Sarà la città di Taormina la simbolica porta che introdurrà i turisti dell’Isola all’interno del Distretto “Antichi mestieri, sapori e tradizioni popolari di Sicilia”, da pochi giorni riconosciuto dalla Regione Siciliana con il decreto dell’assessore per il Turismo (27 del 13 giugno 2012) e già entrato nella sua fase operativa con la pianificazione di molteplici progetti di promozione. La nota località – dove verrà presto inaugurata la sede principale – esprime infatti la “summa capitalis” dell’intera rappresentazione territoriale del nuovo Distretto, con tutte le sue caratteristiche e competenze.
Nato dall’idea di individuare e valorizzare l’insieme degli elementi di identità del territorio e della gente che vi abita, questa nuova realtà ha il fine di gestire iniziative a sostegno dello sviluppo turistico regionale attraverso diversi percorsi nel settore dei beni culturali e ambientali, dell’enogastronomia, dei prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato.
Ad oggi sono 23 i comuni che ne fanno parte: Campofiorito, Ciminna, Roccapalumba e Vicari in provincia di Palermo; Favignana e Valderice in provincia di Trapani; Biancavilla, Grammichele, Ramacca, Aci Catena, Viagrande, S. Pietro Clarenza, Pedara, Giarre e Licodia Eubea in provincia di Catania; Fiumedinisi, Nizza di Sicilia, Montagnareale, Santa Teresa di Riva, Sinagra, Taormina e Furci Siculo nel territorio provinciale di Messina; e Rosolini in provincia di Siracusa. Questi territori sono accomunati dai ricchi valori del patrimonio, prevalentemente rurale, degli antichi mestieri, dei sapori e delle tradizioni popolari. La cucina, le attività produttive, la storia sociale delle comunità, le attività economiche tipiche, i valori naturali e culturali sono componenti unificanti della vita locale, che diverranno vero e proprio “pacchetto” turistico. Ai comuni si aggiungono i partner pubblici e privati: il Parco Scientifico e Tecnologico (Pst) della Sicilia, Touring Catania, Federalberghi Isole Minori della Sicilia, Associazione albergatori Taormina, Slow Food, le Pro Loco di Sinagra e di Viagrande, Gualtiero Viaggi, Valle dei Margi, la società agricola Agorà, Consorzio Euroagrumi, le aziende Malvuccio marmi e Soal. A breve si aggiungerà la Fondazione Buttitta.
Importante per lo sviluppo dell’azione progettuale è stata la collaborazione del Dipartimento di Architettura dell’Università di Catania e del Dipartimento di Beni Culturali Storico-Archeologici, Socio-Antropologici e Geografici dell’Università di Palermo. «Il prossimo passo sarà l’elaborazione di un Marchio Collettivo del Distretto – afferma il suo presidente Michelangelo Lo Monaco – perché capace di aggregare sotto un concetto di identità forte e unificatore tutti gli operatori e attori locali. Inoltre il Marchio fungerà da strumento di comunicazione e promozione dell’area distrettuale, pronta a includere anche altri operatori che vogliono condividere il percorso di sviluppo».
Tre le aree tematiche strategiche al centro di un’offerta «unica, non riproducibile in altri luoghi – aggiunge Lo Monaco – che propone servizi e prodotti a valore aggiunto, all’insegna dell’attrattivo connubio tra la storia e l’innovazione della nostra terra». La prima è denominata “Itinerari della tradizione”, perché lega il turismo culturale all’ambiente, alla gastronomia e alle varie tipologie di eventi, da valorizzare tramite politiche d’integrazione tra musei, attività culturali e spettacoli. La seconda area è definita “I Sapori della tradizione” e vedrà l’azione congiunta degli operatori privati turistici con quelli attivi nel campo della produzione delle specialità agroalimentari ed enogastronomiche, al fine di mettere a sistema le varie esperienze territoriali, integrate anche con azioni di commercializzazione turistica. Infine, “I Sentieri della tradizione”, che punta sul turismo legato all’escursionismo, prevedendo la realizzazione di percorsi e la pubblicazione di apposite guide per soddisfare la richiesta di un segmento sempre più ricercato anche dalle giovani generazioni, oltre che dagli stranieri.
«Il Distretto – conclude il presidente – si caratterizza dunque per la nuova visione in chiave moderna e turisticamente produttiva della grande eredità di antichi mestieri, tradizioni popolari e sapori mediterranei che la nostra Sicilia custodisce».
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