Le eloquenti dichiarazioni dei PortaVoce del MoVimento 5 Stelle, Francesco D’Uva, Alessio Villarosa e Valentina Zafarana, sullo spot che il Governo avrebbe improntato per il prossimo G7 a Taormina.
“Avrebbero potuto utilizzare l’immagine della splendida Isola Bella, del centro storico di Noto, della Valle dei Templi di Agrigento, della falce di Messina. Per mostrare la Sicilia al mondo avrebbero potuto utilizzare le bellezze storiche e architettoniche di cui questa terra è colma.
E invece no, con uno schiaffo all’isola e al popolo siciliano, si è scelto di presentarsi ai big del mondo con un cliché vergognoso e vile.
Rimaniamo oltremodo sconcertati e umiliati, in quanto siciliani, nell’apprendere che il Governo ha diffuso tra i media stranieri uno spot per il G7 dove compare l’immagine stereotipata di un uomo con la coppola che segue con lo sguardo una donna con l’ombrellino.
Ci auguriamo che si sia trattato solo di un errore e che, in caso contrario, venga subito ritirata questa pubblicità-schiaffo non solo contro il popolo siciliano, ma contro l’Italia tutta”.
G7 a Taormina, gaffe del governo: nello spot un uomo con la coppola. La foto sull’app governativa dedicata a chi si accredita al G7 di Taormina. Il machismo come valore identitario della Sicilia fa infuriare tuttiScoppia la polemica in Sicilia. Le immagini, che vengono distribuite ai giornalisti stranieri in questi giorni, hanno scatenato un polverone che rischia di travolgere Palazzo Chigi.
Sui social network si è scatenata una vera e propria rivolta. Sulla presidenza del Consiglio si abbatterà, a breve, un mail bombing. Non solo. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Giovanni Ardizzone ha scritto al premier Paolo Gentiloni per “chiedere il ritiro immediato della foto”. “Agli attacchi delle tv nazionali mi sono abituato ma non rassegnato, di certo non avrei mai immaginato di dover prendere le distanze da uno spot per il prossimo G7”, si sfoga augurandosi che “si sia trattato di un errore”. “Alimentare i soliti stereotipi sui siciliani non giova a nessuno tanto meno ad un’Italia che intende ripartire”. Anche Dario ferrante, managing director di Tour Plus Sicilia, che da tanti anni si occupa di luxury travel, critica duramente la scelta del governo: “Non mi sembra che il precedente meeting a Shima (Giappone) abbia avuto come testimonial due manga o il summit a Krün (Baviera) due donne con il seno grosso che servivano boccali di birra – dice – In questo caso, il richiamo a D&G non ha proprio senso. Qui, se richiamo vuole esserci, sembra più alle borse D&G taroccate in vendita in Via Maqueda nei fine settimana”. E ancora: “Fortunatamente, i giornalisti stranieri conoscono bene la vera Sicilia e sorrideranno all’ennesima trovata degli ‘Ah, les italiens’. Basta guardare le coperture frequenti che le maggiori testate mondiali dedicano alla Sicilia per capire che il mondo inizia a conoscere veramente la nostra terra”.
Il machismo come valore identitario della Sicilia fa infuriare proprio tutti. “Nel 2017 – scrive Loredana Mannina – ancora non riusciamo a liberarci dell’immagine cinematografica e stereotipata del siciliano, insomma ce l’hanno cucita addosso e non riusciamo più a toglierla via”. “Io non ci credo che qualcuno abbia pensato e realizzato questo scempio – incalza il ceo di Giglio.com, una nota azienda palermitana di moda – progettare una storyboard, fare un casting, scegliere la location, organizzare lo shooting… Perché tirare fuori questa immagine è da principianti della comunicazione. È un risultato imbarazzante. Deve certamente essere un ritaglio preso da chissà dove”. La vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Teresa Di Fresco parla, poi, di “stupidi e anacronistici stereotipi che sopravvivono grazie a ignoranza, comodità e molto probabilmente interessi di alcuni. Il gadget del mafioso con baffi, coppola e magari lupara è uno dei più venduti – dice – evidentemente a qualcuno è utile dare o accettare una simile immagine di una Sicilia che ha combattuto e combatte questi che qui definisco ancora una volta semplicemente stereotipi”. Daniela Tomasino, leader delle associazioni Lgbt di Palermo, si chiede se la pubblicità del G7 di Taormina sia stata “partorita” dalla stessa agenzia che aveva promosso il Fertility Day. “A questo punto ci stavano carretto, marranzanu e lupara. Perché fare le cose a metà?”.
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