“Da anni ci battiamo – ha detto il presidente della locale associazione albergatori, Italo Mennella – per avviare iniziative che siano consolidate e che si svolgano, puntualmente, ogni anno. Tale opera, in questo contesto suggestivo, può essere il punto fermo della stagione operistica taorminese”. Come l’Aida dell’area di Verona, la contesa, tutta isolana, tra cumpari Turiddu ed Alfio, potrebbe rappresentare, a ciclo stabile, la rappresentazione da non perdere delle prossime estati. L’idea nasce dopo l’ennesimo successo dell’opera di Mascagni messo in scena dal poliedrico, Enrico Castigilone. I tanti minuti di applausi, tributati dai circa 4mila dell’antica cavea, sono stati il giusto ringraziamento agli sforzi di una stagione lirica che prosegue il successo di un “Rigoletto” scintillante sotto ogni punto di vista. Il pubblico che era assiepato nell’area storica ha sentito il “brivido nella schiena” ascoltando i pezzi musicali della tragedia che si è consumata in una piazza siciliana. Tutti bravi, dunque, al termine della performance, per il pubblico di questa serata di agosto che si troverà tra quelle indimenticabili della storia di quasi mezzo secolo di spettacoli. Suggestiva la croce messa in scena da Castiglione che ha avuto l’intuizione di non toccare nulla dello scenario taorminese unico al mondo. Commenti positivi sono arrivati, appunto, da francesi, inglesi, tedeschi e giapponesi che non hanno voluto mancare ad un appuntamento della trazione italiana. Questo fa ben sperare per il futuro di una manifestazione che non più mancare tra i momenti estivi del palcoscenico del Mediterraneo.