Era la sua la fisarmonica coraggiosa, incisiva e poetica, creativa e sempre elegante che ha trasportato la Taberna verso il folk Rock e la Word Music con gli album Gricalata, Allah Muntagna, L’anima du munnu.
vivrà a pieno il successo strepitoso degli inizi
Lazzaro, diplomato al Conservatorio “Cilea” di Reggio Calabria, é un virtuoso della fisarmonica, vivrà a pieno il successo strepitoso degli inizi, quando il miracolo Taberna Mylaensis avrà risonanza nazionale.
Tanino Lazzaro entrerà a far parte del mitico Gruppo siciliano già sul finire del 1976, accompagnando il gruppo dal vivo in numerosi e importanti concerti e festival, in tutta Italia e Nord Europa, vivendo a pieno le atmosfere musicali della Rca, dove si incrociavano i pilastri della storia del cantautorato Italiano( Dalla, De Gregori, Venditti, Cocciante, Renato Zero, per finire con Modugno, Baglioni e Morricone…)
Memorabili i concerti d’apertura con De Gregori che saranno ricordati nel libro di Deregibus “Quello che non dico, lo so cantare”, con cui condivise numerosi concerti negli anni duri della contestazione.
“Un ricordo che porto dentro sarà sempre l’incontro con Ignazio Buttitta, nella sua casa ad Aspra . Rimase colpito da alcune rielaborazioni musicali di sue poesie e per questo volle proporci una serie di spettacoli-concerto Ci disse Vui siti me figghi!! E’ stata una benedizione ufficiale del nostro lavoro musicale! ”
Tanino Lazzaro porta con sé l’emozione intatta d quei momenti, con riservata commozione, così come è lui: un uomo che pareggia il musicista, un virtuoso che leviga le storture del mondo con la poesia delle sue note.
E’ sua l’interpretazione di una delle più toccanti e carezzevoli canzoni d’amore di musica popolare, Ottave d’amore, in cui l’arpeggio suadente e antico della chitarra si fonde con il fascino della sua fisarmonica, come la seconda voce sempre emblematica di Luciano Maio, anche autore della canzone.
E’ un inno d’amore senza tempo, che contempla la bellezza della donna con memorie che affondano nella scuola poetica siciliana. Ma il segno di Lazzaro è pregnante nell’album Allah Muntagna anche nell’incipit di Vittoriu Emanueli, con quei toni bassi che si tramutano in un crescendo disvelante la storia politica e sociale della leva ai tempi di Vittorio Emanuele.
Significativi ed accattivanti gli arrangiamenti dedicati ai brani sul Vespro siciliano dai testi di Pitrè e Salamone Marino, dove Lazzaro si esprime magnificamente anche con il moog ne Li Francisi cu la so’ putenza, e ne la Sicilia è la terra di li rosi ancora con la fisarmonica.
Menzione a parte l’album L’anima du munnu: bellissimo!
Una invocazione alle energie sublimanti della vita, anima del mondo appunto, che passano attraverso gli occhi intensi della copertina; qui il contributo di Lazzaro è ancor più considerevole: è lui a farci sentire i suoni del mondo, del profondo mediterraneo che scuotono con la loro ancestralità, come un richiamo irrinunciabile. “Sinergico e simbiotico il rapporto con Luciano Maio, estro creativo insostituibile e pietra miliare del popolare siciliano, con cui l’album è stato creato con cura e dedizione particolari” aggiunge Lazzaro.
Anche qui il recupero di brani di ricerca è evidente in Lampabbò lampà , rielaborazione di una antico canto delle tonnare di Trapani, il tiro delle ancore grosse del palinschermo.
Lazzaro, che oggi fa parte del prestigioso gruppo dei Kunsertu, continua la sua attività musicale di arrangiatore, appoggiando nuovi progetti in ambito popolare, , che con autori di musica leggera e continuando ad essere per tutti esempio brillante e significativo della storia della musica popolare siciliana.