Quella “notte dimenticata” del 17 ottobre del 1961. Nella foto soldati francesi si mettono in mostra con una donna algerina catturata. Siamo ai tempi della guerra di liberazione in Algeria. Si tratta del massacro di centinaia di Algerini che volevano manifestare pacificamente per il centro di Parigi chiedendo l’indipendenza del loro Paese.
Siamo nel 1961, in piena guerra d’Algeria e la risposta della Francia colonialista è terribile: centinaia di morti, molti scomparsi, corpi gettati dai flics nella Senna
E poi il silenzio, l’oblio e la rimozione.
Quella “notte dimenticata” del 17 ottobre…
Si tratta della più grande mattanza consumatasi nella Francia metropolitana dal 1945 in poi.
Pochi lo rammentano, pochi lo sanno, molto si è nascosto.
Per provare a presentare un po’ di questa vicenda si può leggere il libro “La Battaile de Paris” di Jean Luc Einaudi, che presenta la ricostruzione storica di quei fatti, o veder il film “Nuit noir” di Alain Tasma (France, 2004).
Una breve sintesi dei fatti: in Francia nel ’61 la crisi della guerra d’Algeria scuoteva il governo di De Gaulle, nello stesso periodo avvenivano massacri e torture sistematiche in Algeria mentre si avviavano i primi contatti per la negoziazione tra la Francia e FLN dell’indipendenza algerina.
A Parigi ci sono stati diversi attentati contro poliziotti che organizzavano rafles (termine per indicare brutali retate in stile di quelle contro gli ebrei durante il regime di Vichy) selvagge contro i nordafricani, maltrattati e che subivano un pesante razzismo.
Nello stesso tempo si è attivata un’organizzazione di estrema destra armata, l’OAS (Organisation Armée Sècrete) apertamente ostile ad ogni forma di negoziato sull’Algeria, che è arrivata a fare un attentato a De Gaulle, un tentato colpo di stato e diversi omicidi.
Questa formazione nazionalista (l’Algeria fa parte della Francia, è Francia all’epoca) è apertamente razzista e conta su un forte appoggio tra le forze armate e quelle di polizia.
In questo clima estremamente teso alcuni flics, certi dell’impunità, compiono sequestri e uccisioni di Algerini. Nei mesi di settembre e ottobre 1961 i casi di cadaveri massacrati sconosciuti ritrovati nella Senna o nei boschi vicino Parigi aumenta in maniera esponenziale.
La situazione è esplosiva e il prefetto di Parigi, tal Maurice Papon, prefetto di Lille e collaboratore dei nazisti durante la seconda guerra mondiale, ordina il 5 ottobre il coprifuoco per tutti gli Algerini. E’ solo l’ultimo di atti razzisti e criminali contro la popolazione Algerina.
L’ Fln, profondamente radicato nel territorio, (un’organizzazione militare che esigeva il pagamento di contributi da tutti gli Algerini in Francia) per dimostrare la propria forza e il proprio seguito in un momento cruciale dei negoziati lancia una manifestazione di tutti gli Algerini (tutti nel senso che chi non andava era considerato un disertore, sebbene la gran parte fosse d’accordo con loro) in centro a Parigi contro il coprifuoco. Una manifestazione imponente e pacifica per mostrare la tenacia della lotta per l’indipendenza e contro il colonialismo Francese.
Per il governo Francese la manifestazione era un atto di guerra di un gruppo terroristico sul suolo della capitale della Francia metropolitana. Viene data carta bianca al prefetto Papon per reprimere la manifestazione che deve essere impedita.
Quella sera oltre 15.000 Algerini vengono arrestati in rastrellamenti su tutta Parigi e portati in centri di detenzione che diventano macellerie. Laddove si forma un abbozzo di corteo la polizia apre il fuoco su manifestanti disarmati e spacca teste con i suoi manici di piccone lunghi oltre 1 metro. I morti sono immediatamente moltissimi. In centro a Parigi vicino a Ponte Saint Michel, nel quartiere dove vivono centinaia di Algerini si forma un corteo che viene attaccato dai flics.
La scena, descritta da testimoni, è raccappriciante: sotto le finestre della Prefettura di Parigi, gli Algerini vengono massacrati, decine di corpi di morti o moribondi vengono lanciati nella Senna dal Ponte, i rimanenti vengono portati nella corte della Prefettura e picchiati ancora e ancora (alcuni dicono di 50 morti solo in quel luogo). Nei centri di concentramento le botte vanno avanti per oltre 2 giorni senza la presenza di occhi indiscreti, poi ci sono le espulsioni di massa in Algeria.
Decine e decine di Algerini “sono scomparsi”, cadaveri riaffiorano a decine dalla Senna nei giorni successivi.
La polizia comunica alla stampa di essere stata attaccata da persone armate e che si è difesa causando 2 morti (poi diventati 3) e diversi feriti. La stampa salvo rarissime eccezioni (la rivista di Sartre e Testimonianza Cristiana) ci crede, su quella giornata cade il silenzio e l’oblio.
Che, sebbene l’attuale sindaco di Parigi abbia apposto una piccola targa sul ponte S. Michel, sembra durare ancora oggi. La cifra di morti ufficiale è ancora quella di 3 (gli storici realisti la collocano tra 200 e 300), nessuno è stato condannato per i fatti.
«Parigi, martedi’ 17 ottobre 1961. Dopo l’appello dell’ FLN (Fronte di Liberazione Nazionale Algerino) gli Algerini della regione Parigina cercano di manifestare la sera contro il coprifuoco. Durante la notte, sotto una pioggia battente, è un massacro.
Secondo la versione ufficiale, resa pubblica l’indomani, gli scontri hanno causato 2 morti tra i manifestanti e 2 poliziotti feriti da arma da fuoco. La tesi è chiara: gli Algerini erano armati e la polizia ha agito per legittima difesa. I giorni seguenti saranno usati dai poteri pubblici per far ostacolare tutte le inchieste, con il tacito accordo dell’opinione pubblica. Il massacro sarà cosi’respinto dalla coscienza collettiva.
Jean-Luc Einaudi ha pazientemente ricostruito la successione degli avvenimenti, dopo aver consultato dei documento d’archivio inediti, i registri dei cimiteri parigini, la stampa dell’epoca, i testi ufficilai ed aver ascoltato più di un centinaio di testimoni diretti o indiretti. Racconta, ora per ora, caso per caso, come la polizia parigina abbia fucilato, annegato, massacrato a colpi di bastone Algerini disarmati. (…)»
[Tratto e tradotto da “La Bataille de Paris” di Jean-Luc Einaudi, éditions du Seuil, 1991]
Ecco alcuni passaggi tradotti da wikipedia france:
«Il massacro del 17 ottobre 1961 indica la repressione compiuta picchiando una manifestazione pacifica in favore dell’indipendenza dell’Algeria a Parigi. Secondo le stime, tra 32 e 325 magrebini sono morti sotto i colpi della polizia francese, allora comandata dal prefetto Maurice Papon. Decine di manifestanti sono state gettate nella Senna, tanti altri sono morti nei centri di detenzione nei quali sono stati rinchiusi per 4 giorni. Negato dalle più alte autorità dellè epoca, il massacro non ha iniziato ad essere oggetto di ricerche che a partire da metà degli anni ’70. e’ diventato conosciuto quando Murice Papon ha perso un processo di diffamazione contro uno storico (Einaudi ndd) nel 1999»
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La locandina di “Nuit Noire” |
Per maggiori informazioni in italiano ho trovato questo articolo di Claude Liauzu su Le Monde Diplomatique di febbraio 1999.
In francese si possono segnalare il sito dell’associazione 17 octobre e un articolo da un sito algerino.
*Fonte: AQUIESTOY
http://sollevazione.blogspot.it/2015/11/parigi-massacro-in-pieno-centro-ma-non.html?spref=fb