Nel contesto del tavolo anticrisi tra le tre confederazioni e l’amministrazione provinciale – affermano SPI, FNP e UILP – realizzammo l’anno scorso due confronti con gli assessori Amodeo e Fichera.
Come le stesse cronache di quei giorni riportarono, la Provincia, che aveva accumulato ritardi, si impegnò ad imprimere una forte accelerata alle attività di tutela dei disagi sociali e di protezione per le persone anziane.
Sono passati 16 mesi nei quali l’Ente ha scialacquato risorse in tutte le direzioni smarrendo la sua autentica missione di sviluppo socio-economico, di protezione sociale, di coordinamento tra i comuni e persino trascurando le sue funzioni specifiche per la scuola, la viabilità, le politiche sociali.
Con particolare riferimento a queste ultime, i segretari provinciali dei sindacati dei pensionati chiedono che fine hanno fatto i fondi del “programma regionale delle politiche sociali e socio-sanitarie 2010-2012” previsti per l’Ente Provincia con decreto presidenziale della Regione del 2 marzo 2009, nonché quelli previsti dal precedente piano 2007-2009.
Il decreto anzidetto – affermano SPI,FNP e UILP – individua nella Provincia il “soggetto intermedio sull’area delle politiche sociali e dell’integrazione”.
Di conseguenza assegna ad essa il compito di “rilevazioni dei bisogni e dell’offerta dei servizi del territorio provinciale, anche attraverso la costituzione di osservatori provinciali al fine dell’implementazione del sistema informativo SIRIS..”. Per conseguire questi risultati “la Regione destina una quota” di risorse.
Negli incontri allora realizzati si concordò l’attuazione dell’osservatorio per il quale sembrava che tutto fosse già pressocchè pronto per l’avvio, ma anche sull’esigenza della rilevazione, armonizzazione e pubblicizzazione dell’offerta dei servizi nei diversi comuni e negli otto distretti socio-sanitari.
Da allora, il silenzio.
“Che fine hanno fatto gli stanziamenti previsti nei due piani?”
Con riferimento specifico agli anziani, aggiunge la nota sindacale, viviamo in una provincia che ha indici di invecchiamento oltre il 26%, un numero di invalidi (14mila) e inabili (29mila) elevatissimo e senza un fondo per la non autosufficienza, con il 23% di persone anziane che vivono sole e con oltre il 55% dei pensionati con un reddito al di sotto della soglia di povertà.
Dall’Ente provincia – che magari per inadeguatezza non riesce a calamitare risorse aggiuntive con progetti specifici – ci si aspetta che almeno si spendano quelle che calano dall’alto, per i fini per i quali sono previsti, con efficienza e trasparenza.
L’osservatorio per l’analisi e il monitoraggio della condizione di disagio delle fasce deboli e una “carta” dei servizi fruibili e delle condizioni e modalità di accesso ad essi, rappresenterebbero un valido elemento per un percorso nuovo di svolta, legalità e sensibilità istituzionale che fin qua sono stati latitanti.
Chiediamo – concludono SPI, FNP e UILP – un incontro di verifica e rilancio delle politiche sociali.
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