Da due giorni Letizia Saura e Rosaria Marchetta, insegnanti precarie della scuola pubblica, sono in sciopero della fame contro i decreti del ministro dell’Istruzione Gelmini , che cancellano per esse e – nella sola provincia di Messina – per altri 7000 loro colleghi e colleghe , ogni speranza di ottenere la stabilizzazione del posto di lavoro, quando non addirittura la stessa possibilitàdi avere supplenze brevi o nomine annuali. Sinistra e Libertà respinge le soluzioni -tampone come il cosiddetto “decreto salvaprecariâ€Â. Una lotteria che distribuisce a pochi insegnanti poche ore di supplenza e ridicole indennitàdi disoccupazione, lasciando così come l’ha trovata la drammatica condizione della scuola italiana e si rivolge alle istituzioni locali -finora indifferenti al dramma della precarietà– e al governo della regione Sicilia perché prendano provvedimenti efficaci, come ha giàfatto la regione Puglia, che ha avviato un progetto, per la portata di 22 milioni di euro, che prevede l’istituzione di corsi con l’ obiettivo di innalzare e consolidare il livello di competenze di base degli allievi che nell’anno scolastico 2008-09 hanno superato l’Esame di Stato e di quelli in possesso della licenza di scuola media con etàinferiore ai 18 anni che hanno inteso lasciare l’istruzione. Sinistra e libertàsi impegna nella costruzione di un grande movimento per una nuova scuola pubblica fondato su una piattaforma radicalmente alternativa alla filosofia del governo delle destre. Perciò propone di :
Sinistra e Libertàsostiene la lotta di Letizia e Rosaria e e di tutto il personale della scuola impegnato a difendere, non solo la propria dignitàe il diritto al lavoro , ma soprattutto la qualitàdella scuola pubblica e la sua stessa esistenza, fortemente messa a rischio dalle scelte del duo Gelmini -Tremonti.
Gli otto miliardi di euro tagliati a partire da quest’anno scolastico e per i prossimi due comportano infatti conseguenze immediate e gravissime sul sistema formativo : l’espulsione di decine di migliaia di docenti precari, la riduzione del tempo-scuola, l’aumento spropositato del numero di alunni per classe, il blocco della spesa per lavori di manutenzione e messa in sicurezza degli edifici scolastici, la riduzione dei laboratori e delle attivitàextracurricolari, il taglio al sostegno ai diversamente abili e a tutte le politiche a favore dell’integrazione degli alunni migranti e/o svantaggiati.
E mentre si risparmia sulla scuola pubblica si danno nuove risorse per chi va nella scuola privata.
Impoverire la scuola pubblica faràsì che l’istruzione non sia più per tutti ma per chi se la potràpagare. E questo significa non solo ignorare un preciso compito istituzionale ma stravolgere la fisionomia del paese, creare nuove disparitàe diseguaglianze.
aumentare le risorse per l’istruzione pubblica.
• non ridurre il numero degli insegnanti.
• aumentare i posti negli asili nido e generalizzare la scuola dell’infanzia.
• affidare il modello didattico per la scuola elementare all’autonomia delle scuole e
abbandonare l’imposizione del maestro unico.
• lanciare un grande piano per l’edilizia scolastica, che abbia come obiettivo
irrinunciabile la messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici.
• riformare la scuola superiore elevando subito l’obbligo scolastico almeno sino a
sedici anni e, in prospettiva, garantendo a tutti il diritto all’istruzione sino al
diciottesimo anno di età.
• salvaguardare la laicitàdella scuola di tutti non imponendo che gli insegnanti di una
materia facoltativa, la religione, partecipino agli scrutini.
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