La nota di Silvestro Scotti (FIMMG) sul futuro dei medici di famiglia, quelli isolani ieri hanno protestato a Palermo in rivolta con il decreto regionale ‘’salvacondotto’’. “Siamo al loro fianco per evitare che questo diventi un passaporto “irregolare” di accesso al corso di Formazione Specifica in Medicina Generale» ha detto Silvestri. La stabilizzazione dei precari? «E’ una priorità, ma non si devono cercare scorciatoie».
Sono scesi in piazza ieri, a Palermo, gli studenti di medicina generale di tutta la Sicilia per protestare contro il decreto regionale firmato dall’assessore Ruggero Razza la scorso 21 dicembre.
Si tratta delle “Misure per il superamento del precariato del personale Medico sostituto operante nei servizi di emergenza 118” che prevedono la stabilizzazione dei medici precari del 118 e la loro ammissione in soprannumero al Corso specifico in Medicina generale non prevista dalla normativa nazionale.
In pratica il decreto stabilisce che i medici che hanno conseguito l’attestato EST (emergenza su territorio), che alla pubblicazione del decreto hanno accumulato almeno 18 mesi di attività come sostituti del 118, possono entrare in soprannumero al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, ovvero senza superare alcun concorso.
Sul piede di guerra la Federazione italiana medici di Medicina generale che ha parlato di troppi punti oscuri di un decreto che rischia solo di penalizzare i giovani medici siciliani.
La Fimmg rileva che con questo decreto, i medici dell’emergenza, una volta ultimato il corso, sarebbero in possesso del diploma di medicina generale, che per norme italiane ed europee garantisce la possibilità di partecipare alle graduatoria sia dell’emergenza, ma anche della medicina generale e della continuità assistenziale.
Ma non solo.
Secondo Luigi Tramonte, segretario regionale Fimmg continuità assistenziale Sicilia, con questo decreto vengono messi “in soprannumero medici che per legge non lo potrebbero essere. Le disposizioni di legge, infatti, prevedono che possa essere ammesso in soprannumero soltanto chi era iscritto a medicina entro il 31 dicembre del 1991; attraverso il decreto, invece, vengono ammessi tutti in maniera indiscriminata.
Secondo il decreto basta avere 18 mesi di anzianità di servizio, quindi non occorre il concorso e ciò farebbe saltare tutta la programmazione che fino ad oggi c’è stata all’interno del corso di medicina generale. Praticamente – continua il dottor Tramonte – chi ha superato il concorso e ha fatto tanti sacrifici si vedrebbe scavalcato da chi, senza alcun concorso, ha avuto negli anni la possibilità di accumulare punteggi, cosa che, ovviamente, i giovani colleghi non hanno invece avuto.
Viene rubato, così, il futuro ai medici di medicina generale”.
“Noi – prosegue – abbiamo presentato tre proposte ma non siamo stati ascoltati. Una delle idee è stata già messa in pratica in Emilia Romagna e in Piemonte e sarà messa in atto anche in Liguria, ovvero stabilizzare i colleghi del 118, con 3 o 5 anni di servizio, direttamente nel servizio di emergenza senza toccare la medicina generale”.
“C’è da sottolineare, poi, che con il decreto non stabilizzano nessuno perchè i colleghi, soltanto alla fine dei 3 anni di corso in sovra numero, potrebbero accedere alle titolarità del 118. È una eventuale stabilizzazione a fine corso. Ecco perchè chiediamo il ritiro del decreto”.
Per la Fimmg la stabilizzazione dei precari è auspicabile ma non in questa maniera, penalizzando i giovani siciliani che hanno studiato per diversi anni superando i concorsi.
L’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, ha inviato una lettera agli Ordini dei medici scrivendo che incontrerà i nove presidenti siciliani per trovare una soluzione alle perplessità sul decreto pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana n. 5 del 21 dicembre 2018 e che potrebbe provocare una pioggia di ricorsi.
La nota della Fimmg Messina
«Siamo al fianco dei giovani medici siciliani che protestano per non veder schiacciato da un colpo di mano tutto il lavoro fatto per costruire il proprio futuro. Il tema della stabilizzazione dei precari è cruciale, ma non deve e non può essere risolto con provvedimenti regionali che non hanno alcuna coerenza con la legislazione nazionale ed europea». Con queste parole il segretario generale della Fimmg Silvestro Scotti ribadisce la propria posizione rispetto ad una vicenda che, lui stesso sottolinea «rischia di far saltare tutto il lavoro svolto per l’aumento della copertura finanziaria utile alla formazione in medicina generale e la regolamentazione dell’accesso al corso di formazione». Si tratta, insomma, di una «scorciatoia inaccettabile» che alla lunga «può solo danneggiare la funzionalità della medicina generale e, a pioggia, la qualità dell’assistenza erogata ai cittadini anche dagli stessi servizi di emergenza. Proviamo ad immaginare un medico del 118 che sia impegnato in un corso a tempo pieno di 38 ore settimanali mentre ne svolge altre 38 ore in attività assistenziali di tale delicatezza, pura follia. Inoltre viste le dichiarazioni dell’Assessore Razza crediamo criminale piuttosto affermare, come lui ha fatto a mezzo Facebook, che l’accesso ad un corso in soprannumero e il conseguente conseguimento di un diploma possa essere limitato ad una sola delle attività che rientrano nell’area della medicina generale, quella della emergenza, mostrando che evidentemente ignora le più elementari norme sul valore dei titoli di studio per l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale e lo stesso Accordo Collettivo Nazionale per la Medicina Generale».
Il caso, è bene ricordarlo, riguarda la recente pubblicazione del decreto regionale «Misure per il superamento del precariato del personale Medico sostituto operante nei servizi di emergenza 118», secondo il quale i medici che hanno conseguito l’attestato EST(emergenza su territorio), che alla pubblicazione del decreto hanno accumulato almeno 18 mesi di attività come sostituti del 118, possono accedere in sovrannumero al corso di Formazione Specifica in Medicina Generale. Dunque, senza superare alcun concorso.
«Con questo sistema – dice Scotti – si trasforma l’attività svolta per il 118 in un salvacondotto. Basterebbe ultimare il corso per essere in possesso del diploma di medicina generale, che per norme italiane ed europee consente di entrare in graduatoria sia nell’emergenza che nella medicina generale e della continuità assistenziale. E’ evidente che in questo modo si rischierebbe da un lato di sguarnire il 118, vista la presumibile “migrazione” verso la medicina generale, ma anche e soprattutto di danneggiare quei giovani medici che il concorso lo hanno vinto e che si vedrebbero scavalcati».
Scotti ribadisce l’importanza di lavorare alla stabilizzazione dei precari, tema che «si sta affrontando – spiega – in sede di Contratto collettivo nazionale e di concerto con il Ministero della Salute che mi pare sia ancora il soggetto competente, e a tal proposito esprimiamo ancora maggiore preoccupazione in assenza di un intervento del Ministro Grillo su tale questione visto che queste appaiono le premesse ad una regionalizzazione spinta che qualcuno vorrebbe, al punto di legiferare su temi di non competenza regionale. L’attività svolta nel 118 può ed è certamente importante e formativa ma non certo per le competenze della medicina di famiglia e tantomeno può essere un passaporto privilegiato che aggiri il merito».
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