SINFONICA A MESSINA – Teatro V.E.: chiusura della stagione nel segno di Tchaikovsky. La Traviata andrà in scena a metà ottobre
Attualita, Eventi, Fotonotizie, In evidenza

SINFONICA A MESSINA – Teatro V.E.: chiusura della stagione nel segno di Tchaikovsky. La Traviata andrà in scena a metà ottobre

Con l’importante concerto sinfonico svoltosi venerdì sera, in replica oggi, domenica 20, alle 17.30, dedicato al grande compositore russo, si conclude la stagione in cartellone al Teatro V.E. La serata, con l’orchestra del Teatro composta da 54 elementi, diretta dal maestro Giuseppe Ratti, ha visto come protagonista nella prima parte il violinista serbo, di fama internazionale, Stefan Milenkovich.   

Proposti il Concerto per violino e orchestra in re maggiore op.35 e la Sinfonia n.5 in mi minore op. 64 di Tchaikovsky. A chiusura della prima parte, Milenkovich ha entusiasmato la platea con dei brani fuori programma: l’Allemanda di J.S. Bach e due “scherzi” del violinista viennese Fritz Kreisler.

Saluti e ringraziamenti di fine stagione. Soddisfazione da parte del direttore artistico della sezione musica Matteo Pappalardo: “Le stagioni si fanno con senso pratico. Il sinfonico è difficile, ma è fondamentale”. Il presidente Luciano Fiorino: “E’ stata una buona stagione, nonostante le difficoltà. Ci ha aiutato il calore dei messinesi che son venuti in teatro”. Con l’occasione il sovrintendente Egidio Bernava ha annunciato che La Traviata, prevista a maggio e annullata per motivi economici, andrà in scena a metà ottobre.

 

Al “Vittorio Emanuele” serate conclusive della stagione in cartellone 2017/2018 nel segno di Piotr Ilic Tchaikovsky, con le presenze eccellenti del violinista serbo Stefan Milenkovich e del maestro Giuseppe Ratti, torinese, direttore dell’orchestra del Teatro con 54 elementi. Produzione, Teatro “V. Emanuele”. Un ottimo connubio, per l’atto finale di una stagione costellata da mille difficoltà, che proprio per questo avrà un’appendice: a metà ottobre andrà in scena La Traviata, prevista gli scorsi 4, 6 e 8 maggio e balzata fuori dal cartellone per motivi economici. “La finanziaria regionale è stata approvata appena una settimana fa”, ha spiegato al pubblico il sovrintendente Egidio Bernava, ringraziando tutti, ad iniziare dal personale del Teatro, per gli sforzi fatti.

Cosicché sarà da lì che proverranno i fondi per l’opera verdiana. Dopo di lui, il presidente Luciano Fiorino: “E’ stata una buona stagione, nonostante le difficoltà. Lo testimoniano i pareri che raccogliamo in giro, ma anche i numeri che hanno caratterizzato la stagione”. Così, nello specifico: “Abbiamo avuto in media, a spettacolo, 600 spettatori per la prosa e 500 per la musica, approssimati per difetto. Quello del Teatro non è un percorso semplice – ha proseguito Fiorino – e in futuro sarà altrettanto complicato. Finora ci ha aiutato il calore dei messinesi che son venuti in teatro”. A chiusura di stagione, anche il saluto e il commento del direttore artistico della musica, Matteo Pappalardo: “Le stagioni si fanno con senso pratico. Il sinfonico è difficile, ma è fondamentale.

Prevederlo con 54 orchestrali significa voler bene al Teatro e all’orchestra. Solo così quest’ultima cresce e offre il meglio di sé”. E fa riferimento anche alle giornate lavorative: “54 orchestrali valgono per tre concerti…”.

Sul palco mancava il direttore artistico della prosa, Simona Celi: i suoi saluti sono arrivati via audio, attraverso un “siparietto”, in cui simulava di essere stata rinchiusa in un armadio…

Il concerto.

Tchaikovsky, già in sé, appassiona ed emoziona. Se poi il repertorio è stato scelto in base alle straordinarie capacità di un violinista di valenza internazionale, con un’orchestra ben ispirata e diretta con autorevolezza per tutta la durata del concerto, anche senza il solista, i risultati si apprezzano.

Serata in due parti: Concerto per violino e orchestra in re maggiore op.35 e Sinfonia n.5 in mi minore op. 64 di Tchaikovsky.

Primo movimento: Allegro moderato; secondo: Canzonetta andante; terzo: Finale, Allegro vivacissimo. Nel primo, ottimo dialogo tra l’orchestra e il solista, si evidenzia la passione, sontuoso il tema ricorrente con il violino in bella evoluzione. Secondo, all’insegna di una velata malinconia, forte e intenso. Il terzo fa esaltare oltremodo le virtù del grande violinista serbo, trascinante ed entusiasmante. C’è l’inflessione della passione popolare zigana. E’ questo l’omaggio più bello di un repertorio che esalta le doti da solista di Milenkovich.

Un lungo applauso lo invoglia a restare sul palco. Omaggerà la platea, a solo, fuori programma, con l’Allemanda di J.S. Bach, primo movimento dalla Partita n.2. Dopodiché, dimostra tutto il suo apprezzamento per il violinista viennese Fritz Kreisler, che descrive come “uno dei più grandi della storia”. Di lui racconta: “Per decenni ha suonato pezzi che nessuno conosceva, dicendo di averli rinvenuti in vari posti, come monasteri etc. Solo dopo mezzo secolo ha ammesso di avere scritto lui quelle musiche. Aveva solo paura che non gliele avrebbero riconosciute come proprie. Adesso a noi restano le sue composizioni, dei gioielli”. Con due “scherzi” del violinista viennese, dove il virtuosismo e umorismo si accompagnano a vicenda, Milenkovich ha ricevuto gli ultimi applausi della prima serata.

Il violinista, oltre alle sue esibizioni, in questi giorni, al Teatro V.E., ha tenuto due master class con gli studenti del Conservatorio Corelli e del Liceo Ainis.

Seconda parte della serata con la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64, sempre di Tchaikovsky, articolata in quattro movimenti: primo: Andante, Allegro con anima. Secondo: Andante cantabile, con alcuna licenza. Terzo: Valse, Allegro moderato. Quarto: Finale, Andante maestoso; Allegro vivace.

Nel primo movimento, una melodia ricorrente simboleggia l’idea del destino che accompagnerà anche i seguenti. Nel secondo, famoso, bellissimo, si avverte il lirismo intenso, la poesia, dentro un alternarsi di emozioni. Il terzo, celebre valse, è anch’esso unico per armonia ed eleganza stilistica. Il quarto è andante, maestoso, corale e variegato.

Il filo conduttore dell’autore è sempre l’idea del destino, dove stavolta apparentemente egli sembra trionfare contro quello avverso. Ma con le inquietudini che lo attraversano resta sempre l’ipotesi che si tratti di rassegnazione.

Destino, appunto. Sembra una metafora appropriata. Chissà, se scrutando attraverso le note di Tchaikovsky pronunciate dall’orchestra del “Vittorio Emanuele”, si riuscisse a decifrare qualcosa sul destino del Teatro di Messina. Vorremmo raccontare note piacevoli, musicali e di serenità.

Corrado Speziale

 

 

fotogallery

             

20 Maggio 2018

Autore:

redazione


Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist