?
Onestamente capita a tutti di temere per la propria incolumità, di avere paura di essere derubati o peggio. Eppure dietro un furto o un raggiro non sempre c’è cattiveria ma più spesso solo un disperato bisogno di procacciarsi del cibo e di sopravvivere a qualunque costo.
Senza voler giustificare tutti, è vero che alcuni non hanno altra scelta se non quella di rubare.
Non vuole essere una giustificazione, appunto, ma un invito a riflettere e ad agire per evitare che il nostro Stato diventi un paese di poveri e di criminali.
Occorre precisare che non tutti i poveri o i barboni sono dei delinquenti come pensa gran parte della gente?
Forse si, dato che i pregiudizi a riguardo sono tanti.
Trattando quest’argomento viene in mente Victor Hugo, celebre icona del Romanticismo francese.
Hugo fu sempre dalla parte dei miserabili e si mostrò sempre attento e partecipe ai problemi dell’attualità sociale, prendendo posizione con appassionate lotte contro l’ingiustizia e l’oscurantismo.
Una delle sue opere di maggiore successo fu “Notre Dame de Paris”, storia di zingari, di emarginati, di corruzione, d’amore e di omicidi. La bella Esmeralda, amata dallo storpio Quasimodo, è una zingara dal fascino seducente e un’abile danzatrice.
Accusata di aver pugnalato il capitano Phoebus, Esmeralda è imputata di assassinio e stregoneria. Certamente tra un prete e una zingara è più facile accusare di omicidio una zingara… ma è davvero stata lei? E chi è questo prete e perché mai dovrebbe essere coinvolto in una torbida vicenda? Lascio a voi il gusto di scoprirlo tramite un’avvincente lettura!
Dopo aver letto il romanzo, vi emozionerà sicuramente la visione del musical in francese tratto da quest’opera e riscritto da Luc Plamondon oppure del musical in italiano di Pasquale Panella con le magnifiche musiche di Riccardo Cocciante.
In entrambi i casi sono ampiamente studiate sia le coreografie sia le scenografie.
Tra letteratura, musica e teatro, ecco apparire in scena un argomento sempre attualissimo.
Leggete, cari lettori, osservate e riflettete ma soprattutto evitate i pregiudizi. Abbiate il coraggio di scalfire la scorza esteriore dei miserabili per sondarne in profondità l’animo come fece Hugo nell’altro suo capolavoro, i “Miserabili” appunto.
E chi può, faccia qualcosa per risollevare la nostra Italia!
tratto da: www.zipgiovani.it
Ylenia Jessica Micale, orlandina, ama la danza, le piace scrivere, attenta osservatrice di costume e di come va il mondo, studia presso l’Università di Messina, alla Facoltà di Lettere e Filosofia – Lingue e Letterature Straniere.