Cronaca

SONIA ALFANO – «Mio padre Beppe non è inferiore alle altre vittime di mafia»

LE VITTIME DI MAFIA SONO TUTTI UGUALI.

restiamo scomodi ma sobri
Lo sfogo della figlia di “Beppe”, il giornalista di Barcellona Pozzo di Gotto ammazzato dalla mafia l’8 gennaio del 1993.
«Le vittime innocenti di mafia e i loro famigliari non sono, non siamo, tutte uguali. Non lo siamo perché c’è sempre il cattivo gusto di ricordare solo le vittime più illustri, quelle più famose ma non più valorose rispetto alle altre vittime di mafia».
La nota
Vi spiego, ancora una volta, perché le vittime innocenti di mafia e i loro famigliari non sono, non siamo, tutte uguali.
Non lo siamo perché c’è sempre il cattivo gusto di ricordare solo le vittime più illustri, quelle più famose ma non più valorose rispetto alle altre vittime di mafia. Per essere esplicita e diretta: Falcone e Borsellino non hanno assolutamente nulla di più rispetto a mio padre e alle tante vittime dimenticate e mortificate da questo paese. Mio padre non ha nulla da imparare dal ricordo di questi due uomini. Hanno tutti servito lo stato ed un ideale. Sono tutti andati a morire con la consapevolezza di aver fatto una scelta.
Oggi e domani ad esempio, a Palermo si svolgeranno manifestazioni per intitolare l’aula bunker, ovviamente, a Falcone e Borsellino, e poi concerti, pranzi e cene, persino al Teatro Massimo, al quale non solo sono stati invitati solo alcuni famigliari di vittime innocenti della mafia, ma saranno presenti anche magistrati, giornalisti etc, nonché amici e collaboratori di magistrati e varie.
E allora, finché ci saranno queste discriminazioni, queste esclusioni, dove vogliamo andare?
Di buono c’è che se questi eventi si fanno, vuol dire che quindi esiste ancora la mafia. Però non perviene ancora una volta l’antimafia. Eh già, c’è da dire infatti, che se non fai parte del cerchio magico del mondo dell’antimafia, quello che osanna e riceve soldini per le manifestazioni, non si viene invitati ai concerti e agli incontri con le autorità. Che poi, in periodo di grande crisi economica, ostentare cene cui invitare amici e parenti, anche no.
Noi preferiamo rimanere gli ultimi, esattamente come ci avete sempre trattato, scomodi ma sobri. Buona cena a tutti, e magari tra un bicchiere e l’altro, ricordatevi che dovreste onorare tutte le vittime innocenti della mafia.
Un po’ come quello che c’è scritto nelle aule di giustizia, “la legge è uguale per tutti”. Forse, e non sempre.

Redazione Scomunicando.it

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