“Ricordare i magistrati assassinati dalla mafia per la loro onestà e correttezza, oggi che subiamo le ire deliranti di un premier che parla di commissioni d’inchiesta, di plotoni d’esecuzione e di punizioni, diventa ancora più doloroso, ma la memoria deve fare da stimolo per la società civile, affinchè ci sia una sana ribellione in difesa della libertà e della giustizia”.
Lo ha detto il Presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia Sonia Alfano, ricordando il ventottesimo anniversario dell’assassinio del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto, avvenuto a Valderice (TP) il 25 gennaio del 1983.
“Oggi più che mai per ricordare un giudice come Ciaccio Montalto è necessario tutelare quei magistrati invisi al potere, ai colletti bianchi, ai promotori dell’impunità – prosegue – affinchè la dignità dei morti e dei vivi non possa essere ulteriormente calpestata, e in modo che la giustizia possa fare il proprio corso. Se fosse vivo oggi il giudice Montalto sicuramente sarebbe nella black list del Governo, perchè avrebbe continuato a mettere le mani nei traffici di armi e nella collusione tra mafia, massoneria e politica. Per onorare la sua memoria non dobbiamo più consentire che i magistrati vengano eliminati, fisicamente o moralmente – conclude – e tocca anche ai cittadini difenderli”.
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