Sit-in da questa mattina davanti Palazzo d’Orleans dei precari degli enti parco. La manifestazione in atto per protestare “contro la discriminazione – dice il Cobas-Codir – che il governo regionale ha messo in atto nei confronti dei lavoratori”. Sul piede di guerra sono i 118 lavoratori precari degli enti parco Madonie, Nebrodi, Etna e Alcaltara. I lavoratori dei quattro enti regionali erano inseriti nello stesso bacino di fuoriuscita del precariato dei 4.500 precari della Regione siciliana che, dal primo gennaio 2011, finalmente, vedranno invece trasformato il loro rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.
Per una volta potrebbe essere Roma a fare da apripista sulle vicende politiche siciliane. Almeno sulla vicenda fondi ai parchi. Il ministro Prestigiacomo ha assicurato ieri che è stata trovata la copertura finanziaria da 35 milioni di euro per i parchi nazionalii (restano esclusi quelli regionali, ndr). Ma… Si tratta di una pezza perchè in futuro bisognerà “metterli parzialmente a reddito”.
“L’emendamento alla legge di stabilita’ che individua 35 milioni di euro l’anno per tre anni, mette in sicurezza le strutture dei parchi e consente di lavorare in serenita’ per il futuro” spiega il ministro nel corso dell’audizione in commissione Ambiente del Senato con il presidente Sen. D’Alì, già intervistato in merito da Siciliaparchi come vedete sulla nostra homepage.
In tema di aree protette il ministro ribadisce che “resta urgente procedere a una riforma della legge sui parchi”. Insomma, per ora si va avanti, ma occorre pensare a forme di auto sostentamento.
In tal senso, aggiunge la Prestigiacomo, “si puo’ immaginare una modalita’ di gestione diversa” che metta le aree verdi “parzialmente a reddito“. In ogni caso, afferma la Prestigiacomo, ”resta urgente mettere mano alla legge sui parchi, anche perchè‚ in futuro i fondi saranno sempre meno”.
Secondo il ministro ”dovremmo inventarci qualcosa per metterli a reddito, altrimenti il problema lo avremo ogni anno dal momento che le risorse pubbliche scarseggiano”.
Che anche i parchi siciliani si avviino verso la stessa sorte? Saranno pronti per una gestione autonoma, o siamo agli inizi della privatizzazione?
In Sicilia resta l’incognita. L’assessore al Bilancio Armao ha messo mano al faldone, e pare che nei capitoli saranno riconfermati i tagli agli enti parco siciliani. Mentre protestano i precari, oggi alla Presidenza della Regione, restano senza stipendio i dipendenti pubblici impiegati in queste strutture.
Probabilmente, poiché è impensabile la dismissione di questi enti – che certo inutili non sono e non devono rientrare nella lista nera di enti avviati alla chiusura in mano in queste ore ai tecnici del Bilancio – la vicenda si concluderà con l’erogazione dei fondi appena appena per gli stipendi.
Ma che senso avrà tutto cio’?
Restano le emergenze, il futuro incerto dei parchi rinvigorisce l’illegalità, le riserve vanno in fiamme mentre le associazioni non sanno come finirà la loro storia di gestione.
Ha ragione allora Angelo Aliquo’, l’ex commissario del parco delle Madonie che ha lasciato per protesta l’incarico, quando dice che i parchi ridotti a stipendificio non servono a nessuno, poiché non possono assolvere alla funzione della conservazione della biodiversità ma solo a quella di ammortizzatore sociale?
Sulla sua scia, anche il commissario dei Nebrodi, Ferro, è pronto a lasciare.
Incrociamo le dita. (it)