Categories: Cronaca Provinciale

T.A.T. – Ognuno, qualcuno, ciascuno e nessuno.

Ciò che degrada congiuntamente la natura e la cultura della Valle del Mela, può definirsi un intreccio causale?
La divergenza tra potere e sviluppo, tra industrie e coscienza, sono frutto del degrado morale?
Occorre, per rispondere, una critica liberatoria per far emergere ciò che non più regge nella tecnologia moderna, secondo alcuni filosofi contemporanei  ciò che non regge non è la tecnologia. Allora è l’esercizio del potere che non regge, poiché la tecnologia diviene strumento della  speculazione e non strumento della evoluzione sociale.
Il caso è che nella Valle del Mela, come pure in luoghi similari, alcune industrie impongono le ”Loro” regole, frutto del mero intreccio della speculazione, con ricadute devastanti sul territorio, sia sotto il profilo economico, in quanto la quota di beneficio è pressoché irrilevante, sia sotto il profilo sociale per imposizioni di limiti che impediscono altre forme di sviluppo oltre ad incidere in modo rilevante al degrado fisico ed ambientale.
Non esistono nei fatti forme compensative per mitigare i danni sociali ed all’ambiente,  tale realtà oggi pone la problematica  di un’etica che non esiste e di istituzioni costituite da Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno. Ciascuno avrebbe potuto farlo, ma Nessuno lo fece, Qualcuno si arrabbio perché Ognuno avrebbe potuto farlo.
Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare. Sic !  Alla luce di determinate realtà può apparire inverosimile pensare ad una più funzionale ricollocazione di queste industrie, alti costi di smantellamento e di bonifiche, costi per creare la nuova struttura, ma il permanere ad un certo punto pone la questione della incompatibilità salvo adeguati investimenti  di integrazione.
Pensando ad una integrazione, le Industrie immediatamente pongono la necessità di ingenti capitali di cui affermano di non disporre, ed il potere istituzionale vacilla  fino a subordinare le istanze di chi rappresentano facendo prevalere quelle industriali.
Il rischio  in sintesi è questo, sono più importanti le istanze e i bisogni di oltre centomila abitanti della Valle del Mela, che quelle di una Centrale Termoelettrica e di una Raffineria?  La risposta appare ovvia ma nessuno osa appalesarla, ed allora la raffinata arte della politica si mette in moto, per conciliare l’inconciliabile.
Commissioni, normative, organi di controllo e tutela, etc. etc., tutti sistemi per dare sostegno a scelte che diversamente sarebbero impopolari ed andrebbero ad intaccare il consenso elettorale.
Noi che operiamo nei movimenti di ispirazione popolare, ci possiamo permettere di immaginare scenari diversi dai tecnocrati e dai politici, perché liberi da processi di
interressi diretti, e per questo pensiamo che gli interessi industriali della Raffineria prevarranno su quelli sociali costituiti da oltre 150.000 cittadini e del patrimonio storico, ambientale e culturale (ultramillenario) della Valle del Mela ed.. oltre. !
Ad esempio, in sede di Commissione A.I.A., non sembra che sia emerso il problema dell’AMIANTO, eppure c’è stata una animazione sulla problematica; Qualcuno nell’ottobre del 2008 nell’aula consiliare promosse un incontro, presente anche la provincia con Petrella (Nessuno), il Sindaco, gli Assessori, i rappresentanti sindacali (Ciascuno), il tutto dopo un corteo lungo le vie cittadine (Ognuno). Risultato: “SIA IL SINDACO CHE L’ASS.RE PROVINCIALE PETRELLA HANNO RICORDATO DI UNA INIZIATIVA DI DEPUTATI MESSINESI, IMPEGNATI A VARARE UN ATTO DI INDIRIZZO PER UNA REVISIONE DELLA ATTUALE NORMATIVA DISCRIMINANTE PER LA SICILIA E DUNQUE ANCHE PER MILAZZO” (Milazzo City News 17/10/2008)–  null’altro,  sommossa sedata.
Emerge anche che nel 2007, la Capitaneria di Porto ha scoperto tracce di amianto all’interno degli impianti della raffineria Mediterranea, vicino alla spiaggia e di altro successivo ritrovamento interrato, con successiva giustificazione dei Dirigenti della Raffineria di procedura attivata per la  bonifica di cui non si è nulla riscontrato.
Stessa cosa per la fognatura, i condotti debbono essere a prova di tenuta, non ci pare che nella esposizione sia emersa tale caratteristica. Ormai “dicono”, protestare non serve a nulla, solo il Padre Eterno può fare qualcosa.
Gli abitanti della Valle del Mela vivono in un universo sordo alle loro sofferenze, indifferente alle loro speranze. Ci sembra allora che nella scienza o nella tecnologia industriale nulla sia verità su cui sia possibile fondare una certa deontologia. 
La Fisica Aristotelica, era tesa a non dominare, ma a comprendere integralmente l’ordine della natura; non escludeva ma integrava sulla base di quattro cause dei processi naturali:
1-Causa materiale
2-Causa formale
3-Causa efficiente
4-Causa finale
La “quarta causa” risulta ai nostri tempi distrutta perché ritenuta improduttiva, perché fonte di soggettività  e si è polarizzata sul concetto di “FORZA” che offre all’uomo un potere quasi illimitato di manipolazione, impedisce un approccio corretto ai sistemi complessi ed integrati  e coerenti con la vita.  Quindi aspettiamo ciò che già supponiamo che avvenga, LA FORZA tutelerà gli interessi industriali, con tanti e solo ipotesi di rispetto ambientale, senza alcuna specifica garanzia, come causa finale di un “teatrino”, vizio peraltro mai perso nella nostra martoriata Valle, ove gli attori saranno comunque applauditi per la particolare non qualità artistica, ma solo per la prestazione tecnica.

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