di Giovanni Frazzica
Chi versa il latte, per incapacità o sbadataggine, ha comunque una parte di colpa e non è sufficiente che sappia piangere in maniera commovente “sul latte versato” per riacquistare il diritto alla riabilitazione e ad una nuova fiducia.
Fuor di metafora occorre considerare, senza valutazioni di simpatie o di schieramento, che negli ultimi anni Stefano Bonaccini ha cercato di capitalizzare il ruolo di Presidente della Regione Emilia-Romagna per fare il Segretario del Pd e, magari in prospettiva, pensando di sbarcare a Palazzo Chigi, perché lo Statuto del Pd prevede che il leader del Partito sia il candidato a premier.
Certo uno che coltivava simili ambizioni, ben coperte da una dialettica fluente, non poteva occuparsi adeguatamente della sistemazione del territorio della sua regione di cui, al di là della calamità climatica, potrebbe avere un qualche residuo, se non di colpa, di demerito.
Battuto alle primarie del Pd da Elly Schlein inizia un percorso strano lanciando ambigui messaggi che trasudano senso di responsabilità nei confronti del Governo, in alternativa alla linea intransigente della sua Segretaria.
Oggi, la catastrofe, gli da modo di presentarsi davanti a Giorgia Meloni alla luce del sole, perché “le Istituzioni devono collaborare in queste circostanze”, al cospetto di tanto disastro nessuno osa far polemiche e lui, atteggiandosi quasi ad eroe, punta ora a fare il Commissario per la ricostruzione con i relativi poteri speciali. Al momento la cifra stanziata per questa operazione è di due miliardi, ma potrebbe anche aumentare una volta che verranno meglio rendicontati i danni.
Nulla questio naturalmente, i 15 morti, gli sfollati, i lavoratori e le aziende in crisi meritano rispetto e solidarietà, tuttavia, in alcuni casi gli eccessi diventano intollerabili. Non si può passare da soggetto imputabile ad eroe, sol perché dimostra un surplus di disponibilità ad un premier di segno politico diverso. L’eroismo è altro e poi, se vogliamo dirla tutta, dobbiamo ricordare la frase di Bertold Brecht che scrisse “Beato il popolo che non ha bisogno di eroi”.
Sulle disgrazie italiane c’è sempre il rischio che spuntino eroi a favore di telecamera, sempre pronti ad affondare i tentacoli nel cestino delle merendine. Si spera che la scelta del Governo sia ponderata bene e soprattutto che non passi la subdola strategia, messa in campo da diversi elementi di certa sinistra che, in maniera scorretta, tendono a dire “togliamo i fondi del Ponte sullo Stretto di Messina (che ancora non ci sono) e diamoli alla Romagna”.
Da troppo tempo il nostro Paese appare privo di politici espressione di largo consenso popolare, di leader come Walesa, Di Vittorio, Sanders, Corbyn, Merkel, Obama, Lula, Berlinguer, tanto per citare alcuni nomi che hanno lasciato una traccia nell’immaginario collettivo e che, ancora oggi, brillano come stelle luminose nel firmamento della politica. E proprio quando mancano queste figure che hanno la grande capacità di unire e di orientare le masse popolari, che emergono le mezze figure che impiantano lotte divisive con incosciente disinvoltura pur di avere qualche brandello di potere, ovviamente contro l’interesse generale dei cittadini.
Si ricorderà anche che Bonaccini, che nel 2025 dovrebbe gestire le elezioni regionali di Emilia-Romagna da Presidente uscente (e da Commissario del dopo alluvione?) a Messina per la sua campagna delle primarie Pd, ebbe a dire “Il Ponte non è una priorità”.
Raro esempio di lungimiranza e di generosità politica.
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