“Picciotti e carusi di Sicilia, se non vi disturbo, e se questo mio messaggio non vi trova mal disposti, vogliate accettare l’umile appello di un giovane siciliano come voi, che da troppo tempo ormai si trova sotto la Sicilia.
Sebbene, forse la mia storia sia a molti conosciuta, è probabile invece che molti di voi non ne hanno mai sentito parlare.
Permettetemi che mi presenti. Il mio nome è Nicola, ma tutti mi chiamano Cola, Colapesce.
Cantastorie, cuntisti, novellieri hanno fatto di me o un eroe popolare e leggendario o il personaggio di una favola comune e proprio per questo penso che pure voi abbiate un’idea poca chiara di quello che sono.
Se mi darete la possibilità di venirvi a trovare potrò raccontarvi tutta la mia storia. Ma se intanto mi permettete vi accennerò in breve qualcosa.
Da giovane dopo che il mio nome ormai nella maggior parte delle città siciliane si era diffuso, per le mie qualità straordinarie di nuotatore che avevo acquisito col tempo a forza di stare sempre a mare, ebbi la disavventura di imbattermi in una specie di sfida col Re che a quel tempo c’era in Sicilia. Ma alla fine, questa sfida mi è costata cara, perchè lontano e quasi latitante , mi restò solo il mio attaccamento alla mia terra siciliana.
Ora, voi potreste, a ragione, chiedere qual’è il motivo che mi spinge a dirvi queste cose? Ed inoltre perché vi voglio fare conoscere la mia storia e quella della Sicilia?
E allora vi rispondo dicendovi che: da troppo tempo, ormai, noi siciliani non siamo più alla conoscenza di quello che eravamo, di quello che possedevamo.
Di quello che un tempo abbiamo avuto e che ora avremmo potuto avere. Se solo avessimo la consapevolezza e la conoscenza di quello che siamo, forse oggi riusciremmo a risollevare le nostre sorti e ad essere padroni dei nostri destini.
Per troppo tempo sono rimasto sott’acqua, in fondo al mare, a tenere sta colonna per evitare che la Sicilia sprofondasse, ma ora sono convinto che c’è bisogno di stare con voi e raccontarvi tutta la storia per diventare tutti insieme tanti Colapesce, pronti, non a sostenere una colonna già smanciata, ma a fare della Sicilia un terra fiorita e profumata.
La cosa più importante di cui ho bisogno é il vostro orgoglioso e rispettoso appoggio.
Voi, che siete già liberi dovete ricordarvi che tanti altri colapesce siciliani aspettano di essere liberati. Pesanti e vergognose catene da troppo tempo cingono i siciliani.
Vi ossequia il vostro umilissimo amico Colapesce.”
fonte – La voce del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia