In Sicilia i numeri sono inquietanti. Secondo i dati del ministero dell’Interno, nell’Isola nel 2015 sono stati emessi 2.952 sfratti e 7.900 richieste di esecuzione, mentre sono stati 1.845 gli sfratti eseguiti. Secondo Sunia e Cgil “il quadro che emerge descrive una situazione di notevole gravita’ se si pensa che circa 8.000 famiglie hanno uno sfratto gia’ convalidato, probabilmente gia’ eseguito, a cui si aggiungono le 1.845 famiglie che sono state gia’ sfrattate”. Il 50% degli sfratti e’ dovuto a morosita’ incolpevole, legata al venir meno della capacita’ di reddito del capo famiglia per la perdita del lavoro o per altre gravi cause. La citta’ in maggiore sofferenza e’ Messina dove le richieste di esecuzione sono state del 157,69% in piu’ rispetto al 2014 e si e’ registato un +145,90% per quanto riguarda gli sfratti eseguiti tramite l’ufficiale giudiziario. “Questo dati- osservano Mimma Argurio, della segreteria regionale della Cgil e Giusy Milazzo, segretario generale del Sunia, sindacato degli inquilini – confermano che la crisi abitativa sta interessando non solo le grandi citta’ ma anche quelle piccole e medie tradizionalmente meno esposte al disagio abitativo“. Cgil e Sunia rilevano che “i dati del ministero sono parziali per Catania e Palermo e dicono che a Palermo sono stati eseguiti circa 2. 000 sfratti nel 2015 e ne sono stati emessi 1520. A Catania gli sfratti eseguiti sono 3816. Cgil e Sunia hanno fatto un bilancio degli ultimi 10 anni per rilevare che “le richieste di esecuzione in Sicilia sono aumentate del 57% passando dalle 5.040 del 2005 alle 7900 del 2015″. E denunciamo che di fronte a questa situazione, “le misure attivate in Sicilia per mitigare il gravissimo disagio abitativo sono quasi del tutto inesistenti. Sia la Regione sia i Comuni – affermano Milazzo e Argurio- continuano a sottovalutare un problema sociale che ha ormai raggiunto soglie molto preoccupanti e che perdura nel tempo. Servono a livello regionale interventi strutturali come l’aumento dell’offerta di edilizia sociale nell’ambito di una seria riforma dell’attuale gestione del patrimonio pubblico abitativo.