SINAGRA – Il Laboratorio non vuole vittorie mutilate
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SINAGRA – Il Laboratorio non vuole vittorie mutilate

“Edizione unica”, venerdì, per la cucina sociale “NuovaMente Sinagra”, con personale d’eccezione.  Questa la prima sensazione che hanno avuto gli oltre mille partecipanti alla festa, piazza San Teodoro, in onore del sindaco Nino Musca e della lista di appoggio.

A servire i cittadini, lo stesso sindaco e la squadra al completo con tanto di grembiule con il contrassegno di lista.
Insomma “Lustro” (questo il nome del gruppo giovanile che ha lanciato Musca,) questa volta culinario.
Tra pasta a forno panini, dolci, torte, vino e quant’altro, la piazza ha ritrovato, nella spontanea semplicità di esserci, l’anima da tempo accantonata o “compressa”, se si esamina il sentire comune fatto di parole come “libertà”, “siamo liberi”, “era ora”.
E se il concetto la libertà si potesse dipingere tanto spunto troverebbe nei volti e i sorrisi sinagresi.
C’è chi la maglietta nera con il “Jolly Roger”,(la bandiera nera simbolo della vittoria ereditata dai pirati e diventata simbolo dei sostenitori di Musca per un scivolone “avverso”) giura di volerla tenere almeno una settimana.
“Ormai siete un esempio per i Nebrodi – dice con orgoglio il neo sindaco prima di leggere la lunga lista dei ringraziamenti, e noi saremo al passo con il compito che ci aspetta”.
Intanto l’anima della piazza volteggia, applaude, sorride ma soprattutto ha dato un’indicazione forte di voto: L’azione amministrativa va passata ai raggi x.
Quella posizione debitoria di 2.667.000,00 euro, denunciata in campagna elettorale dalla lista Musca va capita, così come le ultime spese fatte a ridosso delle elezioni.
Nessuno cerca vendette ma neanche “vittorie mutilate”.
Il paese è piccolo e tutti conoscono tutti.
I fichi non hanno più foglie ne valgono a farle ricrescere gli sparuti sorrisi dipinti che sembrano smorfie. Sinagra ha detto no alla politica Maccora ma anche allo strapotere, alle commistioni, agli sconfinamenti alle umiliazioni… consegnando le “chiavi del cuore a Musca” .
Il “Noi” subentra all’Io… io…”e nessuno vuole più “gattopardi”.
Già le foglie di fico; giusto quelle che indicano maggiormente come “l’onore delle armi” per chi, con passione e fede, ci ha messo la faccia sul versante opposto, sia dovuto.
Intanto la festa si perde nei tanti rivoletti “musicali” che strizzano l’occhio alla sicilianità. Musca ha dalla sua, la Scuola, tantissimi dipendenti, i sindacati e la Chiesa.
Ora la porta dei Nebrodi è un laboratorio; una perla a cui in tanti guardano
Enzo Caputo
 
17 Giugno 2017

Autore:

redazione


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