Capita in un ospedale del messinese… raccontiamo la storia.
Lei entra in ospedale ad inizio della scorsa settimana, per un piccolo intervento … aveva i calcoli.
Aveva fatto qualche giorno prima i tamponi per accertare la presenza o meno del covid-19.
Quindi ottenuto disco verde per il ricovero lei viene sottoposta all’intervento. La notte di venerdì, era stata programmata la sua dimissione sabato mattina, un accertamento di gruppo.
Tamponi e prelievi per tutti i ricoverati del reparto per un presunto caso sospetto. Poi il nulla. Zero informazioni.
Poi arrivano le prime relazioni sugli accertamenti fatti. Tutto è negativo, ma sono solo accertamenti verbali e non cartacei, come vuole il protocollo.
Quindi tutti chiusi in corsia e così va via il tempo sino a ieri, lunedì scorso.
C’era l’alternativa, dimissioni volontarie dall’ospedale e ricovero a casa in quarantena, per poi andar a fare il tampone in un centro autorizzato.
Ecco la storia di un fine settima d’ordinaria follia in un ospedale messinese, tra nervi a fior di pelle, anche del personale sanitario che non sapeva a che santo votarsi nè quale risposta dare ai pazienti, la protesta dei ricoverati e dei loro parenti… per i quali era inaccessibile – giustamente – il reparto.
La storia di una procedura inadeguata.