Analisi del voto anche per CasaPound che non nasconde la delusione post voto “Certo, anche se abbiamo moltiplicato per 6 i risultati del 2013 ottenendo oltre 310.000 voti, ci aspettavamo di più, inutile nasconderlo” dice il candidato Simone Di Stefano
Lo stesso Di Stefano aggiunge: “Tutti i militanti e i simpatizzanti che si sono impegnati nella campagna elettorale di CasaPound non possono che sentirsi soddisfatti: abbiamo dato tutto, ci siamo sacrificati oltre le nostre possibilità” e poi “Vi ringrazierei, se non sapessi bene che nessuno di voi si aspetta una pacca sulla spalla e che già ora siete di nuovo al lavoro per CasaPound. Ora continuiamo a costruire il movimento, per renderlo ancora più grande e libero, per dotarlo dei mezzi necessari alle sfide di domani, per trasformare questi 310.000 italiani da elettori in militanti”.
E conclude “Come detto più volte in giro per l’Italia, l’esempio di chi ci ha preceduto ci impone di non mollare un metro. Questo è il nostro dovere. Avanti!”
Poi l’analisi continua
“Grazie ai quasi 300mila italiani che hanno scelto CasaPound. Erano 48mila nel 2013, oggi sono sei volte tanto. Partivamo dallo 0,13, siamo quasi all’uno per cento: abbiamo raccolto circa 600mila voti tra Camera e Senato, siamo ormai una realtà politica con cui i partiti e le istituzioni dovranno fare i conti.
Ripartiamo da qui, e con slancio”.
Il segretario nazionale di CasaPound Italia, Simone Di Stefano, evidenzia che “E’ ancora presto per analizzare il voto nel dettaglio, e avremo tempo di farlo nelle prossime ore. Sicuramente scontiamo una debolezza al Sud, su cui fin d’ora ci impegniamo a lavorare.
Emerge comunque un dato politico che per quanto ci riguarda è una vittoria: gli italiani hanno dimostrato di fregarsene dell’antifascismo e di cercare una risposta al loro disagio, come abbiamo ripetuto durante tutta la campagna elettorale.
Il risultato elettorale, l’ingovernabilità a cui consegna il Paese, l’inadeguatezza delle forze politiche in campo purtroppo ci fanno temere che per l’Italia arriveranno tempi perfino più difficili.
C’è ancora più bisogno di CasaPound Italia.
Noi restiamo la risposta ai bisogni degli italiani.
Siamo convinti che il lavoro da fare da qui al futuro prossimo sia radicarci ancora di più sul territorio, farci conoscere per quello che siamo davvero, portare la nostra proposta direttamente ai cittadini, alle categorie, alle associazioni.
Supereremo anche in questo modo la censura e il boicottaggio mediatico che in questa tornata ci hanno penalizzato così tanto.
Ripartiamo da qui, dai quasi seicentomila voti che gli italiani ci hanno voluto assegnare tra Camera e Senato.
A loro, a chi non si arrende, a chi crede che un’Italia forte, libera e sovrana sia possibile, ai nostri sostenitori, ai nostri militanti che hanno condotto una campagna elettorale difficilissima, con sacrificio e senso di responsabilità, va il ringraziamento mio e di tutto il movimento. CasaPound c’era, c’è e ci sarà anche grazie a loro. Alla vittoria”.
Uno sguardo alle regionali:
60mila voti nel Lazio e 53mila in Lombardia, per CasaPound pronta già a ripartire con le Comunali da Viterbo e Brescia
E’ empre Di Stefano a tracciarne il quadro: “Sessantamila voti nel Lazio e oltre 53mila in Lombardia. A livello locale CasaPound riparte da qui e dalla battaglia per le Comunali di maggio, che ci vedranno impegnati in prima linea anche in due capoluoghi importanti: Viterbo, dove alle Regionali abbiamo conquistato il 4,43%, e Brescia, dove siamo forti anche del 5,73% raccolto nella ‘sua’ Trenzano dal sindaco Andrea Bianchi”.
Così il segretario nazionale di CasaPound Italia Simone Di Stefano commenta i risultati delle regionali del Lazio, dove il candidato Mauro Antonini ha sfiorato il 2%, e della Lombardia, dove Angela De Rosa ha raggiunto lo 0,89%.
“Nel Lazio – osserva Di Stefano – Cpi ha superato il 3% in tre città capoluogo di Provincia su cinque, Viterbo (4,43%), Latina (3,87%), Rieti (3,23%), e si è confermata una realtà di un certo peso in Comuni, come Fiumicino (1,99%), dove già c’erano state affermazioni elettorali importanti.
Nella stessa Roma, con oltre 25mila voti nella città e quasi 42mila nell’area metropolitana, CasaPound ha ottenuto oltre il doppio dei consensi presi nel 2013 nell’intero Lazio, registrando un’impennata anche rispetto alle 15mila preferenze delle Comunali 2016.
Quanto alla Lombardia, nonostante fossimo penalizzati dal non avere le liste in 4 province su 12, eccetto Milano, dove ci siamo attestati sullo 0.86%, in tutte le province siamo andati sopra l’1%, piazzandoci appena sotto il 2% a Mantova città, e raggiungendo picchi anche del 4% in alcuni comuni del mantovano e della bergamasca”.
E non si placa la polemica con i grandi media nazionali, rei di aver negato spazi importanti, concessi ad altri, al Movimento per illustrare programma e motivazioni, mentre si acuisce il clima di tensione intorno a sedi e esponenti della “Tartaruga Frecciata”.
Ci sono gli antifascisti bombaroli che lanciano bombe alle sedi di CasaPound (ultimo esempio ieri a Trento), ci sono governatori di regioni antifascisti che vorrebbero picchiare i fascisti (vedasi le dichiarazioni di Enrico Rossi), c’è chi da antifascista aggredisce militari italiani (vedasi agguati a Livorno). Con tutta evidenza non si tratta di fuochi di paglia ma di azioni e di intenzioni che sfociano nelle gesta criminali. Nel novero dei personaggi deliranti mancava giusto un attore antifascista.
Intervistato dal Corriere Romagna, Ennio Fantastichini, si è lasciato andare a frasi di un certo effetto. L’Italia è “una accozzaglia agghiacciante dove non si trova per chi votare. Il fascismo del Paese è in atto ed è irrefrenabile… CasaPound… vent’anni fa gli avremmo sparato… Non è possibile. Ecco, se devo dire cosa mi è rimasto davvero dentro, rispondo di essere rimasto profondamente antifascista, è un sentimento forte. ’Sti ragazzi sono ignoranti, si fanno tatuare una svastica sulla guancia senza conoscere il significato di questo simbolo”.
tratto da “Il Primato Nazionale”