Lo spot di Natale (doppiato da Noemi) che non vedrete in tv: contro l’olio di palma, è stato censurato. E’ la storia dell’orango e della bambina è stata bollata come «troppo politica», ma sul web è diventata virale
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Un orango e una bambina che diventano amici e cercano di salvare l’ambiente. Era questo il tema scelto per lo spot di Natale dalla catena di supermercati inglesi «Iceland», la prima tra tutte le maggiori del Regno Unito ad aver bandito l’olio di palma dai suoi prodotti. Peccato che proprio in Gran Bretagna questo video sia stato censurato perché considerato «troppo politico». Il filmato critica — infatti — la distruzione delle foreste pluviali per piantare palma da olio, mettendo a rischio anche la vita di animali unici come gli oranghi che rischiano così l’estinzione. Nonostante il veto, il filmato è diventato virale su internet e migliaia di utenti lo hanno condiviso sui social network. Su Change.org è in atto una raccolta firme per la messa in onda dello spot. , racconta — con una filastrocca infantile — la storia di una bambina e di un piccolo orango costretto a scappare dalla foresta. Molte star sono scese in campo per chiedere la messa in onda dello spot televisivo. La questione ha anche attirato l’attenzione dei politici: il parlamentare Michael Gove ha pubblicato un post su Twitter per lodare l’iniziativa. «Il nostro orango in difficoltà è un simbolo forte e potente degli effetti della deforestazione», ha dichiarato Richard Walker, Manager Iceland. «Siamo determinati a essere in prima linea negli sforzi per garantire che l’olio di palma non stia causando la distruzione della foresta pluviale e continueremo a essere una forza trainante fino a quando questo impatto ambientale non sarà drasticamente ridotto».
Un’indagine di Greenpeace ha scoperto che tra il 2015 e il 2017, sono andati distrutti oltre 70 mila ettari di foresta pluviale, un’area grande quasi tre volte l’Isola d’Elba. Uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Current Biology ha, poi, messo in evidenza come in soli 16 anni sia stata dimezzata la popolazione degli oranghi del Borneo, mentre quello di Sumatra e quello di Tapanuli sono stati privati di più della metà del loro habitat tra il 1985 e il 2007.
«Ringraziamo Noemi per aver dato la sua voce a un cartoon che in pochi secondi dimostra come la mano dell’uomo sia capace di distruggere interi ecosistemi, causando l’estinzione di specie uniche e alimentando una crisi climatica globale», ha spiegato Martina Borghi, responsabile della Campagna Foreste di Greenpeace Italia. Insomma, se le grandi multinazionali non riescono a trovare abbastanza olio di palma prodotto in modo responsabile, «dovranno iniziare a utilizzarne meno. Qualche merendina non può valere l’estinzione degli oranghi e la perdita di parti della foresta pluviale», ha concluso.
L’olio di palma è presente in gran parte dei prodotti che acquistiamo. Se il prezzo per le multinazionali che lo commerciano è basso, non può essere fatto lo stesso discorso per quello reale: per estendere le piantagioni, le foreste vengono bruciate e gli animali perdono il loro habitat naturale. Senza dimenticare che, spesso, le piantagioni sorgono su terreni che le multinazionali sottraggono alle popolazioni locali.
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