Come era facilmente prevedibile, l’Assemblea regionale ha bocciato a (larga) maggioranza la mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione Rosario Crocetta. Su 80 deputati al voto, in 50 si sono opposti all’atto d’accusa contro il governatore e contro, a dire il vero, l’intera maggioranza, più volte attaccata dai deputati di opposizione (grillini e parlamentari di centrodestra) che hanno firmato l’atto parlamentare. In 28 hanno votato a favore della mozione. Ha votato per la sfiducia anche il Cantiere popolare che non ha firmato la mozione.
Tra i deputati che hanno votato in difesa di Crocetta, anche gli uomini dell’Ncd di Angelino Alfano. Con una eccezione non da poco: Pietro Alongi infatti ha deciso di astenersi. Il deputato palermitano è tra quelli più vicina all’ex presidente del Senato Renato Schifani. Una scelta, quella dell’astensione, che potrebbe segnare una tensione interna all’Ncd di Sicilia.
Dopo gli interventi dei deputati è stato il turno di Crocetta. Un discorso durato tre quarti d’ora e infarcito di massime popolari, qualche strafalcione (ha parlato del ‘Vangelo secondo Marco’ al posto del ‘Vangelo secondo Matteo” riferendosi a Pasolini), preferenze letterarie (“Leggo libri di fantascienza, come quelli di Asimov) e la rivendicazione dei successi ottenuti dai suoi governi: “Sono quattro? Nessuno dice che non ho mai avuto – ha precisato Crocetta – una maggioranza. Ho la coscienza a posto. Abbiamo sistemato la situazione dei precari e in Finanziaria prevediamo incentivi decennali per i Comuni che li assumeranno. Abbiamo sistemato un bilancio che abbiamo ereditato in condizioni disastrose. Mancano 500 milioni? Arriveranno: già giovedì è previsto un incontro a Palazzo Chigi. Chi ha perso – ha concluso – si metta il cuore in pace. Mandarmi a casa? In quest’Aula non vedo nessuno in grado di sostituirmi”.
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