“Sono resuscitata quando ho conosciuto Tano Grasso che l’allora sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino chiamo’ a Napoli come consulente antiracket”.
Cosi’ Silvia Fucito, l’imprenditrice che nel 2001 denuncio’ insieme al marito gli estorsori che le incendiarono il colorificio di famiglia a San Giovanni a Teduccio, nel corso della presentazione a Napoli, nella chiesa sconsacrata di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, della campagna antiracket, a cui ha preso parte anche il capo della Polizia Antonio Manganelli, “Cento strade. Natale antiracket”.
Il progetto finanziato con fondi europei, coinvolge oltre la Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. “Gireremo tra i negozi di queste regioni insieme ai vertici delle forze dell’ordine, per far capire ai negozianti che lo Stato c’e’”, ha aggiunto Fucito, attualmente coordinatrice campana della Fai, la federazione delle associazioni antiracket.
“I primi anni in cui abbiamo iniziato a fare queste passeggiate della legalita’ la gente ci cacciava dai loro negozi.
Oggi si offendono se non andiamo. Rispetto a prima – ha proseguito l’imprenditrice – siamo passati da poche decine di denunce a circa duemila, mandando a processo altrettanti estorsori.
La criminalita’ ha paura delle associazioni antiracket – ha continuato Fucito – tant’e’ che in alcune
(ITALPRESS)
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