Il nuovo tariffario regionale, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 30 dicembre 2024, minaccia di stravolgere il sistema sanitario siciliano. I tagli previsti, che arrivano fino al 40-60%, potrebbero portare alla chiusura di numerosi laboratori di analisi cliniche e radiologici, con la perdita di migliaia di posti di lavoro e il rischio concreto di un blocco delle prestazioni sanitarie fondamentali.
La protesta si fa corale e la tensione cresce tra gli specialisti del settore.
In questi giorni, i titolari dei laboratori accreditati esterni in Sicilia sono stati invitati dalle Aziende Sanitarie Provinciali (Asp) a firmare i budget annuali per il 2024. Una tempistica già di per sé anomala: queste sottoscrizioni avrebbero dovuto avvenire nei primi mesi dell’anno, permettendo alle strutture di pianificare con anticipo le attività sanitarie.
Invece, gli inviti sono arrivati solo a novembre e dicembre, con un budget che molte realtà definiscono “un disastro finanziario”.
Le riduzioni nei rimborsi per le prestazioni sanitarie si attestano. mediamente, tra il 30% e il 50%, tagliando le gambe a molte strutture già in difficoltà. Questo, sottolineano i rappresentanti del settore, non solo mina la loro sopravvivenza economica, ma rende impossibile rispondere alle richieste di esami e diagnosi da parte dei cittadini, contribuendo a un ulteriore aumento delle liste d’attesa per le prestazioni di Patologia Clinica.
La protesta della Federbiologi
Il dottor Pietro Miraglia, direttore del centro analisi Delta di Brolo, ex vicepresidente nazionale dell’Ordine dei Biologi e attuale presidente regionale del sindacato Federbiologi, esprime tutta la sua preoccupazione. “Non si comprende come, dopo lunghe trattative con i sindacati di categoria presso l’Assessorato alla Salute, si sia arrivati a questo punto. Siamo al livello più basso della nostra presenza sul territorio in cinquant’anni, sempre al servizio dei cittadini”, ha dichiarato.
Miraglia evidenzia di non aver firmato l’accordo raggiunto con i rappresentanti sindacali di altre branche, ritenendolo penalizzante per i laboratori di analisi e le strutture di radiologia. Una posizione condivisa dal dottor Filippo Iannelli, rappresentante della radiologia ed ora portavoce di tanti specialisti del settore, e Antonino Castagna, rappresentante dell’Anisap.
I tre sindacalisti avevano già espresso il loro dissenso durante i negoziati, denunciando la mancanza di una visione strategica e di una mappatura reale delle esigenze dei cittadini.
Il rischio per i cittadini più fragili
“Questo nuovo tariffario non è solo una questione economica per noi. È un attacco alla salute di milioni di utenti, in particolare delle fasce più deboli e povere, che rischieranno di dover pagare di tasca propria per esami e diagnosi fondamentali”, ha aggiunto Miraglia. Il rischio, secondo lui, è che il caos si riversi anche sulle strutture pubbliche, già sotto pressione, amplificando le difficoltà di accesso alle cure.
Un appello disperato alla politica
La Federbiologi e l’Assocendis-Andiar, rappresentata da Filippo Iannelli, chiedono un intervento immediato della politica per evitare il collasso del sistema. “Le decisioni prese sono il frutto di una totale mancanza di programmazione e di consapevolezza sulle reali necessità dei cittadini. Abbiamo già erogato migliaia di prestazioni in extrabudget, prestazioni che non verranno mai remunerate, e ora rischiamo di dover licenziare il nostro personale perché le condizioni economiche imposte non ce lo permettono più”, ha dichiarato Miraglia.
Mentre la politica festeggia l’approvazione della nuova finanziaria, il futuro della sanità siciliana si tinge di tinte fosche. I laboratori accreditati sono sull’orlo del collasso, e i cittadini rischiano di vedere peggiorare drasticamente la qualità e l’accesso ai servizi sanitari. Per i siciliani, sotto l’albero di Natale di quest’anno, c’è un regalo decisamente amaro.
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