“Signori lo stato non vuole che facciamo beneficenza xche siamo mafiosi e apposto di ringraziare mi fanno sti articoli”, ha scritto Giuseppe Cusimano sul suo profilo Facebook. “Ok x aiutare la gente e sfamare la gente sn orgoglioso di essere mafioso.. da questo momento nn dono più niente.. Signori lo Zen nn lo vogliono cambiare le istituzioni ora l’avete capito”. Oggi, Repubblica ha raccontato di quanto avvenuto sabato, in via Luigi Einaudi: una distribuzione di generi alimentari, promossa da Cusimano, che non è solo il fratello di Nicolò, due anni fa venne pedinato dai carabinieri del nucleo investigativo mentre si incontrava con il boss Calogero Lo Piccolo e altri mafiosi.
Tanta la solidarietà già espressa al giornalista, dalla Direzione di Repubblica a quella del Cdr, dell’Ordine:
“In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo – scrive l’Ordine dei giornalisti di Sicilia – in cui la stampa è in prima linea per assicurare la migliore informazione possibile sull’emergenza Covid-19, c’è chi considera i giornalisti peggio del coronavirus. Lo hanno scritto, insieme a una lunga sequela di pesanti insulti e minacce via Facebook al giornalista de La Repubblica Salvo Palazzolo, cui va la solidarietà dell’Ordine”.
“Con il collega Palazzolo – scrive in una nota l’Associazione siciliana della stampa – ci chiediamo se questa è solo generosità oppure una forma di controllo del territorio e di acquisizione del consenso sociale da parte di frange malavitose. Chi crede con le offese di poter impaurire o fermare l’informazione fa male i suoi conti perché la comunità dei giornalisti palermitani continuerà a raccontare quel che accade in città e a porre domande. Non si può permettere che la mafia si insinui nella società approfittando del momento di debolezza causato dal diffondersi dell’epidemia di Covid-19. Il sindacato dei giornalisti, nell’esprimere la solidarietà al collega, chiede alle autorità competenti che sia fatta piena luce su questa vicenda e s’impegna a vigilare”.
Anche il gruppo siciliano dell’Unione cronisti esprime solidarietà a Palazzolo: “Vicinanza e solidarietà – dice il presidente dell’Unci Sicilia Leone Zingales – Il collega ha esercitato correttamente il diritto di cronaca informando l’opinione pubblica su un episodio che oggi è al vaglio degli inquirenti. Nessun bavaglio per la stampa. Unci Sicilia sempre vicina ai colleghi minacciati. Oggi più che mai”. L’Unci Sicilia ricorda ancora una volta che “le intimidazioni e le minacce attraverso il web rappresentano la nuova emergenza dell’informazione cui occorre fare fronte velocizzando le procedure di identificazione degli autori e, se è il caso, predisponendo ulteriori modifiche normative”.