Il premier Monti non finirà mai di stupire, ecco il nuovo tormentone della manovra finanziaria la tassa sulle transazioni : la Tobin Tax.
La Tobin Tax è stata proposta negli anni 70 dall’economista James Tobin che per questa intuizione vinse il premio Nobel .
L’idea di Tobin era quella di attuare un’aliquota minima, compresa tra le 0,05% e l’1% applicata al valore di ogni transazione finanziaria.
In pratica sarebbe applicabile ad ogni compravendita: scatterebbe a ogni operazione di mercato oppure al semplice cambio tra valute, e alle materie prime sino al più complesso dei prodotti derivati.
Ad esempio, se un’imposta dello 0,1% venisse adottata in Europa, un operatore che vorrebbe cambiare Euro 100.000,00 in dollari dovrebbe pagare 100 Euro di tassa per la conversione.
Ma niente è paragonato al guadagno legato alla Borsa .
L’intento della tassa sarebbe di limitare la speculazione finanziaria, rendendo meno convenienti le compravendite di breve periodo: infatti se compro un titolo e lo tengo «nel cassetto» per anni il peso della “Tobin tax” sarà minimo, mentre se ogni giorno compro e vendo molte volte per cercare di approfittare degli spostamenti di mercato l’onere della tassa, che scatterebbe ogni volta, diverrebbe un macigno per i nostri investitori.
Ecco perché è stata ribattezzata la tassa Robin Hood perché ha la funzione di colpire i “ricchi” e distribuire ai poveri.
Infatti lo stesso economista Tobin affermò che ” La tassa restituirebbe qualche margine di manovra alle banche emittenti delle piccole nazioni e sarebbe una misura di opposizione ai dettami dei mercati finanziari”.
La proposta è stata rispolverata nel tentativo di trovare fonti di finanziamento per sostenere gli stati europei in difficoltà.
Nel nostro caso i proponenti dell’imposta affermano che le banche dovranno alla fine restituire quei soldi avuti dagli stati.
Un’assurdità, perché la tassa la pagheranno i “consumatori”di strumenti finanziari e quindi i clienti .
Il concetto è chiaro e la sua attuazione che rende tutto più difficile .
Questo criterio potrebbe funzionare solo se applicato da tutti, perché se ci fossero delle piazze esentate dall’imposta, i mercati finanziari si sposterebbero dove non ci sono restrizioni.
Già per colpa delle nostre tasse siamo riusciti a far trasferire l’industria del risparmio altrove ad esempio Dublino e a Lugano.
Il più determinato a volere l’imposta è il presidente Sarkozy ma anche il cancelliere Angela Merkel , sembrano decisi a procedere all’ introduzione anche in caso di disaccordo dei partner europei.
Il nostro premier Monti si trova tra due fuochi !! si affanna nel cercare accordi globali, ma la verità è un’altra.
Qual è la più grande piazza di scambio europea? Toh guarda caso, proprio Londra e chi possiede la maggioranza del capitale della Borsa Italiana? si tratta del London Stock Exchange, su cui governa James Cameron il quale è fortemente contrario è deciso ha bloccare la Tobin Tax è astutamente lasciato fuori dall’accordo europeo tra Francia, Germania e Italia.
Anche se l’intenzioni di Monti sono delle migliori per risollevare l’Italia è impensabile che il Regno Unito si pieghi alla volontà franco-tedesca.
E’ utopia pura.
Bisogna studiare un metodo mirato alla soluzione in tutta o in parte della crisi che sta opprimendo il nostro paese, la tobin tax potrebbe essere una delle tante imposte che ci permetterebbe di respirare, ma bisogna attuarla con coerenza e non usare il detto ” Come và .. và!”
dora.agostino@gmail.com