Sono circa otto i chilometri di curve e controcurve a gomito della ripidissima provinciale che collega Il Centro Urbano di Sinagra, da cui si dirama, subito dopo il ponte sulla Fiumara Sinagra-Naso, per raggiungere la statale 116 all’altezza di Limari.
La salita inizia subito dopo una rotonda larga abbastanza da non far sospettare, a chi non la conosce bene, dei restringimenti successivi. C’è si, all’entrata, un cartello che avverte delle limitazioni ma potrebbe pure passare inosservato, incoraggiati come sono gli automobilisti dall’ampia rotonda e dal capiente innesto; altra cosa sarebbe invece per i mezzi pesanti i cui conducenti dovrebbero guidare con quattro occhi. Ma si sa, oggi con i navigatori che, per un cattivo uso o mancato aggiornamento, indirizzato nei percorsi più insoliti e pericolosi tutto cambia.
Ma torniamo alla provinciale.
Una volta che per un qualsiasi motivo un mezzo pesante la imbocca ha, lungo il percorso, due sole possibilità di invertire la marcia. Una dopo circa tre chilometri nel curvone di Zigale alta e l’altra, dopo almeno due chilometri, nello spiazzo adiacente la chiesetta della Madonna del Rosario di Limari. Superati questi non c’è più modo di rimediare all’errore e la forte pendenza rende difficoltosa l’inversione anche in essi; d’inverno poi con il fondo stradale bagnato od umido tutto si complica ulteriormente. Da ultimo la carreggiata è stata interessata da parecchi lavori che ne hanno si migliorato la viabilità ma non del tutto nei tratti più stretti dove l’incidente è sempre in agguato e prudenza e bassa velocità possono, in determinati casi, solo limitare i danni. Nella curva a gomito, subito prima del bivio con la SS.113 a Limari i lavori di allargamento della carreggiata hanno peggiorato, a giudizio dello scrivente, il percorso.
Infatti il curvone è stato allargato ma, la natura stessa del terreno e la mancanza di un intervento più ampio ha reso, per chi scende, la curva pericolosissima perché, a volerla fare a modo, si incappa in una pendenza esagerata e disomogenea che tende a far alzare la parte posteriore dei veicoli con il concreto rischio di capottamento(può darsi che sia già capitato). Per evitare il pericolo si deve giocoforza andare fuori mano con le conseguenze del caso.
In quanto agli incidenti ha il primato, sempre scendendo, la curva immediatamente prima della chiesetta.
Ora lo spaventoso incidente che probabilmente non sarebbe successo se l’innesto con la SS 116 fosse stato degno di tale nome. Perché se è vero che c’è un “avviso ai naviganti” posto all’entrata di Sinagra, è altrettanto vero che una svista non può di certo rischiare di fare danni umani incalcolabili come nell’incidente di oggi dove solo un miracolo li ha evitati. Se proprio non si può o non “si vuole” per qualsivoglia motivo allargare il bivio, che si mettano almeno dei paletti che restringono la carreggiata e che, di fatto, sbarrino l’accesso ai mezzi non consentiti.
Enzo Caputo
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