E’la “storiella” che circola nei Bar da qualche giorno; alle spalle gli scenari politici delle ultime settimane dove di “allineato” non c’è più nulla.
Ordinaria follia della rissosità politica, quella che non paga e che è tipicamente siciliana, “’u dispetto”.
Potrebbe essere questa la sintesi superficiale di un’analisi della storia.
Ma non è così. Crediamo siamo il momento di fermarsi e riflettere.
Per scegliere con sapienza la rotta che questo paese deve percorrere, dove nel rispetto dei ruoli, ognuno faccia la sua parte.
Ma torniamo alla cronaca di queste ore, che porta a constatare come la politica travalica l’aula consiliare, si insinua nelle famiglie, turba i rapporti e le consuetudini di un paese dove il rispetto per la persona, anche su contrapposti fronti politici, era prioritario.
Una tomba, un pezzo di terra, il diniego, la motivazione tecnica, certamente ineccepibile sotto il profilo burocratico, ma quanto basta per innescare polemiche discussioni da bar, aprire fronti di guerra dal sapore dell’epica battaglia tra Peppone e Don Camillo.
Tutto questo a Sinagra.
Anzi nella Spoon River della “Perla dei Nebrodi”.
La gente ne (s)parla nella piazza, sorride, sgomita e tutto si mischia tra emozioni e mozioni, tra dolore e recriminazione, mentre la storia diventa un’altra pagina di libro, anzi di “libretto”.
Tutto questo, come è ovvio, non per la cronaca; infatti la notizia è una “non notizia”; ma per creare un momento di riflessione.
Per soffermarsi a riflettere.
Per ri-rasserenerare il clima politico prima dei grandi appuntamenti che apriranno il confronto politico… tanto si sa.
Alla fine tanto rumore per nulla,
C’è già chi a, boccino fermo, sta studiando per liste ed accordi, fuori dalle beghe, fuori dai clamori, nell’ombra, per rimettere in ordine interessi e vescovati, con la buona pace di Santo Lio.