È questo il senso dell’esperimento “rivoluzionario” escogitato e messo in campo dalla prof. Mariangela Gallo dell’ITIS “E. Torricelli” di Sant’Agata Militello.
Quando la pedagogia deve far fronte a delle difficoltà insormontabili, causate in questa fase dalla pandemia, l’arte e la creatività le vengono in supporto. È questo il senso dell’esperimento “rivoluzionario” escogitato e messo in campo dalla prof. Mariangela Gallo dell’ITIS “E. Torricelli” di Sant’Agata Militello. Lezioni all’aperto invece di chiudersi dentro le quattro mura delle aule scolastiche, teli in sostituzione dei banchi e musica al posto dei libri. Gli studenti seduti per terra nella spiaggia di Sant’Agata M.llo, a pochi metri dal mare, in una splendida giornata di sole. È avvenuto lo scorso 29 settembre, per la gioia degli studenti e delle loro famiglie.
Ecco come l’insegnante Gallo aveva descritto il progetto, in una lettera ai genitori: “Il ritorno a scuola mi ha permesso di constatare come la pandemia abbia demoralizzato e demotivato i ragazzi e le ragazze. Il loro mutismo e la loro frenesia nell’avere sempre accanto l’unico amico dal quale non si vogliono separare, mi riferisco al telefonino, li ha condotti nel tunnel della mancanza di comunicazione interpersonale e interrelazionale”.
Cosa fare per lenire questi effetti sulla concentrazione e conseguente calo dell’apprendimento? La risposta della docente è una sfida: “Per fare ciò bisogna costruire un ponte relazionale tra la scuola e le famiglie. […] La novità più incisiva è quella di portare gli allievi fuori dalle mura scolastiche, […] affinché la didattica possa apparire ai loro occhi più affascinante e coinvolgente. Ho programmato una lezione di grammatica in spiaggia, partendo da alcuni esercizi di autocoscientizzazione, accompagnati dalla musica, con verbalizzazione orale e scritta delle emozioni. Ciò ha permesso di attivare l’attenzione, la concentrazione, ma cosa più importante il recupero dell’autostima”.
La risposta delle famiglie è stata corale e l’esperimento ha avuto effettivamente luogo, dopo le consuete procedure di autorizzazione da parte della presidenza. Si ringrazia la dirigente, prof. Antonietta Amoroso, per la condivisione e valorizzazione del progetto.
I ragazzi e le ragazze seduti in cerchio sono stati introdotti, con la voce guida dell’insegnante e con un sottofondo musicale, studiato appositamente, in un mondo immaginario per estraniarsi dalla realtà che li circonda e invogliarli a guardare dentro il proprio sé.
Ecco come gli studenti hanno descritto le loro sensazioni alla conclusione dell’esperienza:
Veronica
“Ho visto il mio corpo sollevarsi da terra. Ho sorvolato il mare, ho sentito il dolce vento sfiorare delicatamente la mia pelle. L’orizzonte si è aperto a me, senza dimensioni e confini. Ricordi remoti sono riaffiorati dall’oblio. Ho accettato me stessa, ho iniziato a guardare come realmente io sia. Ho riflettuto sui miei atteggiamenti ed ho perdonato i miei sbagli. Ho provato un senso di pace assoluta. Nessun fastidio, nessuna ansia, nessuna paranoia”.
Gabriele
“Gli esercizi eseguiti ed il sottofondo musicale hanno permesso alla mia mente di rilassarsi totalmente. Ho lasciato il mio corpo per volare via e sorpassare le barriere mentali, che mi impediscono, nella vita quotidiana, di agire liberamente”.
Silvio
“Un’esperienza surreale. Ho provato emozioni mai sentite prima: pace, libertà ed allegria”.
Marco
“Oggi, dopo l’esperienza vissuta mi sono sentito una persona diversa, perché ho assaporato la vera libertà. Le emozioni che ho provato sono state particolari e faccio fatica a descriverle. È stata un’avventura inebriante, ma soprattutto indelebile. Assolutamente da ripetere!”
Michele
“Io non so spiegare bene ciò che ho provato in quel momento, ma di sicuro era una sensazione piacevole, rilassante, particolare, nuova …quasi sublime. Ero finalmente libero in un luogo paradisiaco. Un’esperienza di vita straordinaria, che non solo non voglio dimenticare, ma che spero si possa ripetere”.
Andrea
“Oggi ho vissuto una nuova e splendida esperienza che ogni studente dovrebbe fare, così da estraniarsi dalla solita vecchia e noiosa scuola. Quattro mura che somigliano ad un carcere. Mi sono lasciato trasportare dalle magiche parole dell’insegnante, che hanno permesso al mio corpo ed alla mia anima di raggiungere uno straordinario luogo, dove mi sono sentito spensierato e libero. Sensazioni entusiasmanti e commoventi. Grazie per avermi fatto vivere momenti di vera tranquillità”.
Mattia
“Ho ascoltato il suono delle dolcissime onde, accompagnato da una magnifica musica. Volteggiavo sul mare, vivendo nuove stupende emozioni. Ho sperimentato un senso di libertà mai provato prima, anche a causa della pandemia che ha spento un po’ tutti. Ero così felice! Mi è sembrato che il tempo fosse volato via insieme al vento che accarezzava il mio corpo”.
Una splendida esperienza di una pedagogia innovativa che ha entusiasmato anche le famiglie. Una madre scrive alla docente: “Un’ottima iniziativa che permette ai nostri figli e figlie di poter imparare tantissime cose che fanno parte della vita di tutti i giorni. Già di buon mattino aver notato che Marco era entusiasta dell’esperienza, non le nego che abbia messo di buon umore anche me! Notare che il proprio figlio vada volentieri a scuola, per un genitore, è una grande soddisfazione. Al suo rientro mi ha raccontato le due ore trascorse al mare assieme a lei e ai suoi compagni di classe e mi sono soffermata tanto sull’ascolto del suo racconto, soprattutto quando si trovava sdraiato sul suo telo, con gli occhi chiusi, ascoltando la musica, cercando di rilassarsi e di lasciarsi andare, per trovare un equilibrio interiore tra sé e sé. Le confesso che ho riflettuto tanto sulle abitudini giornaliere dell’essere umano in genere, sempre preso dalla propria routine ed in preda al proprio correre quotidiano, senza dare valore al “tempo per sé stessi”. Non diamo più importanza oggi al nostro “io”, non abbiamo mai il “tempo per noi”.
Oggi, grazie a lei, i nostri ragazzi hanno avuto la possibilità di dedicare del tempo a se stessi, uscendo dai classici “schemi”, dando ascolto al loro “io interiore” e di conseguenza spazio a un momento di riflessione.”
(Caroniti Maria Annunziata).
Una metodologia didattica che dovrebbe essere la normalità, non l’eccezione. Parafrasando il grande pedagogista brasiliano, Paulo Freire, si può concludere: “Non siamo nel mondo semplicemente per adattarci ad esso, ma per poterlo trasformare in meglio e gli strumenti per far ciò deve offrirceli la scuola”.