SOLSTIZIO D’ESTATE – E tutto diventa Magico
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SOLSTIZIO D’ESTATE – E tutto diventa Magico

solstizio_albero-di-yuleE’ uno dei sabba minori chiamato anche Festa di S. Giovanni dalla tradizione cattolica. E’ il periodo della raccolta delle piante e delle erbe da usare nelle operazioni magiche. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno si usa bruciare le vecchie erbe nei falò e andare alla raccolta delle nuove oltre che mettere in atto diversi tipi di pratiche per conoscere il futuro perchè, come dice il detto, ” San Giovanni non vuole inganni”.

Sin dai tempi più remoti il cambio di direzione che il sole compie, tra il 21 e il 22 giugno, è visto come un momento particolare e magico. Questo giorno, detto solstizio d’estate, è il primo giorno di una nuova stagione e in magia è associato alla festa di San Giovanni Battista, 24 giugno, giorno della sua nascita 6 mesi prima del Cristo ( da quanto affermato dalla chiesa ) perchè in questo breve ma intenso arco di tempo, tutte le piante e le erbe sulla terra vengono influenzate con particolare forza e potere. Bagnate dalla rugiada e intrise di una potenza nuova, è il momento giusto per le nuove raccolte in vista di future applicazioni sino a quando, il prossimo anno, verranno di nuovo bruciate nei falò e rinnovate.

In età precristiana questo giorno era considerato sacro al pari di un capo d’anno e da cui l’usanza di trarre dei presagi. Il Sole, simbolo del fuoco divino, entra nella costellazione del Cancro, simbolo delle acque e dominato dalla Luna dando origine all’unione delle due opposte polarità che si incontrano. Il Sole è la parte maschile e la Luna quella femminile e il sole, al solstizio d’estate, raggiunge la sua massima inclinazione positiva. Simbolicamente questo fenomeno è rappresentato dalla stella a sei punte dove il triangolo di Fuoco e il triangolo dell’Acqua si incrociano.

Nella tradizione occulta l’incontro del Sole nella casa della Luna conduce alle nozze tra i due astri. Tali nozze divine segnano il passaggio tra il mondo dell’uomo con il  mondo divino eterno dando origine alla suddivisione in due poli: maschio e femmina, luce e tenebra, positivo e negativo ecc…. 

I due solstizi sono anche chiamati “porte”: porta degli dei il solstizio invernale e porta degli uomini quello estivo.

La Chiesa Cristiana da sempre ha ostacolato queste pratiche sovrapponendovi i propri riti con solenni celebrazioni; ma senza riuscirci. Tali usanze sono così radicate nelle abitudini popolari che ancora oggi se ne perpetuano i festeggiamenti
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pratiche:

Si accendono i fuochi dei falò la vigilia del 24.

Il fuoco è considerato purificatore come la rugiada. E’ bene augurale saltare sul fuoco avendo ben chiare le cose che vorremmo veder cambiare nella nostra vita. Più intenso e puro sarà il desiderio espresso mentalmente al momento del salto e più esso avrà ottime possibilità di realizzarsi. Sotto il guanciale vengono messe le “erbe di San Giovanni”, legate in mazzetto in numero di nove compreso l’iperico, per avere dei sogni premonitori. Il giorno di San Giovanni se si compera l’aglio si avrà un anno prospero.

A mezzanotte si deve cogliere un ramo di felce e tenerlo in casa per aumentare i propri guadagni. Si mangiano le cosiddette ” lumache di San Giovanni ” con tutte le corna che assumono il significato di discordie e preoccupazioni. Mangiarle significa distruggere le avversità. Si raccolgono le noci ancora immature per preparare il “nocino” un liquore corposo da bere gradualmente in futuro per riacquistare le forze nei momenti del bisogno.

Portare l’iperico all’occhiello nella notte della festa, protegge dalle persone malefiche.

Nocino di San Giovanni, l’elisir di noci della strega

Occorrono 29 noci piccole e verdi tagliate in 4 spicchi e colte nella notte del 24 giugno, 2g di cannella, 4 chiodi di garofano, la parte gialla della scorza di 3 limoni, 350 ml di alcool a 95 gradi, 500 grammi di zucchero e 300 ml di acqua.

Come si prepara:

In un vaso di vetro mettere le noci assieme all’alcool e lasciate macerare sino al giorno seguente quando si aggiungono la cannella, i chiodi di garofano, la parte gialla della scorza dei limoni. Si lascia macerare ancora fino al 3 agosto avendo cura di agitare il tutto almeno un paio di volte al giorno.

Trascorso questo periodo si filtra e si aggiunge lo zucchero disciolto a bagno bagnomaria in acqua calda e a fuoco lento.

Si lascia raffreddare e si imbottiglia.

Il liquore si consuma lentamente, un bicchierino alla volta, durante tutto l’arco dell’anno e diviene un eccellente digestivo. Mai superare i 2 bicchierini al giorno come per tutti i preparati alcoolici.

Bevuto in compagnia rinsalda amori e amicizie.

mabon_thumb307_L’UOVO ESOTERICO

La simbologia esoterica vede l’uovo in relazione al numero zero.

L’uovo è simbolo di occultamento, di contenitore che nasconde al suo interno qualcosa che non si vede ma che esiste e che diverà palese ai nostri occhi quando il guscio protettivo verrà aperto. L’uovo è un elemento di congiunzione tra due piani vitali diversi.

In alchimia l’uovo è anche quel canale di vetro che conduce all’ATHANOR il crogiuolo alchemico entro cui si materializza, dopo varie fasi, l’oro fecondo.

Nell’uovo è possibile scorgere due forme geometriche perfette: il triangolo e il cerchio. Il triangolo rivolto verso l’altro è il simbolo del divino e della vita congiunta al cerchio di protezione.

E in fondo l’uovo cos’altro è se non un involucro protettivo entro il quale si sviluppa una nuova vita?

L’uovo, per le sue strette correlazioni con le simbologie alchemiche ed esotericche, è molto usato nelle pratiche magiche positive.

RITO DEL SOLSTIZIO

La sera del giorno 23 ci si prepari per il rituale eseguendo un bagno di purificazione meglio se, aggiunto all’acqua del bagno, uniamo un infuso di issopo o uno composto con le quattro erbe di San Giovanni o del sale grosso marino. Si prepari anche: una coppa contenente dell’acqua, incenso puro da ardere nell’incensiere ( olibano ) le due candele di altare ( la bianca e la nera ), la candela gialla, un pezzetto di carta pergamena o bianca, una penna con inchiostro azzurro, una ciotolina di sale grosso, un rametto di felce meglio se colto in serata.

Si mettano le candele a formare un triangolo con al vertice la gialla e in basso, a sinistra, la nera e a destra la bianca. Al di sopra delle candele posizionare in questo ordine il calice con l’acqua, la ciotolina del sale e l’incensiere. Il rametto di felce si dovrà trovare sotto tutte queste cose assieme al pezzetto di carta su cui poi scriverete con la penna azzurra. Accendere quindi il carboncino nell’incensiere su cui farete scivolare alcuni chicchi di olibano. Sui fumi dell’incenso passare le candele prima di accenderle in senso orario. Nel fare questa operazione pensare a ciò che si vuol realizzare, ad un desiderio di prosperità. Purificazione. Apertura delle strade. Propiziazione della fortuna in ogni campo.

Abbattimento degli ostacoli.

Lasciate che le candele si consumina per alcuni minuti restando in silenzio poi scrivete il desiderio di prosperità sul pezzetto di carta e leggetelo a voce alta o sussurrata per tre volte accompagnando la voce con vibrazioni e con pensieri positivi e come se tutto fosse già realizzato. Fatto questo tracciate il simbolo dell’esagramma sul foglio a coprire il breve scritto ( vedere immagine a lato ) con due soli getti di penna.

Uno per il tringolo rovesciato e uno per il triangolo al dritto. Bruciate la carta nell’incensiere e lasciate che le candele si consumino totalmente.

Mi raccomando di accendere sempre in sicurezza le candele di un rito.

Siamo streghe e maghi e non degli incendiari.

Quando le candele si saranno consumate il rito è giunto al suo termine. Raccogliete i resti delle candele, dell’incenso, della carta bruciata, dell’acqua e del sale e disperdeteli senza nuocere alla natura. Alla fine di un rito ringraziare sempre per ciò che ne riceverete in cambio.

Il rametto di felce verrà bruciato quando sarà divenuto secco e nel frattempo tenetelo sempre con voi o su una mensola di casa e fungerà da calamita.

solstizio_2PREDIRE IL FUTURO CON L’ALBUME DELL’UOVO

Per la preparazione di questo tipo di divinazione del futuro, abbastanza semplice da mettere in pratica, occorre una bottiglia dal vetro bianco, attraverso la quale si possa vedere facilmente attraverso, un imbuto, un uovo e acqua di 7 fonti.

SI PROCEDE IN QUESTO MODO:

Per la ricerca della bottiglia iniziare alcuni giorni prima della notte di San Giovanni, ottimo se lo facciamo il giorno 21 inizio del solstizio d’estate. La bottiglia deve essere poi privata dell’etichetta ( lasciandola immersa in un catino di acqua per far si che si scolli dal vetro ) e lavata per bene, in modo che non restino residui ne di carta ne del liquido che originariamente essa conteneva. A questo punto se siamo in anticipo con i tempi mettiamo la bottiglia da parte.

Procuriamoci un uovo.

Meglio sarebbe se non fosse un uovo di supermercato ( lavato e trattato ).

Se ci e’ possibile prendiamolo direttamente dal pollaio dopo che e’ stato depositato pulendolo con le mani ma senza fargli toccare acqua o fargli vedere troppo la luce.

Oggi giorno avere un pollaio e’ quasi impossibile, specie per chi abita in città, quindi possiamo sopperire a questo fatto comprando un uovo dal droghiere, di quelli sfusi che si vendono a coppie, e riservargli la stessa cura e lo stesso trattamento.

Anche questo uovo lo metteremo da parte in un luogo d’ombra per la notte del 24. Il 23 sera iniziamo il vero e proprio procedimento che segue questa preparazione.

Si prende la bottiglia e si esce alla ricerca di 7 fonti per riempirla con acqua sgorgante da 7 punti diversi.

Essa non deve contenere molta acqua per di ogni fonte, il gesto è considerato simbolico, calcolate che alla fine del giro delle 7 fontane voi avrete la vostra bottiglia riempita solo fino a poco più che alla metà e questo perchè, altrimenti, quando vi farete scivolare dentro il bianco (albume) dell’uovo, se fosse piena sino all’orlo, l’uovo salirebbe sino al collo della bottiglia rendendo inutile il nostro lavoro. Considerate che la quantità di acqua e non dovrà superare la linea della bottiglia che vedete in foto qui a lato e fate i vostri calcoli quindi di quanta acqua potete prendere da ogni fonte.

Per essere più sicuri della misura mettete poca acqua per le prime 6 fonti e raggiungete il livello ottimale solo con l’acqua della settima fonte.

Fatto questo rientrate in casa e prendete il vostro uovo che mi raccomando non avrete messo in frigorifero ma in un luogo fresco, inserite l’imbuto nel collo della bottiglia e spaccate il vostro uovo facendo scivolare l’albume e solo l’albume nella bottiglia. Il tuorlo lo farete scivolare una o due volte da un guscio all’altro di modo che tutto il bianco vada a cadere nella bottiglia.

Mettete gusci e tuorlo in un bicchiere che poi il giorno dopo getterete via.

A questo punto prendete la vostra bottiglia e molto lentamente appoggiatela sul balcone o su una finestra di casa vostra ed esponetela per tutta la notte alla luce della luna.

Al mattino dopo andate a vedere le forme che l’uovo avrà generato nella bottiglia e traetene le vostre interpretazioni. Le forme si traducono in modo molto semplice.

Date alla forma un significato e letteralmente lo traducete in predizione.

La forma che il bianco dell’uovo avrà assunto nella Bottiglia avrà vita breve e già nel primo pomeriggio la vedrete sciogliersi e raggrumarsi in modo informe verso il collo della bottiglia.

Le noci di San Giovanni

 

“… unguento unguento
mandame alla noce de Benevento
supra acqua et supra vento
et supra omne maltempo “.

Il noce è l’albero attorno al quale si riuniscono a convegno le streghe nella notte di San Giovanni. E’ proprio in questa notte che si devono raccogliere dall’albero le noci, dette appunto di San Giovanni, per la preparazione del nocino, il liquore ottenuto dall’ infusione delle noci ancora immature nell’alcol per qualche settimana, assieme a qualche aroma speziato come la cannella e i chiodi di garofano.
Il culto del noce come “albero delle streghe” è di origine druidica.
L’albero del noce era considerato sacro per le streghe ma non per i contadini che lo piantavano a distanza dagli altri alberi da frutto perchè era radicata la credenza che questo albero ermafrosita, che puo’ raggiungere anche i 300 anni di età, fosse velenoso e che la sua influenza negativa contagiasse il terreno su cui poggiava.

Da qui l’usanza di piantarlo a distanza dagli altri alberi dell’orto.

fonte:http://www.bethelux.it/

 

20 Giugno 2012

Autore:

admin


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