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SEL MESSINA – Verso il forum delle politiche culturali

Da anni ormai l’attenzione dell’Amministrazione Comunale alle politiche culturali della città, si limita a tre momenti, 3 giorni su 365 : un “mega concerto evento estivo”, il concerto di Capodanno (quest’anno risoltosi con un esibizione di poche decine di minuti a notte ormai inoltrata) e la “notte della cultura”, un affastellamento caotico ed informe di eventi che nasconde al suo interno qualche “perla” ma di cui non crediamo francamente che il Sindaco della città possa menare gran vanto. Messina è città di nobili e gloriose tradizioni artistiche e culturali e se i suoi cittadini hanno affollato le strade e i luoghi interessati agli eventi la notte del 12 febbraio è proprio perché sono, come l’On. Buzzanca ha dichiarato con toni tronfi ed entusiastici, “affamati di cultura”. Se questo è vero, è riconducibile ad una sua precisa responsabilità in quanto con l’ inadeguatezza delle politiche culturali messe in campo, nella sua doppia veste di Sindaco e di Assessore alla Cultura, non è riuscito a “sfamarli per i restanti 362 giorni.
Ai numerosi turisti -circa 400.000 secondo la stampa locale – che transitano ogni anno in città non tocca sorte migliore. Li vediamo aggirarsi smarriti alla ricerca di cose interessanti da fare e vedere, oppure prelevati direttamente dagli autobus dei tour operators e condotti altrove. Non uno straccio di accoglienza programmata o di percorso artistico e culturale a meno che non si intenda per tale il mezzo da luna park che ogni tanto si vede fra le banchine del porto e piazza Duomo.
Una città che ha una storia , una geografia, una stratificazione di culture e testimonianze e una peculiare struttura territoriale da cui potrebbe derivare una chiara vocazione allo sviluppo culturale e turistico di qualità, è invece ridotta a luogo di transito. Quasi solo un grande autogrill, se pensiamo che l’unico destino a cui le attuali classi dirigenti vogliono legare Messina è quello del Ponte.
Le amministrazioni locali, del resto, nel considerare le politiche culturali nient’altro che un parco giochi a buon mercato non hanno inventato nulla.
Ci è toccato infatti in sorte di ascoltare nei mesi scorsi da autorevoli esponenti del Governo in carica affermazioni di una desolante tristezza, come quella ormai famosa che di “Pane e cultura” non si vive. E’ appena il caso di ricordare che l’Italia detiene il 52% dei beni culturali mondiali e dedica lo 0,20% del Pil alle politiche culturali. Questa situazione è il prodotto di una visione ottusa e miope che disconosce la straordinarietà e la bellezza del nostro patrimonio artistico e che ignora il contributo che cultura, arte, spettacolo danno alla crescita civile del paese come pure all’economia , in termini di aumento dell’occupazione.
Stessa ottusità e miopia informano le politiche culturali messe in campo nel nostro territorio. A fronte di un tessuto di iniziative, malgrado tutto ancora vivace e ricco di presenze e voci interessanti e resistenti, l’amministrazione Comunale non ha ancora pensato a dotarsi di un nuovo Assessore alla Cultura, dal momento che Giovanni Ardizzone ha dato le dimissioni circa un anno fa. Da allora il Sindaco ha avocato a se la delega sottovalutando il particolare non secondario di essere già impegnato su troppi versanti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, come nel caso dello “scippo “ dell’Isola Bella di Taormina, votato nella quarta commissione dell’Ars anche dal nostro Primo Cittadino, evidentemente distratto perchè stanco dei troppi cambi d’abito cui i suoi numerosi incarichi lo costringono.
Alla città di Messina, tuttavia, non occorre solo un assessore alla cultura. Gli operatori culturali, le istituzioni, i cittadini, gli studenti non meritano una politica che , nella migliore delle ipotesi, si limita a gestire spiccioli per alimentare cordate amicali e clientele.
Occorre una svolta radicale e a dirlo non è solo Sinistra Ecologia e Libertà. L’esigenza di uscire da una condizione umiliante di dipendenza da scelte arbitrarie e mai trasparenti che derivano da una cronica mancanza di progetto e da una gestione privatistica degli spazi pubblici è ormai un dato acquisito.
Non a caso nei mesi scorsi sono nate a Messina due esperienze di movimento, diverse tra loro per modalità e scelta di percorsi come il Comitato Messina verso il futuro e, più di recente l’Unione per la cultura, che cercano strade per affermare il bisogno di questa città di trovare spazi per l’espressione della cultura, della creatività, di nuove soggettività.
A queste realtà organizzate e a quanti in città ne sentono il bisogno offriamo un ulteriore strumento . Un Forum per le politiche culturali che SEL concepisce come spazio di confronto, laboratorio permanente di idee e proposte, aperto alla partecipazione e al contributo di donne e uomini che credono in una città migliore, in una città altra le cui dinamiche sociali ed il cui vissuto quotidiano sia proiettato verso il recupero della “ memoria”, che riannodi i fili e ritessa quella trama del vivere civile e solidale, quel tessuto che questi anni bui e tristi hanno lacerato ma non strappato.

Elio Morabito
Tonino Cafeo

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