SCUOLA – Il merito in cattedra
Cronaca Regionale

SCUOLA – Il merito in cattedra

A proposito del reclutamento dei docenti della scuola tramite procedura concorsuale, leggiamo nel sito del MIUR:
“È prevista per il 24 settembre la pubblicazione di un bando di concorso, per titoli ed esami, su base regionale, finalizzato alla copertura di 11.892 cattedre nelle scuole statali di ogni ordine e grado, risultanti vacanti e disponibili; altrettanti posti saranno messi a disposizione dal Miur attingendo dalle attuali graduatorie. La procedura concorsuale avverrà secondo modalità innovative per favorire l’ingresso nella scuola di insegnanti giovani, capaci e meritevoli. Visto l’elevato numero di potenziali candidati, vi sarà una prova selettiva da svolgersi alla fine di ottobre, su una batteria di test uguale per tutte le classi di concorso. A gennaio sarà svolta la prova scritta (consistente anche in una prova strutturata di verifica delle competenze disciplinari), in modo da avere i tempi per svolgere la prova orale (con l’inserimento di una simulazione di una lezione per verificare l’abilità didattica) e pubblicare le graduatorie in tempo utile per l’immissione in ruolo per l’a.s. 2013/2014. A questo primo bando seguirà un secondo entro maggio 2013, disciplinato dalle nuove regole di reclutamento, attualmente in fase di preparazione”.
Non vi è dubbio che si tratti di una “buona novella” perché – parola di Ministro – nelle nostre scuole entreranno docenti scelti esclusivamente mediante concorso di ammissione, quindi, si spera, sulla base del merito.
Non condividiamo l’idea di quanti vogliono riaprire il dibattito sulla priorità da dare alla riforma globale sul sistema di reclutamento prima di procedere al bando, perché ciò potrebbe significare rimettere in cantina (non sappiamo per quanti anni) l’atteso concorso.
Ma se vogliamo che il “merito risalga veramente in cattedra”, crediamo che la priorità debba essere la scelta dei componenti le commissioni tra professionisti di provata esperienza, competenti e capaci di valutare, con onestà e trasparenza, esclusivamente sulla base del merito.
Siamo, infatti, convinti che il cambiamento del sistema scolastico poggi essenzialmente sul livello di preparazione dei docenti, sulla loro identità culturale e professionale, sul modo con cui vivono quotidianamente l’impatto con il processo d’insegnamento/apprendimento e non solamente sul principio dell’anzianità.
La complessità e le competenze richieste da un’istituzione scolastica in una società sempre più globalizzata, non possono basarsi su funzioni impiegatizio – burocratiche o rifugiarsi in dilettantismi e volontariato.
Gli esaminatori sono, perciò, tenuti a esplorare e valutare se il futuro docente sia un professionista colto, riflessivo, con robuste conoscenze disciplinari, capacità organizzative, relazionali e comunicative che garantiscano l’empatia. È anche indispensabile che sia disposto ad aggiornarsi continuamente, che sia in grado di organizzare il tempo scuola in funzione dei bisogni degli studenti, che sappia far fronte alla complessità dei problemi legati al processo d’insegnamento e apprendimento, che sia disponibile a lavorare in gruppo e ad avere buoni rapporti con le famiglie e i colleghi.
Se a causa di commissari scelti, come spesso è accaduto, secondo logiche sindacali o (cosa possibile in Sicilia alla vigilia delle elezioni) secondo appartenenze partitiche, non si riuscisse a ottenere un rigoroso e selettivo reclutamento iniziale costringendo a cambiare “mestiere” quanti professionalmente inadeguati, la nostra scuola continuerà a essere il fanalino di coda in Europa e i nostri ragazzi resteranno senza futuro.

15 Settembre 2012

Autore:

admin


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