TANGENTI PER APPALTI – 3 arresti, anche il presidente di Rfi
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TANGENTI PER APPALTI – 3 arresti, anche il presidente di Rfi

La stazione di Foggia innevata e alcuni vagoni bloccati sui binari, 7 febbraio 2012. ANSA/FRANCO CAUTILLO

La Polizia di Stato sta eseguendo un provvedimento emesso dal Gip presso il Tribunale di Palermo, D.ssa. Ettorina CONTINO, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a firma del Procuratore Aggiunto, Dr. Bernardo PETRALIA e del Sostituto Procuratore, Dr. Claudio CAMILLERI, coordinati dal Procuratore della Repubblica, Dr. Francesco LO VOI, nei confronti di tre soggetti accusati di prender “mazzette” per appalti pubblici.

I nomi dei destinatari sono: LO BOSCO Dario, Presidente di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), Presidente dell’AST (Azienda Siciliana Trasporti), nonché ex Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Catania (fino al Gennaio 2015), MARRANCA Salvatore e QUATTROCCHI Giuseppe, Funzionari del Corpo Forestale della Regione Siciliana.

Le complesse indagini, a cura della locale Squadra Mobile, diretta dal Dr. Rodolfo Ruperti, hanno raccolto numerosi indizi, in relazione a due distinti episodi: nel primo caso, un appalto pubblico per l’importo complessivo di 26 milioni di euro, sono protagonisti Marranca e Quattrocchi, a carico dei quali il reato ipotizzato è, per Marranca, l’induzione indebita a dare o promettere utilità, per il Quattrocchi, anche il reato di concussione; il secondo episodio riguarda Lo Bosco per il quale si ipotizza il reato di induzione indebita a dare o a promettere utilità.

L’indagine, denominata  “Black List”, condotta dalla Sezione “Anticorruzione” della locale Squadra Mobile,  trae spunto da un più ampio contesto investigativo, che ha interessato un noto imprenditore agrigentino, che, unitamente ai fratelli, è a capo di un gruppo di imprese dalle multiformi attività, prevalentemente interessate ai lavori pubblici.

In particolare sarebbe emerso il coinvolgimento della SISTET Tecnology srl, ditta agrigentina impegnata nell’istallazione e manutenzione di impianti di radiocomunicazione e di videosorveglianza, riconducibile ai fratelli del gruppo imprenditoriale sopra citato e di cui è Amministratore il noto imprenditore agrigentino, nei lavori riguardanti la gara di appalto indetta dal Corpo Forestale della Regione Sicilia dell’importo di circa 26 milioni di euro (appalto relativo all’ammodernamento tecnologico e potenziamento operativo del sistema di radiocomunicazione del Corpo Forestale della Regione Siciliana compresa l’installazione di una dorsale digitale pluricanale e la realizzazione di un sistema di videosorveglianza di nuova generazione a tutela del patrimonio boschivo e delle aree naturali protette), ditta aggiudicatrice della gara di appalto, nel 2012 e con lavori tutt’ora in corso.

Le indagini hanno registrato, sin da subito, una particolare “intimità” tra l’imprenditore agrigentino e i due Funzionari della Forestale, QUATTROCCHI Giuseppe e MARRANCA Salvatore, rispettivamente presidente della commissione di gara dei lavori in questione e successivamente DEC (Direttore dell’Esecuzione del Contratto) e RUP  (Responsabile Unico del Procedimento) della medesima gara d’appalto.

I due funzionari pubblici, in particolare, si rendevano disponibili a “sbloccare” situazioni di stallo nell’esecuzione dei lavori da parte della SISTET  Tecnology, aggiudicataria della gara e di cui l’imprenditore agrigentino era l’amministratore, ponendosi in una condizione di stabile asservimento agli interessi personali ed economici dell’imprenditore, cui garantivano, con decisioni conformi agli interessi d’impresa, un iter dei lavori  privo di  “intoppi”, non sottoposto a particolari vagli, chiedendo in cambio versamenti di denaro illecito a titolo di tangente pari a 149.500,00 euro per il QUATTROCCHI e 90.000,00 euro per il MARRANCA, oltre a regalie varie ed assunzioni per la compagna e la figlia del MARRANCA.

Le articolate investigazioni condotte dalla Squadra Mobile di Palermo, dirette dalla Procura della Repubblica, hanno permesso, altresì, di collocare l’imprenditore al centro di un altro contesto illecito, del tutto estraneo all’attuale appalto della Forestale che ha dato luogo all’indagine odierna: si tratterebbe di un importante e rivoluzionario progetto, legato, tra l’altro, alla realizzazione di un sensore meccanico/elettronico da installarsi sui mezzi ferroviari italiani e che la società RFI ( Rete Ferroviaria Italiana) si proponeva di acquistare.

E’ proprio in quest’ambito che s’inserisce la figura di LO BOSCO Dario, Presidente della RFI, che si è dichiarato interessato all’acquisto del predetto sensore, inducendo a tal fine l’imprenditore a versare una tangente, in più tranches, pari a 58.650,00 euro.

Le indagini, svolte anche attraverso attività di intercettazione telefonica ed ambientale, hanno consentito di rinvenire in possesso dell’imprenditore empedoclino, un vero e proprio libro mastro delle tangenti, in cui lo stesso imprenditore annotava meticolosamente e con cura cronologica i vari esborsi e/o regalie effettuate nei confronti di soggetti pubblici utili ai fini dell’impresa. I nominativi degli odierni destinatari risultano ampiamente citati, tra gli altri, nello scritto sequestrato.

Successivamente, l’imprenditore, comunque indagato, in concorso per il reato di concussione, di fronte all’evidenza delle fonti di prova raccolte, ha deciso di collaborare con gli inquirenti. Sono in corso numerose perquisizioni  a carico degli odierni arrestati e di altri indagati.

 

29 Ottobre 2015

Autore:

redazione


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