Nel solco tracciato da Giuseppe Saragat e con lo sguardo rivolto ad una socialdemocrazia europea
Si riorganizzano i socialdemocratici italiani, a settantacinque anni dalla scissione di Palazzo Barberini, nel solco tracciato da Giuseppe Saragat e con lo sguardo rivolto ad una socialdemocrazia europea desiderosa di rialzare la testa, dopo il recente successo alle elezioni tedesche. Attraverso il rilancio del Partito dei Socialdemocratici (SD), gli eredi della lezione saragattiana intendono concorrere al necessario processo di ristrutturazione della sinistra italiana, nel dialogo con tutte le forze laiche e del centro riformatore. Nuovo segretario nazionale è Umberto Costi, 64 anni, romano, 2 figli, socialdemocratico da sempre. Il presidente è Dino Madaudo, messinese, storico dirigente della socialdemocrazia italiana. I problemi sui quali il partito caratterizzerà la sua azione politica riguarderanno, in particolare, le disabilità sia motorie, sia psichiche, così come la disoccupazione giovanile e over 50, l’ambiente, il tema della sostenibilità ESG, la transizione digitale e la tutela delle pensioni. Costi ha convocato immediatamente la riunione della prima segreteria per affrontare le tematiche politiche più urgenti, legate soprattutto ai tragici momenti che il mondo sta vivendo, nonché la questione della riorganizzazione del partito. L’intera comunità dei socialisti democratici italiani conferma frattanto il proprio sostegno al popolo ucraino, vittima di una crudele e spietata aggressione.