Fotonotizie

STORIE MESSINESI – E io non riesco a non stare con i ragazzi di Fondo Fucile…

Quasi un editoriale, quello di Antonio Mazzeo, dopo i fatti di questa notte.

mi turba e disturba la narrazione main stream di esaltazione della “liberazione” di Fondo Fucile
A costo di beccarmi già da Capodanno i primi insulti 2022, mi turba e disturba la narrazione main stream di esaltazione della “liberazione” di Fondo Fucile dalle cataste di mobilia vecchia destinata al falò di mezzanotte e della contestuale condanna dei giovani che hanno tentato di occuparla e difenderla contro vigili e carabinieri.
Credo che almeno una volta ci saremmo dovuti fermare a chiedere a questi ragazzi cosa sentono e pensono di territorio, area urbana, periferia, memoria, tradizioni. Non fosse altro che da anni sono letteralmente usati da progettisti, cooperative sociali, amministratori, sociologici e quararaqua quali “protagonisti” (o “popolazione target”) del superdecantato progetto “capacity” di “risanamento e ricostruzione urbana”, assunto ormai a modello vincente in tutta Italia e perfino in ambito UE.
Di contro le scene di stanotte – se fossimo meno ottusi e più attenti all’alterità e alle differenze – forse testimoniano il fallimento di quel progetto e la sua “distanza” da bisogni e soggettività reali.
Un girone dantesco
Io di Fondo Fucile ho le immagini che mi furono mostrate dall’alto di una terrazza della scuola media dalle ragazze e dai ragazzi che la frequentavano. Un girone dantesco certo, ma anche – per tanti – un rifugio-famiglia dalla violenza generalizzata e globale.
E non dimenticherò mai come lo Stato e le sue istituzioni si sono presentati sempre agli occhi di quegli studenti, a partire dalla “loro” scuola incolore, mura cadenti, classi infami, senza vetri alle finestre, senza porte nei bagni, senza niente di niente, “protetta” con catene e lucchetti alle uscite di sicurezza dalle incursioni degli ex alunni che avevano abbandonato o erano stati espulsi dal sistema educativo-scolastico prima di aver completato il ciclo di studi.
No, non ce la faccio a non stare dalla loro parte
No, non ce la faccio a non stare dalla loro parte stamani, proprio io a cui poi i falò non sono mai piaciuti più di tanto, così simili ai roghi di donne ed eretici dei tempi andati.
Nelle guerre neoliberali per l’ordine sociale, preferisco il disordine e la pace della giustizia sociale.
I fatti:

Nella serata si ieri, mentre gli operatori di Messina Servizi e i vigili del fuoco erano al lavoro per rimuovere le cataste di legno preparate per i falò di mezzanotte alcuni ragazzi hanno lanciato pietre e petardi contro di loro. Ferito il comandante della polizia metropolitana Daniele Lo Presti, colpito alla mano dal una pietra. Sull’argomento l’intervento del sindaco De Luca che ha condannato l’episodio: “Perché a Fondo Fucile deve vincere la delinquenza?”

Redazione Scomunicando.it

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