– di Corrado Speziale –
La grande manifestazione prevista a Messina l’otto giugno in difesa delle libertà di genere e dei diritti LGBT+, con l’approvazione della delibera che aveva avuto come primo proponente il consigliere Alessandro Russo, ha incassato l’adesione del Consiglio comunale di Messina. Ma a fronte di commenti e strumentalizzazioni di carattere politico, Rosario Duca, presidente regionale dell’Arcigay, nonché rappresentante del comitato organizzatore, prende le distanze da ciò che definisce “effetti collaterali”. Innanzitutto, la presa d’atto e la soddisfazione per l’atto politico: “L’adesione del Consiglio comunale al Pride, da parte Consiglio comunale – scrive Duca in una nota – segna un passaggio politico di grande importanza per la nostra comunità”. Dopodiché, come sua consuetudine, rilancia la posizione di indipendenza della comunità dall’agone politico: “Il Comitato Pride dello Stretto 2019 manifesta la propria totale estraneità al clima polemico e divisivo di queste ore e ribadisce l’importanza del Pride come momento di inclusione e di costruzione di comunità”.
Quel fatidico 8 giugno si avvicina sempre di più e i colori e i simboli “arcobaleno” dell’Onda Pride, densi di significato sociale e politico, si preparano ad “invadere” pacificamente e festosamente Messina: “Largo all’orgoglio”. Si tratta del primo Pride della storia a Messina e non a caso viene a cadere in occasione del cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall del 1969. Nonostante i commenti, favorevoli e contrari, giudizi e pregiudizi che sino ad oggi stanno accompagnando questa importante iniziativa, l’organizzazione del Pride sta andando a gonfie vele: iniziative collaterali, come “AperiPride”, vendita di gadget, promozioni e donazioni, stanno dando “ossigeno” agli organizzatori, ma soprattutto, tanto ottimismo.
E dopo lunghe peripezie, il patrocinio del Comune è arrivato attraverso l’organo più indicato ad esprimerlo, qual è il Consiglio comunale. Quando Alessandro Russo, consigliere di LiberaMe, esponente del Pd, come primo firmatario, assieme ad altri 9 consiglieri, il 14 marzo presentò la proposta di delibera, fu questo il suo commento: “Non vi dico le battutone e le prese in giro che ci stanno arrivando…”. Ma a distanza di meno di due mesi, la delibera è stata approvata: 18 voti favorevoli su 19, il presidente si è astenuto.
Considerato – si legge nella delibera – “che i valori di inclusione, rispetto e riconoscimento delle differenze sono patrimonio comune della comunità messinese, (…) e che la vocazione politica delle Amministrazioni cittadine debba essere quella del perseguimento di ogni atto e azione che possano costantemente pervenire a un livello di inclusione e di rispetto sempre più diffuso e radicato. Che il contrasto verso forme di discriminazione basate sull’orientamento di genere e delle conseguenti forme di violenza o di intolleranza sono rappresentazioni di atteggiamenti ed attitudini culturali che, ancorché minoritarie, rischiano di minare il patrimonio culturale della nostra Comunità e che quindi devono essere poste in essere politiche di risposta improntate alla difesa dei valori costituzionali e di cittadinanza”… Sulla manifestazione, tanto ha ritenuto il Consiglio: “Agevolare lo svolgimento della stessa e testimoniare la viva adesione del nostro Ente locale ai valori del rispetto reciproco e della inclusione attiva delle minoranze di genere e delle minoranze in senso lato”. E ancora: “Che sia conseguentemente opportuno e significativo aderire alla piattaforma di richiesta di estensione dei diritti di cittadinanza a quelle fasce di cittadini che ne sono privi per motivi legati a genere sessuale od orientamenti e inclinazioni, iscrivendo in tal modo la nostra Città alla lista delle comunità locali che chiedono e perseguono politiche di inclusione e rispetto nel solco dei nostri valori comunitari”.
Da qui, sembravano accantonati pregiudizi e polemiche che avevano contrassegnato questo periodo preparatorio. Così il consigliere Russo a votazione conclusa: “E’ un’adesione valoriale e programmatica alla piattaforma che prevede iniziative molto importanti finalizzate a riconoscere nella nostra comunità messinese diritti e possibilità generalmente riconosciuti alla comunità maggioritaria”. Con un’importante precisazione: “Il Pride è aperto alle differenze di genere non solo di carattere sessuale ma anche ad altre minoranze, a chi scappa dalla guerra e che in questa città si trova a vivere in condizioni di segretezza e di paura”.
Così, ad Alessandro Russo è andato, tra gli altri, il plauso della rivista on line Gaynews, fondata e diretta da Franco Grillini e quello, personale, particolarmente autorevole, della senatrice Pd Monica Cirinnà, “madre” della legge istitutiva delle unioni civili in Italia.
Ma a fronte di commenti e strumentalizzazioni di carattere politico, Rosario Duca, presidente regionale dell’Arcigay, nonché rappresentante del comitato organizzatore, come sua consuetudine, prende le distanze e smorza ulteriori voci, in linea con il pluralismo di vedute con cui sta conducendo in porto l’evento dell’anno. Nel suo commento, dà atto dell’importante risultato politico raggiunto, ma non le manda a dire a chi intende speculare su questo importante momento dell’intera comunità LGBT+.
“La deliberazione con cui il Consiglio Comunale di Messina ha aderito al Pride dello Stretto del prossimo 8 giugno – commenta Rosario Duca a nome del comitato Pride – segna un passaggio politico di grande importanza per la nostra comunità. Il rifiuto di ogni discriminazione, di sesso, razza, orientamento sessuale; i valori di libertà, integrazione, dignità di ogni persona sono da ieri anche formalmente patrimonio comune delle messinesi e dei messinesi. Tuttavia, com’era prevedibile, un atto di tale portata porta con sé anche polemiche speciose e strumentali, prese di posizione finalizzate non tanto alla promozione di una cultura dei diritti civili quanto alla visibilità di alcune forze politiche e dei loro esponenti. Di fronte a tali ‘effetti collaterali’ – prosegue Duca – il comitato Pride dello Stretto 2019 non può che rendere manifesta la propria totale estraneità al clima polemico e divisivo di queste ore e ribadire l’importanza del Pride come momento di inclusione e di costruzione di comunità”. Dopodiché, cita i rappresentanti dell’Amministrazione comunale che gli stanno dimostrando attenzione: “Teniamo a dire che tra l’organizzazione e l’Amministrazione comunale, per ciò che riguarda gli adempimenti da portare a compimento, sussiste una sinergia che ci vede in contatto per il raggiungimento dello scopo. In particolare, con gli assessori Previti, Calafiore, Minutoli designati a seguire i vari iter, c’è una continua corrispondenza e collaborazione”.
La posizione del comitato in vista del Pride: “Questo coordinamento non intende per il prosieguo dover intervenire in dinamiche che non ci appartengono, in particolare quando riguardano l’aula consiliare e qualsiasi altra situazione che possa crearsi e di cui non ne siamo attori”.