Sinagra – E’ caccia al Corvo
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Sinagra – E’ caccia al Corvo

corvi e donna

Un dossier zeppo di insinuazioni per nulle velate, accuse alla “casta”, tra dileggio, ironia, foto e citazioni di determine comunali e atti amministrativi. … ma tutto rigorosamente anonimo.

Una decina di fogli di carta, rigorosamente poi fotocopiati e fatti girare, tra risolini e ammiccamenti, giusto per amplificare la notizia, amici e “nemici” dello stesso sindaco, Enza Maccora, al centro delle attenzioni del “piccolo scrivano sinagrese”.

Fogli che ancora ora vengono recapitati nelle buche delle lettera di tanti cittadini sinagresi, un plico affrancato, qualcuno anche non spedito attraverso i servizi postali… ed è – ovviamente – caccia al “corvo”.

corvi stormo

Volteggiano minacciosi nel cielo di Sinagra, forse uno o più “corvi”.

Sono gli autori di una dossier dove si raccontano fatti e misfatti della vita politica – recente, ma anche passata – del paese.

Un lavoro di ricerca, fatto di collage di articoli, pezzi di delibere, determine adottate, affidamenti lavori, post di facebook, che certamente, se veritieri, disegnerebbero un paese e la sua vita amministrativa squassata da interessi familiari, storie di “amicizie” e favori personali tra gli amici degli amici.

Ma – aspetto prioritario e riduttivo di tutto l’affaire  – comunque è che si tratta di un dossier anonimo.

Proprio perché anonimo perde di credibilità, di forza, si riduce a basso curtigghiu.

Un dossier scritto da uno o più pavidi individui, possibilmente acrimoniosi per non essere riusciti ad aggiudicarsi qualche appalto, una fetta di potere, un riconoscimento, o semplicemente privi di coraggio e senso civico e che oggi non hanno la forza di mostrare la faccia e rendere conto, con lo sguardo fiero, di quanto scrivono, non per forza davanti al magistrato, ma prima di tutto di fronte al Popolo.

Scritti anonimi che devono essere interpretati anche con eccezionale prudenza.

Scritti, accuse, deduzioni che inducono anche ad andare oltre, saltare il fosso dell’accusa infamante – quasi urlata – che sbattono in faccia.

Che inducano a capire anche a chi giovano questa accuse, – il classico Cui prodest? per domandarsi chi sia l’effettivo beneficiario di quest’azione – e chi approfitterà dei contraccolpi di queste accuse.

Tuttavia, restano nella mente di chi legge i fatti su cui accende i riflettori delle  sue attenzioni l’autore del dossier.

Una persona che in questi mesi ha raccolto i dati, che cita le fonti, che in questi anni di amministrazione Maccora è stato lì non a guardare per curiosare ma attento agli atti, archiviandoli in file. E’ stato a indagare in silenzio o forse silente.

Di quelle accuse non ne facciamo elenchi ne le raccontiamo.

Ma possiamo dire che coinvolgono sotto il profilo tecnico-logistico tutta la vita del Comune, dei funzionari, degli spostamenti interni, della pianta organica, di incarichi, di affidamenti lavori fino alla scelta dei professionisti e su chi affidare incarichi e lavori.

Pochi tra chi è entrato in contatto con il “potere” non è stato coinvolto – dall’estensore del dossier – nel suo inquietante racconto.

L’anonimo accusa. E sembra farlo in maniera scientifica.

Dà l’impressione di aver certezza di quello che dice, attacca anche l’opposizione,  colpisce gli ex candidati a sindaco del paese, coloro che per lui non fanno bene il mestiere della politica. Insomma sembra non fare sconti a nessuno. Censura, da censore, condanna di inquisitore.

corvi 1

Il corvo prende nota, classifica, cataloga un’impressionante sequela di fatti che considera anomalie, sprechi, mette in relazioni individui, famiglie, amici e segna quelle che ritiene anche le omissioni e le irregolarità contabili.

Naturalmente nell’anonimo dossier si (s)parla di tanto, si affibbiano giudizi, si danno “voti” e aggettivi e sostantivi per definire sudditanze e gradi di intelligenze.

In attesa che le inchieste – se c’è  la Notitia Criminis –  accertino i fatti, il Cittadino comune è autorizzato – si spera! – a porsi alcune domande che spaziano da quella più classica: e se fosse tutto vero? Terribile ipotesi che si da la risposta da sola!

All’altra – diametralmente opposta – Se non è nulla vero perchè questo fango spalmato sulla città, sul sindaco, sugli amministratori? e Sopratutto da chi? E perchè ora?

Ma tornando alla prima ipotesi verrebbe anche da chiedersi, in un momento storico in cui il cittadino onesto non sa più come, dove e quando trovare le risorse per sopravvivere, cosa riservare, nell’esprime la condanna morale, a chi in alto loco scialacqua, calpesta la legge, disprezza il corretto modo di gestire la cosa pubblica.

C’è poi un’altra anomalia.

Com’è possibile che, di fronte a fatti di così inaudita gravità (seppure descritti in forma anonima) nei grandi salotti della politica non si senta l’esigenza di approfondire, chiedere lumi o semplicemente discutere, dibattere, tranquillizzare, confutare le accuse?

Nulla!

E sarebbe un bel tocco di classe. Zittire così l’anonimo. Una lezione di democrazia.

Con la scusa dell’anonimato che non merita attenzione, a volte si sorvola su questioni che sul serio uccidono sul nascere la speranza di un cambiamento, di un ritorno alla correttezza, al bisogno di trasparenza, d’informazione e chiarezza.

Naturalmente apparire non significa essere e sensazione non significa certezza.

Ma chi vive solo di onesto lavoro resta sempre più basito e di fronte a certe insinuazioni – e Sinagra non è certo un esempio unico nel panorama della cronaca delle delazioni e delle accuse anonime – anche se resi noti per opera di corvi o avvoltoi – non ha molta importanza – rimane poi la voglia di certezza e chiarezza.

Ed intanto si indaga, ci si guarda intorno, si cerca di dare un volto al “corvo” … e di nomi – a Sinagra – se ne fanno almeno due.

9 Maggio 2015

Autore:

redazione


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